
Foto ©Roman Nowitzky
Il nuovo allestimento dello Stuttgarter Ballett comprende quattro brevi lavori, accomunati dal fatto di essere stati coreografati da artisti che hanno fatto o fanno parte dell’ ensemble e dal tema del sogno inteso come condizione mentale estranea alla vita quotidiana. Non si tratta di nuove creazioni ma di balletti già presentati durante le passate stagioni e qui per la prima volta riuniti in un’ unica serata alla Schauspielhaus sotto il titolo Nacht/Träume. La serata iniziava con Sospesi, una coreografia di Vittoria Girelli, danzatrice monzese che è entrata a far parte dello Stuttgarter Ballett nel 2016 dopo gli studi compiuti alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e alla English National Ballett School. Per questa sua creazione, Vittoria Girelli ha dichiarato di esseresi ispirata ai quadri di Hyeronimus Bosch e alla commedia Gli Uccelli di Aristofane, per rappresentare ciò che anima l’ esistenza umana in tutte le sue sfaccettature desiderabili e sfavorevoli, osservata con occhio critico e scettico da esseri che gradualmente dalla mezza altezza delle pareti ripide scendono sulla terra per insegnare alle persone come comportarsi e mostrar loro la vera vita, libera da conflitti, che si svolge nelle altezze luminose – in sospensione, appunto. Su un collage sonoro formato da brani di Davidson Jaconello, Elgar, Schubert e Chopin, i ballerini danno vita a una coreografia di raffinata eleganza che mescola elementi del balletto classico con brevi sequenze di movimenti convulsi, in un effetto complessivo davvero attraente.

Foto ©Roman Nowitzky
Il secondo pezzo era La Jeune Fille et les Morts, creato per lo Stuttgarter Ballett nel 2022 da Sasha Riva e Simone Repele, formatisi all’ accademia dell’ Hamburg Ballett sotto la guida del grande John Neumeier, poi entrati a far parte del Ballett du Grand Théâtre de Genève e che nel 2020 hanno fondato la propria associazione Riva & Repele danzArte, investendo nella creazione di programmi dove danzano insieme a diversi artisti. Il balletto da loro creato per Stuttgart è una struggente, commossa interpretazione del celebre Andante con moto dal Quartetto per archi in re minore Der Tod und das Mädchen di Schubert. La visualizzazione di una giovane donna che ripercorre i momenti più importanti della sua vita di fronte alla morte che è venuta a prenderla era interpretata con una straordinaria intensità espressiva da Elisa Badenes, che qui ha potuto mettere in mostra tutta la sua straordinaria classe da artista fra le migliori in assoluto del panorama attuale della danza. Una bellissima elegia danzata, un quarto d’ ora circa di emozione pura, a cui contribuivano efficacemente anche Lassi Hirvonen e Martino Semenzato che impersonavano le due raffigurazioni della morte. Per il mio personalissimo gusto, si trattava assolutamente del vertice artistico della serata.

Foto ©Roman Nowitzky
Il terzo brano della serata, Nachtmerrie, che in olandese significa incubo, è un lavoro di Marco Goecke, per diversi anni Hauscoreograph dello Stuttgarter Ballett, rappresentato per la prima volta il 19 giugno 2021 nella serata che segnava il ritorno all’ attivita dell’ ensemble dopo la lunga pausa pandemica. Si tratta di un duetto raffigurante una coppia che vive una relazione tormentata, con slanci di affetto alternati a momenti di repulsione. La musica del Budapest Concert di Keith Jarrett seguito da Bad Romance di Lady Gaga costituisce la base di una coreografia basata su una gestualità brusca e secca, con un mix di movimenti a scatti di braccia e gambe e di gesti sorprendentemente armoniosi e scorrevoli. I due danzatori si guidano a vicenda nei movimenti, eseguendoli in parallelo, finché – inizialmente in modo impercettibile – la seconda persona si emancipa, trova i propri movimenti e poi a sua volta guida l’altra in un perfetto do ut des, realizzato da Mackenzie Brown e Henrik Erikson con un affascinante controllo del corpo, in perfetto equilibrio tra l’ accettazione meccanica delle istruzioni di movimento del partner e la propria individualità, realizzando un’atmosfera cangiante in cui si alternano incubo cupo e scoppi di allegria.

Foto ©Roman Nowitzky
Concludeva lo spettacolo Lost Room del ballerino e coreografo piemontese Fabio Adorisio, entrato nello Stuttgarter Ballett direttamente dalla John Cranko Schule e autore di quattro produzioni per l’ ensemble. Su una base sonora costituita da un brano appositamente composto da Marc Strobel, seguito dalle Sonate per violoncello e pianoforte di Rachmaninov e Grieg, la coreografia di Adorisio visualizza le relazioni tra i sessi in molti modi diversi, spaziando dal ritrovarsi alla separazione, dalle tensioni relazionali alla lotta per il predominio tra donne e uomini. Con movimenti drammatici ed energici, interpretati brillantemente da Agnes Su, Mizuki Amemiya ed Eva Holland-Nell, le donne assumono una posizione combattiva contro gli uomini che cercano di imporsi su di loro; David Moore, Cristopher Kunzelmann, Adhonay Soares da Silva e Matteo Miccini riescono a creare un’ affascinante oscillare tra violenta ribellione e sottile resa. Come tutto il resto dello spattacolo, anche qui si metteva in mostra tutta la straordinaria bravura dei danzatori dello Stuttgarter Ballet, che hanno davvero pochi rivali al mondo per il livello complessivo delle loro esibizioni. Pur non essendo un esperto di danza a livello tecnico, non manco mai di restare affascinato dalla perfezione assoluta degli spettacoli di questo meraviglioso ensemble, che anche in questa occasione ha entusiasmato gli spettatori. Una serata coinvolgente ed emozionante, come sempre accade quando si va ad assistere agli spettacoli dello Stuttgarter Ballett.
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