
Foto ©Andrew Burn
Fra le proposte che la vita musicale di Stuttgart presenta nel campo della musica sei-settecentesca, di notevole interesse sono quelle de Il Gusto Barocco, un gruppo strumentale fondato nel 2008 da Jörg Halubek, quarantasettenne cembalista, organista e direttore originario del Nordrhein-Westfalien che da otto anni è professore di organo e strumenti storici a tastiera alla Musikhochschule Stuttgart e ha riunito in questo ensemble alcuni degli strumentisti che hanno studiato con lui alla Schola Cantorum Basiliensis, da decenni una tra le istituzioni didattiche di assoluta eccellenza nel campo della musica antica eseguita secondo le prassi storicamente informate. Dal 2020 Il Gusto Barocco propone ogni anno una stagione concertistica intitolata Stuttgart Reihe in cui presenta programmi di musiche strumentali e organistiche oltre che all’ opera barocca, nel cui ambito Haluberk presenterà nel marzo 2026 Tamerlano e Bajazet, un suo nuovo progetto basato sulla struttura del cosiddetto pasticcio, che nel Settecento era il nome con cui si definivano gli spettacoli operistici costruito assemblando musiche già composte di autori diversi. Avevo già assistito ad alcuni concerti di questa formazione e ne ero rimasto impressionato favorevolmente, quindi ho deciso di andare ad ascoltare il loro concerto di apertura della stagione 205/26, di nuovo nella Leonhardskirche, chiesa quattrocentesca in stile tardogotico ricostruita con alcune modifiche dopo l’ ultima guerra e situata nel Bohnenviertel, una tra le zone più suggestive della parte occidentale di Stuttgart.

Foto ©Andrew Burn
Per questa serata inaugurale, Jörg Halubek e Il Gusto Barocco hanno presentato un programma che comprendeva accanto a due Triosonate e una Fuga per solo cembalo di Händel, l’ esecuzione di Ein musikalisches Opfer BWV 1079. Per chi come me e, penso, molti di voi, ama davvero la musica di Bach, questo straordinario trattato di scienza musicale in cui Bach utilizza tutte le possibilità combinatorie del cosiddetto Thema Regium fornitogli come prova di abilità dal re di Prussia Friedrich II durante la sua visita alla reggia di Potsdam del 7 e 8 maggio 1747 e consistente in tre note ascendenti che coprono i gradi dell’ accordo di tonica di DO minore seguite da un semitono ascendente e poi da una discesa di settima diminuita che dopo una cadenza riconduce alla tonalità fondamentale, costituisce una tra le più grandi prove della incredibile capacità contrappuntistica di Bach che riserva spunti di meditazione e riflessione a ogni ascolto. Non si tratta naturalmente di una musica di facile e immediata comprensione, quindi con una scelta molto opportuna Halübek e gli altri membri del gruppo hanno spiegato le caratteristiche dei brani del ciclo prima di eseguirli, fornendo esempi sonori del modo in cui il tema viene elaborato da Bach e dei vari tipi di strutture contrappuntistiche impiegate nel corso della raccolta. Dal punto di vista della qualità esecutiva, Jörg Halubek e la violinista Eva Saladin hanno messo in mostra qualità strumentali di ottimo livello e una padronanza stilistica inappuntabile così come gli altri due strumentisti, la flautista Claire Genewein, eccellente nella Sonata a tre che forma il vero nucleo espressivo della raccolta in cui il Thema Regium viene esposto estesamente con ricchezza di accenti e di idee melodiche, con lo scopo di valorizzare ed esaltare principalmente il flauto, lo strumento che il re Friedrich II suonava con grande perizia, e il violoncellista Jonathan Pešek, che come continuista ha una ricca esperienza di attività con grandi specialisti del settore come Andrea Marcon, Vaclav Luks e il gruppo l’ Ornamento. Un concerto interessantissimo, che ha arricchito la nostra esperienza e le nostre conoscenze di questo vero e proprio monumento dell’ arte bachiana e lungamente applaudito da un pubblico intervenuto in quantità assai numerosa.
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