SWR Symphonieorchester 2025/26 Mittagskonzerte – Nicolò Umberto Foron

La SWR Symphonieorchester affianca da molti anni ai dieci programmi della stagione in abbonamento il ciclo dei Mittagskonzerte, una serie di appuntamenti che si tengono all’ una del pomeriggio. Questo format di tipo divulgativo, con un programma di durata abbastanza breve in cui i brani eseguiti sono introdotti in maniera assai accattivante dalla giovane ma competentissima Tabea Dupree, la Redakteurin ufficiale della SWR al seguito dell’ orchestra, continua a riscuotere un grande apprezzamento da parte del pubblico di Stuttgart. Per il primo concerto della nuova stagione è stato invitato Nicolò Umberto Foron, ventisettenne direttore nato a Genova da padre tedesco e madre italiana, cresciuto a Stuttgart in una famiglia di musicisti (i genitori sono violoncellisti e la sorella minore Mila è una violinista di grande talento, che lo scorso anno ha suonato con grande successo insieme alla Staatsorchester) e considerato una promessa del podio, vincitore nel 2026 del primo premio nei concorsi internazionali Jeunesses Musicales di Bucarest e Donatella Flick Conducting Competition della London Symphony Orchestra, che in aggiunta al premio gli ha offerto la possibilità di diventare assistente di Sir Antonio Pappano. Da quello che abbiamo ascoltato in questa occasione, si tratta di un ragazzo molto ben preparato tecnicamente e dotato, oltre che di una gestualità direttoriale chiara ed efficace, anche di doti interpretative già definite e di buona personalità.

Foto ©Mozart2006

Come inizio del suo programma, il giovane maestro ha scelto sei brani orchestrali tratti dalle musiche di scena composte nel 1810 da Beethoven per Egmont, la tragedia di Goethe dedicata alla vicenda del condottiero fiammingo che sacrificò la propria vita per manifestare il suo attaccamento alla patria in occasione della repressione attuata dalle truppe spagnole guidate dal Duca d’ Alba nel 1568. Il dramma goethiano, composto tra il 1785 e il 1787 e rappresentato per la prima volta a Mainz due anni dopo, divenne rapidamente popolarissimo nel mondo tedesco e Beethoven accettò di comporre le musiche di scena per la ripresa al Burgtheater rinunciando addirittura a un compenso. La rappresentazione, tenutasi il 15 giugno 1810, ottenne un enorme successo di pubblico dovuto senz’ altro anche alla situazione storica. Vienna era infatti in quel periodo occupata dalle truppe napoleoniche e la partecipazione di Beethoven al progetto diede modo al compositore di riaffermare una volta di più i suoi ideali libertari. Dei dieci brani che il compositore scrisse come musica di scena, solo l’ Ouverture entrò subito nel repertorio corrente e divenne una tra le pagine sinfoniche più popolari in assoluto. Con la progressiva decadenza dell’ uso di rappresentare il testo insieme all’ accompagnamento musicale, i rimanenti pezzi del ciclo vennero eseguiti sempre più raramente. Al Koniglicher Hoftheater di Stuttgart la tradizione si mantenne più a lungo anche nel nostro secolo, con almeno tre allestimenti documentati tra il 1914 e il 1936. In Italia è rimasta celebre la messinscena di Visconti al Maggio Musicale Fiorentino del 1967 nella traduzione tedesca del testo firmata da Fedele D’ Amico, con Gianandrea Gavazzeni a dirigere le musiche beethoveniane e un cast formato tra gli altri da Romolo Valli, Giorgio De Lullo e Ottavia Piccolo. Per quanto riguarda l’ esecuzione, Nicolò Umberto Foron ci ha proposto un bell’ esempio di uno stile esecutivo beethoveniano asciutto, nervoso e mobile nella scansione ritmica e assolutamente privo di eccessi retorici, splendidamente assecondato dalla SWR Symphonieorchester che ha messo in mostra una sezione archi eccellente per precisione e ampiezza di cavata, soprattutto nelle battute iniziali dell’ Ouverture, e ottoni impeccabili per proiezione, squillo e forza di penetrazione.

Il brano successivo era la Sinfonia N° 9 in mi bemolle maggiore op. 70 di Dmitri Shostakovich, la terza componente della cosiddetta Trilogia di Guerra, eseguita per la prima volta il 3 novembre 1945 dalla Filarmonica di Leningrad diretta da Yevgeny Mrawinsky. In questo lavoro il compositore deride in maniera graffiante le aspettative del Partito, che gli aveva commissionato un lavoro celebrativo di tono trionfalistico e solenne, scrivendo una partitura dai toni di amaro e corrosivo sarcasmo. Entrambi i temi del primo movimento danzano allegramente con il secondo, grottescamente introdotto da un portentoso motivo di due note dal trombone, che sconfina rapidamente nella trivialità. C’ è un momento particolarmente comico alla conclusione dello sviluppo quando al trombone ed al suo motivo di due note occorrono sei tentativi per ripresentare il secondo tema, continuamente respinto finché, in seguito al settimo tentativo, lo sforzo è coronato dal successo. Dopo un breve, vertiginoso scherzo ed un (canzonatorio?) solenne recitativo di fagotto (in cui Leonard Bernstein ha percepito un riferimento alla Nona di Beethoven) che funge da quarto movimento, Shostakovich torna al tono giocoso e a quello triviale nel movimento conclusivo, che culmina in modo derisorio in una caricatura di marcia trionfale. In totale contrasto, il secondo movimento è costruito attorno ad alternanze tra un piccolo tema molto lamentoso esposto da vari assoli dei legni e una lenta, cromatica marcia suonata in accordi paralleli dagli archi, esageratamente lugubre fino a raggiungere i toni della parodia. Nicolò Umberto Foron, insieme a un’ orchestra davvero in eccellente stato di forma, ha reso con ammirevole precisione tutto il carattere grottescamente ironico di questa musica. Il giovanissimo direttore italo-tedesco ha trovato accenti e colori da interprete di alto livello, per eleganza di fraseggio, accuratezza nella realizzazione delle dinamiche e perfetta immedesimazione stilistica, delineando con grande efficacia la parodia dello stile classico che costituisce il carattere peculiare della partitura. Un’ esecuzione trascinante, davvero notevole per sicurezza tecnica e maturità interpretativa soprattutto in un musicista così giovane. Successo pieno e ben meritato per un ragazzo dal talento davvero non comune, che in questa occasione ha dimostrato di essere in possesso di tutti i requisiti necessari per intraprendere una carriera di alto livello.


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