Stuttgarter Kammerorchester – “Überflieger”

Foto ©Oliver Röckle

Per l’ ultimo concerto dell’ anno alla Liederhalle, la Stuttgarter Kammerorchester ha invitato Ilya Gringolts, quarantatreenne violinista nativo di Sankt Petersburg impostosi all’ attenzione internazionale nel 1998 come più giovane vincitore nella storia del Concorso Paganini, affermazione che lo ha portato a una brillantissima carriera in cui si è esibito con quasi tutte le migliori formazioni sinfoniche, documentata anche da diverse incisioni discografiche di prestigio, tra le quali spiccano quelle del Triplo Concerto beethoveniano con Alexander Lonquich e Mario Brunello, sotto la direzione di Claudio Abbado e del Quintetto per pianoforte e archi di Taneyev insieme a Mikhail Pletnev, Vadim Repin, Nabuko Imai e Lynn Harrel, entrambe pubblicate dalla Deutsche Grammophon, e quella del Labirinto armonico di Locatelli con la Finnish Baroque Orchestra e dei 24 Capricci di Paganini, insignite di importanti premi discografici come il Diapason d’ Or e il Gramophone Editor Choice’s Award. Il repertorio di Ilya Gringolts spazia dagli autori barocchi fino alla musica contemporanea e il programma da lui scelto per questo concerto a Stuttgart comprendeva appunto una scelta di brani che dal Settecento arrivava sino ai nostri giorni. In apertura di serata, la Sinfonia in si minore di Mendelssohn, decima delle dodici Sinfonie per orchestra d’archi scritte dal compositore lipsiense fra gli undici e i quattordici anni, dal 1821 al 1823, e destinate ad eseguirsi nei concerti privati che si davano ogni sabato sera nella casa Di famiglia a Berlino. Un brano che mostra una fantasia precocemente spigliata e brillante unita un taglio ritmico deciso e sicuro, davvero sorprendenti in un ragazzo non ancora adolescente. Passando dal Romanticismo alla nostra epoca, il pezzo successivo era Infinite superposition 7 – iteration one di Boris Filanovsky, cinquantasettenne compositore russo residente dal 2014 a Berlino, che ha concepito questo lavoro come work in progress destinato a evolversi nel tempo e adattabile a differenti organici. Un brano assai ricco di fascino nella sua atmosfera evocante un’ arcana sospensione temporale.

Foto ©Oliver Röckle

Un altro salto indietro nel tempo ci riportava a Jean-Marie Leclair, violinista e compositore nativo di Lyon, che prestò servizio alla corte di Luigi XV e morì assassinato in circostanze mai chiarite. spesso definito come il Corelli francese per il suo stile che utilizza elementi della tecnica compositiva italiana combinati con lo stile melodico tipico del suo paese. Il Concerto in re minore op. 7 N° 2 è un tipico esempio della sua scrittura strumentale raffinata ed elegante, costellata di acrobazie solistiche in cui Ilya Gringolts ha messo in mostra tutta la sua abilità tecnica e il suo perfetto senso dello stile.

Nella seconda parte, Gringolts ha guidato la Stuttgarter Kammerorchester in una bella esecuzione della Serenata op. 22 di Antonin Dvořák, una partitura ricca di fascino della quale la sua concertazione ha sottolineato in maniera eccellente la ricchezza delle linee melodiche, in una lettura davvero molto ben riuscita per la qualità preziosa di un suono caratterizzato da sfumature filigranate e un fraseggio perfettamente calcolato in tutti i dettagli. I diciassette archi della Stuttgarter Kammerorchester hanno realizzato in maniera ideale tutte le intenzioni interpretative del violinista russo, suonando con raffinata eleganza e trasparenza di suono. Grande successo finale per un concerto veramente di ottimo livello.


Scopri di più da mozart2006

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.