Il Gusto Barocco – Die Kunst der Fuge

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Foto ©Daniele Caminiti

Fra le tante proposte concertistiche offerte dalle varie istituzioni musicali di Stuttgart, le stagioni dedicate alla musica antica hanno uno spazio adeguato grazie a complessi specializzati come Il Gusto Barocco, un gruppo fondato nel 2008 da Jörg Halubek, quarantaseienne cembalista, organista e direttore originario del Nordrhein-Westfalien che da otto anni è professore di organo e strumenti storici a tastiera alla Musikhochschule Stuttgart e ha riunito in questo ensemble alcuni degli atrumentisti che hanno studiato con lui alla Schola Cantorum Basiliensis, da decenni una tra le istituzioni didattiche di eccellenza nel campo della musica antica eseguita secondo le prassi storicamente informate. Dal 2020 Il Gusto Barocco propone ogni anno una stagione concertistica intitolata Stuttgart Reihe in cui presenta programmi di musiche strumentali e organistiche oltre a progetti dedicati all’ opera barocca tra i quali è stata apprezzata in modo particolare la  ripresa de Il Muzio Scevola, melodramma composto per per la Royal Academy of Music con i tre atti affidati rispettivamente a Filippo Amadei, Giovanni Bononcini e Georg Friedrich Händel.

Per la serata inaugurale della stagione 2024/25, Jörg Halubek e Il Gusto Barocco hanno presentato Die Kunst der Fuge, l’ ultima monumentale composizione di Johann Sebastian Bach nella quale il musicista di Eisenach voleva compendiare tutte le sue conoscenze e abilità nel campo della scienza contrappuntistica. Lasciata incompiuta dall’ autore proprio nel punto in cui nell’ ultima Fuga a tre voci entra il tema formato dalle note SI♭-LA-DO-SI, che nella notazione tedesca si scrivono B-A-C-H, l’ opera pone all’ esecutore tutta una serie di problemi abbastanza complessi riguardo alla successione dei brani e al fatto che Bach non ha lasciato alcuna indicazione riguardo a un possibile organico strumentale per le esecuzioni, sempre ammettendo che la raccolta non fosse destinata esclusivamente allo studio teorico, come ipotizzano alcuni studiosi.

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Jörg Halubek. Foto ©Marco Borggreve

Per questa esecuzione tenutasi nella Leonhardskirche, chiesa quattrocentesca in stile tardogotico ricostruita con alcune modifiche dopo l’ ultima guerra e situata nel Bohnenviertel, una tra le zone più suggestive della parte occidentale di Stuttgart, Jörg Halubek ha optato per la successione dei brani stabilita da Peter Schleuning nel 1993, con la conclusione affidata al Corale Wenn wir in höchsten Noten sein che Bach, ormai cieco, dettò prima di morire, e per una strumentazione composta da cornetto, tre tromboni, due flauti traversi, oboe, fagotto, cinque archi, organo e cembalo. Per chi come me e, penso, molti di voi, ama davvero la musica di Bach, questo straordinario trattato di scienza musicale in cui l’ autore utilizza tutte le possibilità combinatorie della sua incredibile capacità contrappuntistica è un’ esperienza che riserva spunti di meditazione e riflessione a ogni ascolto. Non si tratta naturalmente di una musica di facile e immediata comprensione e quindi la proposta esecutiva scelta da Jörg Halubek era estremamente interessante come tipo di approccio. In pratica, gli strumentisti cambiavano posizione ad ogni Contrapunctus sfruttando tutti gli spazi acustici della chiesa per dare il massimo risalto alle varie voci delle Fughe in combinazione con organici strumentali diverso per ogni entrata dei temi. Il risultato d’ insieme era molto suggestivo per gli effetti sonori oltre che per la grande abilità esecutiva di Halubek e di tutti i componenti dell’ ensemble, che hanno suonato mettendo in mostra qualità strumentali di ottimo livello e una padronanza stilistica inappuntabile. Ne è risultato un concerto estremamente coinvolgente per il pubblico, guidato in maniera efficace a scoprire tutte le caratteristiche di questa musica affascinante e che ha arricchito la nostra esperienza e le nostre conoscenze di questo vero e proprio monumento dell’ arte bachiana. La Leonhardskirche era riempita sino all’ ultimo posto da un pubblico molto attento e concentrato, come sempre accade da noi quando si esegue la musica di Bach, e i lunghi applausi finali hanno concluso al meglio una serata di ottima qualità.


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