Staatsorchester Stuttgart – 5. Sinfoniekonzert

Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Il quinto appuntamento con la stagione sinfonica della Staatsorchester Stuttgart aveva il suo principale motivo di interesse nella presenza di Alexander Melnikow, cinquantaduenne pianista moscovita allievo del grande insegnante Lev Naumov e dalla carriera internazionale prestigiosa documentata da diverse incisioni discografiche realizzate per l’ etichetta Harmonia Mundi, alcune delle quali, come l’ integrale delle Sonate per violino e piano di Beethoven insieme a Isabelle Faust che con lui si esibisce regolarmente in concerto, sono state insignite di premi internazionali. Nella scelta del repertorio le decisioni di Melnikow sono sempre di grande originalità, come testimoniano la sua predilezione per le opere pianistiche di Shostakovich e il suo grande interesse per l’ esecuzione su strumenti d’ epoca secondo la prassi esecutiva storicamente informata.

Per questa esibizione alla Liederhalle il pianista russo ha scelto la Rapsodia su un tema di Paganini op. 43 di Rachmaninov. Alle prese con un pezzo che richiede, oltre alle doti virtuosistiche, anche la capacità di evidenziare la ricchezza della tavolozza timbrica concepita dall’ autore, Melnikow ha superato la prova in maniera davvero entusiasmante. Il suo suono è ben definito, omogeneo, potente e ampio nelle dinamiche. La tecnica è sicuramente quella di un virtuos completo, sia nell’ attacco del tasto che nella chiarezza e definizione dei passi di agilità. L’ interprete è dotato di personalità e temperamento, oltre che di senso della forma e lucidità espositiva. Notevole in particolare è stata la resa delle ultime sei Variazioni, con la diciottesima in re bemolle maggiore splendidamente sottolineata nell’ espansione melodica ben sostenuta dal suono caldo e cantabile degli archi della Staatsorchester Stuttgart e il crescendo virtuosistico del Presto finale nei numeri 19-24, in cui ritorna prepotentemente in primo piano il dinamismo ritmico e timbrico nella ripresa in forma rapsodica degli spunti melodici trattati nel primo gruppo di variazioni. Un’ interpretazione di eccellente livello anche se guastata da un paio di scollamenti ritmici fra orchestra e solista. Trionfo finale per Melnikow, che ha concesso un fuori programma.

Sul podio per questa serata era il trentatreenne Karem Hasan, nato in Gran Bretagna da una famiglia di origini cipriote e vincitore nel 2017 del Nestlé and Salzburg Festival Young Conductors Award, che ha iniziato la prima parte con l’ Ouverture beethoveniana Leonore No. 3. Una scelta che a me è sembrata leggermente fuori posto perché estranea al resto del programma. Oltretutto l’ esecuzione era abbastanza impersonale, suonata correttamente ma diretta con scarsa ispirazione e in modo abbastanza metronomico e meccanico. Completavano il concerto le Variations on an Original Theme for orchestra, “Enigma” op. 36, probabilmente la composizione più conosciuta di Edward Elgar. Personalmente non sono un grande ammiratore dei musicisti inglesi, con la sola eccezione di Benjamin Britten, ma questa partitura è indubbiamente di grande fascino per la strumentazione abilissima, l’ ispirazione delle linee melodiche e lo stile perfettamente rappresentativo del mondo culturale britannico. Karem Hasan ne ha dato una lettura tutto sommato ben riuscita, con una buona accuratezza nella realizzazione delle dinamiche e fraseggi appropriati. Successo assai vivo da parte di un pubblico intervenuto assai numeroso.


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