Staatsorchester Stuttgart Neujahrskonzert “Sounds of Vienna”

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Foto ©Elisa Wickert

Nonostante il governo tedesco, e quello del Baden-Württemberg in particolare, faccia del suo meglio per ostacolare in tutti i modi possibili l’ attività delle istituzioni culturali, la vita musicale di Stuttgart prosegue e dopo la pausa dello scorso anno docuta al lockdown, la Staatsorchester Stuttgart ha potuto nuovamente presentare il suo tradizionale Neujahrskonzert. Secondo le ultime disposizioni governative, solo 500 spettatori vaccinati e con test (la cosiddetta regola 2G) sono stati ammessi ad entrare, in base a presunti criteri di sicurezza la cui illogicità diventa sempre più chiara ogni giorno che passa visto che nessun uomo politico si è finora degnato di spiegare le prove per cui i teatri sarebbero luoghi di contagio, nonostante numerosi studi specifici smentiscano questa evidenza. Questo modo di procedere è stato duramente criticato dalla celebre violinista Anne-Sophie Mutter che in un intervista del maggio 2021 su Die Zeit ha cosí commentato i provvedimenti della Coronapolitik governativa: “Die Politik habe sich mit der Zeit immer stärker als kulturfern, geradezu als kulturverachtend gezeigt”

Ad ogni modo la Staatsorchester Stuttgart ha iniziato il 2022 con il tradizionale Neujahrskonzert, in omaggio a una tradizione seguita in tutto il mondo musicale di lingua tedesca. Infatti non tutti sanno che il Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker è solamente il più celebre tra una serie di analoghi appuntamenti che tutti i complessi sinfonici stabili attivi in Germania e in Austria offrono al loro pubblico la sera di San Silvestro e il primo giorno dell’ anno nuovo. Anche la Staatsoper Stuttgart ha da sempre in cartellone un Neujahrskonzert, il cui programma è generalmente dedicato a un repertorio di facile ascolto e che per i melomani di queste parti costituisce naturalmente l’ occasione di incontrarsi e scambiarsi gli auguri. La Staatsoper Stuttgart in questo senso non fa eccezione e negli ultimi anni ha affidato il tradizionale concerto di Capodanno a direttori che sono stati legati al teatro da particolari rapporti di lavoro. Quest’ anno è stato invitato Philippe Auguin, sessantenne musicista originario di Nizza che dopo essere stato assistente di Herbert von Karajan e Sir Georg Solti ebbe il suo primo incarico importante proprio alla Staatsoper Stuttgart dove fu Erster Kapellmeister dal 1990 al 1994 prima di essere nominato Generalmusikdirektor dello Staatstheater Nürnberg. Il maestro francese ha scelto un tipico programma da Capodanno, composto da brani della famiglia Strauss e del loro erede artistico Franz Lehár.

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Foto ©Elisa Wickert

Philippe Auguin, che ha diretto in tutti i grandi teatri del mondo, è uno di quei musicisti dal braccio sicuro e dalla tecnica impeccabile a cui si può affidare con serenità il compito di guidare una produzione, sicuri che sapranno assolvere il loro incarico senza problemi in qualsiasi tipo di repertorio. Inoltre avendo concluso i suoi studi a Vienna possiede una buona conoscenza di queste musiche di intrattenimento e lo ha dimostrato con una serie di esecuzioni stilisticamente impeccabili per eleganza e flessibilità di fraseggi orchestrali. La Staatsorchester Stuttgart mi è sembrata all’ inizio suonare in modo abbastanza prudente nella prima parte del concerto che è andata gradualmente in crescendo sino a un’ esecuzione molto brillante delle due Polke Bahn frei! di Eduard Strauss e Feuerfest! di Josef Strauss. Decisamente più ricca di brio è sembrata la seconda parte, con esecuzioni molto brillanti e di grande raffinatezza della Polka Vergnügungszug e del celeberrimo Kaiserwalzer di Johann Strauss figlio, davvero impostato molto bene dal direttore nizzardo con un bel risalto alle linee melodiche, oltre che dell’ altrettanto famoso Walzer Sphärenklänge di Josef Strauss. Pregevole anche il contributo di Charles Sy, giovane tenore canadese che dopo tre anni nell’ Opernstudio della Staatsoper Stuttgart è stato assunto come membro dell’ ensemble a partire da questa stagione e che ha messo in mostra una voce più che gradevole e un buon fraseggio in arie da Eine Nacht in Venedig e da Wiener Blut e poi nella celeberrima Dein ist mein ganzes Herz di Lehár. Anche il finale della serata era in perfetto stile viennese con tre fuori programma: la Polka Unter Donner und Blitz, seguita dal celeberrimo An der schönen blauen Donau, e infine dalla Radetzky-Marsch ritmata dai battimani del pubblico, esattamente secondo la tradizione del Capodanno al Musikverein. Nonostante la leggera frustrazione provata nel vedere il teatro semivuoto a causa di regole assurde, direi che la serata ha costituito un buon inizio per un 2022 in cui speriamo di avere indietro almeno qualche scampolo di normalità.


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