Musikfest Stuttgart 2023 – Winterreise

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Foto ©Holger Schneider

La Musikfest Stuttgart nella sua nuova concezione prevede anche appuntamenti realizzati con il contributo delle altre istituzioni musicali cittadine. Come lo scorso anno, la Hugo-Wolf-Akademie ha proposto per il cartellone della rassegna una Liederabend di altissimo livello. Protagonista era Konstantin Krimmel, trentenne baritono nato a Ulm da una famiglia di origini romene, uscito dalla Staatlichen Hochschule für Musik und Darstellende Kunst Stuttgart, in carriera da soli otto anni e considerato uno tra i giovani cantanti più promettenti delle ultime generazioni. Dopo aver vinto concorsi importanti come il Deutsche Musikpreis, l’ Helmut-Deutsch-Liedwettebewerb e il secondo premio al concorso liederistico della Heidelberger Frühling, il giovane baritono ha pubblicato quattro anni fa per la Alpha Classic il suo primo CD, intitolato Saga, che  ha ricevuto ottime recensioni dalla stampa specializzata, concorde nel definire il giovane cantante come un’ autentica rivelazione. A partire da allora, Konstantin Krimmel si è esibito in tutte le rassegne liederistiche più prestigiose come la Schubertiade di Schwarzenberg, la Heidelberger Frühling, la stagione della Wigmore Hall, l’ Oxford Lieder Festival e la Schubertiade di Hohenems, oltre che in tutte le altre massime sale da concerto europee, e da due stagioni è entrato a far parte dell’ ensemble alla Bayerische Staatsoper.

Negli ultimi anni, il mondo musicale tedesco ha visto l’ affermarsi di una generazione di giovani interpreti liederistici davvero interessanti, tra i quali i nomi principali sono senz’ altro quelli di Hanna-Elisabeth Müller, Christiane Karg, Anna Lucia Richter, Okka Von Der Damerau, Diana Haller, Nikola Hillebrand, Katharina Konradi, Julian Prégardien, Samuel Hasselhorn e Benjamin Appl. Questi giovani sono tutti artisti di preparazione tecnica rifinita e di personalità interpretativa spiccata; Konstantin Krimmel è senza dubbio uno tra gli elementi di punta in questo movimento di cantanti emergenti e l’ ascolto diretto ha confermato la grande impressione da me provata al primo ascolto dal vivo, in un’ esibizione alla Staatsgalerie durante la quale il giovane cantante aveva dimostrato un livello di preparazione tecnica e un gusto interpretativo tali da reggere il confronto con i grandi liederisti storici.

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Foto ©Holger Schneider

Per questo recital alla Mozartsaal della Liederhalle, Konstantin Krimmel si misurava con uno tra i capisaldi della letteratura liederistica, la Winterreise di Schubert. I ventiquattro Lieder della raccolta Die Winterreise furono composti fra la primavera e l’ autunno del 1827, come specificato nel titolo completo apposto da Schubert allo spartito autografo: Winterreise. Ein Cyclus von Liedern von Wilhelm Müller. Für eine Singstimme mit Begleitung des Pianoforte komponiert von Franz Schubert. Op. 89. Erste Abtheilung (Lied I–XII). Februar 1827. Zweite Abtheilung (Lied XIII–XXIV). October 1827. Capolavoro indiscutibile della letteratura vocale di tutti i tempi e di tutte le epoche, il ciclo è da sempre considerato un banco di prova obbligatorio per i cantanti che si cimentano con questo repertorio. Per rendere pienamente l’ atmosfera di cupa e disperata malinconia che caratterizza quella che molti studiosi schubertiani hanno definito “una Via Crucis in ventiquattro stazioni”, nella quale i testi di Wilhelm Müller e la musica di Schubert creano il lancinante ritratto di un emarginato sociale dai tratti cupi, quasi da eroe byroniano, un ribelle che combatte inutilmente contro un destino avverso che lo schiaccia, occorre infatti un interprete dotato di eloquenza espressiva e inventiva di fraseggio.

Konstantin Krimmel ha superato a pieni voti la prova offrendoci un’ interpretazione davvero notevolissima, con l’ aiuto determinante di Daniel Heide, quarantasettenne pianista originario della Thüringen che da qualche tempo è divenuto il suo nuovo collaboratore. A partire da un Gute Nacht cesellato con un’ infinità di variazioni dinamiche, il tono di evocatività avvincente su cui era impostata l’ esecuzione si sviluppava con una perfetta tensione narrativa. Grazie alla forza espressiva messa in mostra dal giovane baritono, l’ atmosfera di progressiva allucinazione che rappresenta la caratteristica principale dei ventiquattro Lieder schubertiani veniva sbalzata con una forza tragica di assoluta evidenza fino a culminare in quell’ agghiacciante Der Leiermann, forse la pagina più desolata e scabra mai scritta da Schubert, che si spegneva progressivamente in un clima di assoluta staticità, dove gli echi dell’ immagine sonora, della raffigurazione musicale di un fatto, sembravano perdersi nel vuoto assoluto, nella completa dissoluzione di ogni categoria di spazio e tempo splendidamente sottolineata dal fraseggio ipnotico, allucinato di Krimmel. Alla fine, dopo un attimo di silenzio a testimoniare la profonda emozione provata, il pubblico della Liederhalle ha tributato lunghi ed entusiastici applausi ai due protagonisti di una serata di altissima qualità.


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