
Foto ©swr.de
In una Liederhalle quasi completamente esaurita la SWR Symphonieorchester ha tenuto il penultimo concerto della stagione in abbonamento. Il grande afflusso di pubblico era sicuramente dovuto anche alla presenza di Isabelle Faust, che è nativa di Esslingen am Neckar e popolarissima da queste parti. Per l’ ultima serata della sua artistic residence con l’ orchestra, la violinista tedesca ha presentato il Concerto op. 61 di Beethoven, da sempre uno dei suoi cavalli di battaglia. Sul podio per questo appuntamento era Hannu Lintu, cinquantaseienne direttore finlandese attualmente Music Director della Ylei Radion sinfoniaorkesteri, l’ orchestra sinfonica della radio di Helsinki, anche lui formatosi alla celebre Sibelius Academy da cui negli ultimi decenni sono uscite bacchette di statura internazionale come Esa-Pekka Salonen, Osmo Vänskä, Jukka-Pekka Saraste, Sakari Oramo, Pietari Inkinen e recentemente i giovanissimi Santtu-Matias Rouvali, Klaus Mäkelä e Tarmo Peltokoski. Hannu Lintu era già stato qui a Stuttgart alcuni anni fa, quando aveva diretto la Staatsorchester in una eccellente esecuzione della Quinta di Mahler. Negli anni successivi il maestro finnico ha assunto la direzione stabile dell’ Orquesta Gulbenkian di Lisbona e del teatro d’ opera di Helsinki, la Suomen Kansallisooppera ja -baletti dove le sue produzioni, in particolare quella del Ring wagneriano, hanno riscosso grande apprezzamento da parte del pubblico e della critica. Inoltre ha intensificato la sua collaborazione con le grandi orchestre internazionali debuttando su podi prestigiosi come quelli della New York Philharmonic, della Chicago Symphony Orchestra e dei Berliner Philharmoniker.
Come tutti i direttori usciti dalla scuola di Helsinki, anche Hannu Lintu è un musicista solido e sicuro, dalla preparazione tecnica impeccabile unita a un temperamento interpretativo versatile ma naturalmente portato per gli autori del suo paese oltre che per la musica del Novecento in generale. Un aspetto confermato dalla pregevole lettura della Berceuse elégiaque di Ferruccio Busoni porta in apertura di programma e resa con un’ eccellente senso dell’ analisi timbrica e del suo raffinato schema armonico basato su accordi perfetti uniti ad altri di tipo schönberghiano, costruiti per quarte sovrapposte. Seguiva poi il Concerto in re maggiore di Beethoven, nel quale la magnifica prova di Isabelle Faust ha suscitato l’ entusiasmo del pubblico della Liederhalle. La violinista tedesca, che suona lo Stradivari Bella Addormentata del 1709, ha un modo di far musica che non concede nulla all’ esibizionismo spettacolare ma si basa soprattutto sulla concentrazione espressiva e sulla tensione del fraseggio. Il suono è di timbro chiaro e squillante, non di grande volume ma ricco di sfumature affascinanti e messo in rilievo da una tecnica dell’ arco davvero impeccabile. Negli ultimi anni, Isabelle Faust ha raggiunto una maturità interpretativa che le consente risultati di rilievo assoluto, come nel caso di questa esecuzione del Concerto beethoveniano, un brano del quale la virtuosa di Esslingen è considerata una tra le interpreti più autorevoli e di cui ha realizzato nel 2011 una stupenda incisione discografica per la Harmonia Mundi insieme all’ Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado. Alla fine del primo tempo Isabelle Faust ha voluto eseguire la cadenza con timpano obbligato composta da Beethoven per la rielaborazione pianistica del Concerto e rielaborata per il violino nel 1958 dal grande virtuoso Wolfgang Schneiderhan, che tra le altre cose fu anche il marito del celebre soprano Irmgard Seefried. Un particolare che impreziosiva ulteriormente un’ interpretazione di grande fascino e autorevolezza, senza dubbio tra le migliori che si possano ascoltare al giorno d’ oggi di questo capolavoro.
Completamente dedicata ad autori finlandesi era la seconda parte del programma, aperta dal poema sinfonico Traumgesicht op. 70 di Erkki Melartin, autore contemporaneo di Sibelius che fu anche apprezzato direttore d’ orchestra ed ebbe il compito di essere il primo ad eseguire la musica di Mahler nei paesi scandinavi. La sua produzione, che fu purtroppo offuscata nel favore del pubblico da quella del suo celebre contemporaneo e compatriota, comprende fra le cose più notevoli sei Sinfonie e l’ opera Aino, scritta su un testo tratto dal poema epico Kalevala, popolarissimo in Finlandia. Stilisticamente, la musica di Melartin si differenzia in modo marcato da quella di Sibelius per il suo eclettismo basato su influssi provenienti da Mahler e dalla corrente impressionistica. Chiudeva il programma la Terza Sinfonia di Sibelius, partitura nella quale il compositore ha compiuto una sorta di omaggio allo stile classico, sia nella struttura formale che nel contenuto tematico. Hannu Lintu possiede naturalmente una particolare affinità con la musica del suo compatriota, e la sua interpretazione ricca di preziose trasparenze strumentali e fraseggi raffinati, realizzati splendidamente dalla SWR Symphonieorchester, si può senza il minimo dubbio definire come esemplare. Un grande successo di pubblico ha salutato una serata davvero di gran classe sotto tutti i punti di vista.
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