Ludwigsburger Festspiele 2025 – Arabella Steinbacher

Foto ©Reiner Pfisterer

L’ ultimo appuntamento dei Ludwigsburger Festspiele 2025 nella Ordensaal del Residenzschloss era il recital di Arabella Steinbacher e Peter von Wienhardt. Sono da tempo un convinto estimatore della quarantatreenne violinista originaria di München che io ho più volte segnalato nei miei resoconti come una tra le soliste più interessanti della nostra epoca. Allieva di grandi insegnanti come Ana Chumachenco (dalla cui scuola sono uscite anche altre grandi violiniste come Lisa Batiashvili, Veronika Eberle e Julia Fischer) e il leggendario Ivry Glitis che fino alla morte l’ ha seguita come condigliere artistico, Arabella Steinbacher, figlia di un soprano giapponese e di un maestro collaboratore della Bayerische Staatsoper, è a mio avviso sicuramente la più dotata tra le violiniste tedesche delle ultime generazioni. Bellezza di suono, musicalità di alto livello e classe interpretativa superiore fanno di questa ragazza una delle più belle realtà apparse in questi ultimi anni nel panorama concertistico internazionale. Da quando la sentii per la prima volta in concerto nel 2012, non manco mai di andare ad ascoltare la giovane virtuosa bavarese ogni volta che si esibisce da queste parti e ho potuto seguire in questi ultimi tredici anni la sua costante maturazione interpretativa che oggi l’ ha resa una strumentista di autentica e indiscutibile classe, dalla carriera prestigiosa che l’ ha portata ad esibirsi per le più grandi istituzioni concertistiche mondiali.

Dopo tante esibizioni insieme alle grandi orchestre nella zona di Ludwigsburg e Stuttgart, per il suo ritorno ai Ludwigsburger Festspiele la Steibacher ha presentato un recital insieme a Peter von Weinhardt, cinquantanovenne pianista e compositore tedesco di origini ungheresi che da qualche tempo è il suo partner abituale per i concerti cameristici. Il programma era decisamente di taglio originale: nessuna grande Sonata classica, romantica o moderna ma tutta una serie di quei brevi pezzi di alto virtuosismo, spesso trascritti dai grandi virtuosi storici del passato, che i violinisti nei recital di solito riservano ai bis. Dopo quattro melodie dall’ opera Porgy and Bess di Gershwin arrangiate per il violino da Jascha Heifetz, seguivano due lavori di Camille Saint-Saëns, l’ Havanaise op. 83 e l’ Introduction et Rondo capriccioso op. 28 scritta per il leggendario Pablo de Sarasate, qui eseguita nella trascrizione per violino e piano di Georges Bizet e diventata fin dalla sua prima esecuzione un cimento quasi obbligatorio per i grandi virtuosi. La Steinbacher ha suonato il pezzo in maniera davvero eccellente per la squisita eleganza del fraseggio e la bellezza di un suono forse non eccessivamente ampio nella corda di sol ma limpido, cristallino e ricco di armonici. Dal punto di vista tecnico, la souplesse con cui la violinista monacense ha risolto tutti i passaggi virtuosisitici è stata davvero ammirevole, soprattutto nei trilli e salti di ottava del secondo tema. Una realizzazione notevole per raffinatezza e flessibilità nei tempi rubati, sottolineati in maniera eccellente dalla realizzazione della parte pianistica compiuta da Peter von Weinhardt. Tre celebri melodie di origine ispanica concludevano la prima parte del programma: Estrellita del compositore messicano Manuel Maria Ponce, nella trascrizione di Jascha Heifetz e due danze di Manuel de Falla, la Danza Española dall’ opera La vida breve trascritta da Fritz Kreisler e la Danza ritual del fuego dal balletto El amor brujo.

Foto ©Reiner Pfisterer

Dopo la pausa, seguivano cinque brani dal balletto Romeo und Julia di Prokofiev arrangiati da Peter von Weinhardt, nei quali Arabella Steinbacher ha dato una bella dimostrazione della sua abilità nel realizzare le linee melodiche tramite lo splendido suono del suo nuovo violino. Dopo aver suonato per anni lo Stradivari Booth del 1716, l’ artista monacense ha infatti da qualche tempo avuto in uso da una fondazione svizzera lo strumento, sempre opera del liutaio cremonese, del 1718 chiamato Ex Benno Walter. Si tratta di un violino dalla storia veramente illustre: uno dei primi proprietari fu il principe di Donau-Eschingen la cui famiglia fu tra i primi ammiratori di Mozart; successivamente esso passò nelle mani del barone Ludwig von Eichtal che lo diede in uso al violinista Benno Walter, da cui ha preso il nome. Dopo altri passaggi di proprietà il prezioso violino venne acquistato da Deszö Szigeti, zio del celeberrimo Joseph Szigeti. Da allora lo Stradivari è conosciuto anche come Ex-Deszö Szigeti. C’ è una sottile connessione che lega Arabella Steinbacher a questo strumento: i suoi genitori le diedero questo nome perché amanti dell’ omonima opera di Richard Strauss e Benno Walter fu l’ insegnante di violino del compositore e cugino del padre, il cornista Franz Strauss. Nelle mani di Arabella Steinbacher, il violino mette in mostra tutte le sue qualità timbriche e la virtuosa riesce a ricavare il meglio delle sonorità tramite la sua tecnica dell’ arco, assolutamente impeccabile per purezza e precisione di attacchi, cavata, intensità del legato, perfetta articolazione delle agilità. Seguiva un omaggio della violinista monacense al suo grande conterraneo Richard Strauss con l’ esecuzione del monologo Aber der richtige, wenns einen gibt dall’ opera Arabella, che per la Steinbacher ha un significato particolare in quanto i suo genitori hanno voluto darle questo nome proprio in omaggio al capolavoro straussiano, e una scelta di Valzer da Der Rosenkavalier rielaborati dal grande violinista ceco Váša Příhoda nei quali la virtuosa bavarese ha afoggiato una serie di eleganti rubati di altissima classe perfettamente assecondati dal pianismo raffinato ed espressivo di Peter von Weinhardt, col quale la Steinbacher ha dimostrato una perfetta intesa di intenzioni interpretative. L’ Adagio dal balletto Spartacus di Armin Chatschaturjan, suonato con una struggente intensità cantabile, seguito dalla celeberrima Danza delle Sciabole dal balletto Gajaneh, conosciuta da chiunque per la sua presenza in diversi film famosi e nella quale Arabella Steinbacher ha sfoggiato una serie di staccati altamente spettacolari, hanno suscitato l’ entusiasmo del pubblico che la violinista ha ripagato con una struggente esecuzione della Meditation dalla Thais di Massenet, resa in maniera intensamente espressiva con una linea di canto davvero immacolata. Una splendida conclusione per una serata di alto livello musicale.


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