Carlo Forlivesi e Caroline Daub
Carlo Forlivesi, nato a Faenza nel 1971, è un compositore italiano apprezzato a livello internazionale, che nella sua produzione si muove in uno spazio geografico e temporale che vede protagonisti strumenti elettronici, orchestrali, cameristici, etnici, scavando nel passato degli antichi inni latini, di Bach e di Haydn, ed esplorando una cultura tradizionale completamente differente e lontana dalla nostra come quella giapponese. La ricerca da lui condotta in venticinque anni su quattro continenti lo ha portato ad avere, come egli stesso afferma: “un’ estetica, un linguaggio compositivo, un modus operandi, ma anche, in modo più ampio, una Weltanschauung, una visione del mondo, dell’ arte, della cultura e dell’ umano che sicuramente è di per sé un invito al molteplice”. Ha studiato nei Conservatori di Bologna e Milano e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Successivamente è entrato a far parte dell’IRCAM (Institute de Recherche et Coordination Acoustique/Musique) e poi del DIEM (Danish Institute of Electroacoustic Music), del Tokyo College of Music e della Northwestern University, con borse di studio dei governi di Italia, Danimarca, Giappone e Stati Uniti (Programma Fulbright).
La sua attività si è concentrata principalmente sulla musica contemporanea in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. Forlivesi ha condotto ricerche approfondite nel campo della musica e danza giapponese tradizionale, compresa la musica etnica degli Ainu. Oltre alla musica contemporanea, coltiva un interesse particolare per la musica antica, che ha studiato e suonato per diversi anni.[
Oltre che come autore di una vasta produzione che spazia tra organici strumentali differenti, Forlivesi coltiva da sempre un grande interesse per la musica antica e si esibisce regolarmente in concerto come organista, eseguendo programmi che accostano autori dell’ epoca passata e compositori contemporanei. come lui stesso ha dichiarato in un’ intervista:
Ci vuole consistenza ma al tempo stesso fluidità per poter coniare un oggetto come quello musicale che è dotato di pluralità, ed è questa pluralità la ragione che mi ha spinto negli anni a cercare autori, generi, luoghi e periodi storici diversi tra loro. Dopo decenni di attività e ricerca nel campo della musica contemporanea ed etnica non è scemato il mio affetto per la musica storica e il suo accompagnare la commedia umana, né per la grazia che risuona nella sfera del sacro; anzi, tale interesse si è moltiplicato e rigenerato, con la percezione che un suono ti richiama un altro suono, un tono ti sospinge a cercare un altro tono. Abyssus abyssum invocat, nell’ utopia di oggetti costruiti per il sempre, per l’ effimero, per il nulla eterno, o nella continua ricostruzione che ci dona parvenza di vita immortale, perché siamo non solo figli oggetto della storia ma anche suo soggetto, in un rapporto di complicità che viene percepito certamente nei suoi effetti ma anche nel suo principio.
Il prossimo 10 novembre Carlo Forlivesi terrà un concerto organistico nella Stadtkirche di Bad Cannstatt a Stuttgart, la città dove da qualche anno risiede. Il programma raggruppa sotto il titolo Musik jenseits des Menschlichen: Von der Via Emilia in die Welt musiche di autori emiliani antichi e contemporanei.
Programm:
Jacopo da Bologna (14. Jahrhundert) von Bologna: O cieco mondo (Blockflöte und Orgel)
Giacomo Fogliano (1468-1548) von Modena: Ricercare IV (Orgel)
Girolamo Frescobaldi (1583-1643) von Ferrara: Auszüge aus “Fiori musicali, 1635” (Orgel)
Arcangelo Corelli (1653-1713) von Fusignano: Sonata VIII opera quinta (Blockflöte und Orgel)
Version für Blockflöte mit Diminutionen von Pietro Castrucci (1679-1752)
– Preludio, Allemanda, Sarabanda, Giga –
Stefano Bonilauri (*1964) von Reggio-Emilia: Auszüge aus “12 piccoli studi per organo” (Orgel)
Insieme a Carlo Forlivesi suonerà Carolin Daub, nata a Herrenberg e specialista del flauto dolce di cui è oggi considerata una fra le giovani esecutrici più autorevoli.
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