SWR Symphonieorchester 2025/26 – Sonderkammerkonzert

Foto ©SWR/Marco Borggreve

Sin dai tempi della sua partecipazione al concerto inaugurale del complesso, Patricia Kopatchinskaja ha stabilito da tempo un intenso rapporto di collaborazione con la SWR Symphonieorchester, della quale anche in questa stagione è Artistic Partner. Io seguo regolarmente la quarantottenne violinista moldava naturalizzata austriaca da quando, una dozzina di anni fa, conobbi alcune delle sue incisioni come i recital insieme a Fazil Say, il Concerto di Beethoven con Philippe Herreweghe e quello di Tschaikowsky registrato insieme a Teodor Currentzis, che mi convinsero in pieno della sua statura di interprete carismatica e originalissima, dotata di una tecnica di altissima scuola che la mette in grado di trarre dal suo strumento, un violino di Giovanni Francesco Pressenda del 1834, una gamma di tinte che spaziano dalla trasparenza filigranata dei pianissimi fino a sonorità scure e ambrate, quasi da viola, nei passaggi sulla corda di sol.

Patricia Kopatchinskaja è una musicista dai molteplici interessi, che si dedica con passione al repertorio cameristico e a quello contemporaneo, nel quale ha eseguito in prima assoluta diversi brani scritti appositamente per lei come ad esempio i Concerti per violino e orchestra di Fazil Say, Jürg Wyttenbach e altri lavori di compositori importanti come Heinz Holliger, Ivan Volkov e Gerd Kühr. Il suo violinismo, tecnicamente completissimo sia a livello di condotta dell’ arco che della mano sinistra, è caratterizzato da una sonorità timbricamente stupenda e assai personale. Notevolissima è la capacità di controllare la dinamica e di sfoggiare una paletta di colori cangianti, dai pianissimi al forte, con un dominio pressochè assoluto della proiezione sonora. Ma la cosa che colpisce di più nel modo di suonare della Kopatchinskaja è il modo di fraseggiare, la ricerca di soluzioni interpretative originali e la comunicativa, espressione di una personalità carismatica davvero da concertista di classe superiore. La virtuosa austro-moldava utilizza tuttte queste ppossibilità espressive per impaginare programmi concertistici di grande ricercatezza come in questo concerto cameristico tenuto insieme a quindici strumentisti della SWR Symphonieorchester nella chiesa di St. Fidelis, situata nel quartiere occidentale di Stuttgart.

Punto centrale della serata era il celebre Quartetto N° 14 in Re minore Der Tod und das Mädchen di Franz Schubert, che deve il nome alla presenza nel secondo movimento del celebre tema tratto dal Lied omonimo scritto dal compositore austriaco nel 1817 su un testo di Mathias Claudius, eseguito nella versione per orchestra d’ archi di Gustav Mahler, che disse in diverse occasioni di averla preparata perché desiderava moltissimo eseguire questo straordinario capolavoro, pur non essendo lui uno strumentista. La trascrizione mahleriana costituisce inoltre la testimonianza di una tradizione esecutiva antica, documentata anche da leggendarie incisioni discografiche come quella di Wilhelm Furtwängler della beethoveniana Die Große Fuge e quella del Quartetto op. 131, sempre del musicista di Bonn, eseguita dagli archi dei Wiener Philharmoniker diretti da Leonard Bernstein oppure quella dell’ op. 135, ancora di Beethoven, diretta da Arturo Toscanini. È un tipo di lettura che richiede una grande attenzione da parte del direttore nel dosare le sonorità, per non appesantire e rendere poco comprensibili le linee tematiche della scrittura a quattro voci. Come già fece nella sua incisione discografica del pezzo registrata insieme alla St. Paul Chamber Orchestra, la Kopatchinskaja lo esegue intervallando i quattro movimenti con altri brani, che in questo caso erano una serie di sue composizioni per violino e archi dal titolo Danses Macabres, più un altro pezzo per strumento solista e musica elettronica, Der Ursprung der Welt, in prima esecuzione assoluta, realizzato con la regia del suono di Maurice Oeser dell’ SWR Experimentalstudio. Ne veniva fuori un’ atmosfera complessiva di tensione drammatica assai efficace e coinvolgente per l’ ascoltatore. Patricia Kopatchiskaja, oltre a esibire nei passaggi solistici il meglio del suo repertorio di acrobazie da grande virtuosa, nel Quartetto schubertiano ha guidato i quattordici archi della SWR Symphonieorchester, impeccabili per compattezza e precisione di cavata, in un’ esecuzione ricca di slancio e passionalità soprattutto nella resa intensa e struggente del secondo movimento, l’ Andante con moto in sol minore (sottodominante della tonalità d’ impianto), costituito da una serie di Variazioni sul motivo del celebre Lied che dà il titolo a tutta la composizione, ma sempre perfettamente equilibrata nell’ evidenziazione delle strutture, culminata in una vorticosa esecuzione del Presto conclusivo che ha strappato intensi e lunghi applausi al pubblico, intervenuto assai numeroso a questa serata.


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