
Foto ©Holger Schneider
Un vero e proprio trionfo di pubblico ha accolto l’ esecuzione dell’ oratorio Canto General di Mikis Theodorakis, che concludeva la stagione concertistica della Bachakademie Stuttgart. Hans-Christoph Rademann ha fortemente voluto questa serata in omaggio al centesimo anniversario della nascita del compositore greco, una figura tra le più importanto del Novecento non solo per il suo lavoro musicale ma anche per l’ impegno politico che ne ha fatto un vero e proprio simbolo della resistenza, prima contro l’ occupazione nazista e poi contro la dittatura militare che per otto anni aveva schiacciato la sua patria. Nella sua vasta produzione sono particolarmente famose le colonne sonore di capolavori cinematografici come la trasposizione filmica dell’ Elektra di Euripide realizzata da Michael Cacoyannis, Zorba the Greek, Serpico, Z e State of Siege. L’ oratorio Canto General nasce dall’ incontro fra Theodorakis e il poeta cileno Pablo Neruda, premio Nobel per la Letteratura, che dal 1969 era ambasciatore in Francia del governo di Salvador Allende. Nel 1970 il compositore, esule in Francia dopo il colpo di Stato del 1967, ricevette da Neruda un invito ufficiale in Cile e durante il suo soggiorno ebbe occasione di ascoltare alcuni lavori del poeta messi in musica dal gruppo Aparcoa a Valparaíso. Da un incontro dei due artisti con il presidente Allende nacque l’ idea di realizzare un oratorio per coro e orchestra sul testo del ciclo poetico di Neruda, che Theodorakis compose nel corso degli anni successivi in previsione di una tournée sudamericana che doveva iniziare a Santiago del Cile. Purtroppo il progetto venne affossato dal colpo di Stato dei militari guidati da Pinochet dell’ 11 settembre 1973 durante il quale Allende perse la vita, e dalla scomparsa di Pablo Neruda avvenuta dodici giorni più tardi. Thedorakis completò il lavoro negli anni successivi e la prima esecuzione assoluta dell’ opera nella versione definitiva si tenne a Berlino Est il 4 aprile 1981 con Petros Pandis e Maria Farantouri, l’ interprete prediletta e musa artistica di Theodorakis, come solisti.

Foto ©Holger Schneider
Canto General è un lavoro di ampio respiro, con parti corali davvero imponenti e un orchestrazione basata essenzialmente su un ampio organico di strumenti a percussione e sulla presenza del bouzouki, lo strumento a corde che è il simbolo della musica popolare greca. L’ armonia essenziale con modulazioni semplici e la monumentalità degli interventi del coro rendono la musica davvero spettacolare e di grande effetto. Nell’ insieme la composizione amplifica in maniera perfetta il messaggio del ciclo di Pablo Neruda sulla creazione del Sud America, la sua gente, la conquista e la lotta per la libertà. “Di tutti i popoli”, disse il compositore, “i cileni sono i più vicini a noi greci – in termini di temperamento e carattere”. I due popoli erano uniti non solo dalla mentalità, ma anche dalla lotta contro l’ingiustizia e l’oppressione, e dalla fede nell’arte come arma. A differenza delle sue altre opere vocali, Theodorakis non compose il Canto General nella sua lingua madre, ma nello spagnolo originale fondendo in una creazione assai espressiva il suono della lingua con quello del folklore greco. Questo oratorio emozionante incarna in modo unico l’appassionato richiamo alla libertà e non ha perso nulla della sua rilevanza fino ad oggi. Hans-Christoph Rademann ne ha dato una lettura di ampio respiro epico, assolutamente perfetta nella realizzazione delle maestose strutture corali e di tutte le raffinatezze di scrittura del lavoro, realizzata in maniera ideale dai complessi della Gaechinger Cantorey e dai due solisti, il baritono Daniel Ochoa, robusto e incisivo nella declamazione, e il giovane mezzosoprano sassone Julia Böhme, cantante di voce luminosa e ben controllata. In una Liederhalle piena sino all’ ultimo posto, il pubblico è stato conquistato dalla forza espressiva della musica di Theodorakis e ha applaudito entusiasticamente per diversi minuti tutti gli esecutori.
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