Sophie Pacini a Stuttgart

wp-17088781617258255667307740787745

Foto ©Marcus Freisem

Sophie Pacini, trentaduenne pianista nata a München da padre italiano e madre tedesca, si è affermata in questi ultimi anni come una fra le migliori giovani strumentiste del panorama musicale in Germania. Allieva di insegnanti illustri come Dmitri Bashkirov e Fou Ts’ong, la giovane ragazza bavarese si è fatta conoscere dal pubblico anche come conduttrice di programmi radiofonici per il Bayerische Rundfunk, Deutschlandfunk e l’ SWR, oltre che per la sua abitudine di presentare personalmente i suoi concerti, con una competenza e una capacità comunicativa assai notevoli. Da diverso tempo conosco Sophie Pacini attraverso i social networks, che lei utilizza assiduamente per restare in contatto con il suo pubblico, e attendevo con grande curiosità di poterla ascoltare dal vivo, in una serata organizzata dalla società StuttgartKonzert. Il recital è stato di una qualità artistica pienamente all’ altezza delle aspettative, come non sempre accade quando si tratta di musicisti ancora giovani. Quando si va ad ascoltare in concerto un pianista delle ultime generazioni, di solito si sa che ci si puo attendere esecuzioni impeccabili dal punto di vista tecnico. Il pianismo dei nostri tempi ha raggiunto un livello medio talmente elevato da produrre tutta una serie di strumentisti in grado di affrontare con la massima sicurezza il repertorio virtuosistico più arduo. Il problema è vedere se dietro la preparazione tecnica impeccabile ci sia un temperamento interpretativo capace di soluzioni originali e una musicalità capace di comunicare, cosa che purtroppo non sempre accade.

wp-17088582201584317137836010941931

Foto ©Mozart2006

Sotto questo punto di vista, Sophie Pacini mi è sembrata una personalità decisamente interessante. Avevo ascoltato con attenzione i suoi CD oltre al bellissimo DVD del suo concerto viennese insieme a Martha Argerich, che da anni la segue e la consiglia dal punto di vista artistico,  e ne avevo riportato un’ impressione decisamente assai favorevole, che questa serata alla Mozartsaal della Liederhalle mi ha confermato. La pianista italo-tedesca mi è sembrata una musicista completa e già dotata di una ragguardevole maturità espressiva. Il suono è bello, potente, timbrato e controllato alla perfezione in tutta la gamma dinamica. La tecnica è sicuramente quella di una virtuosa completa, sia nell’ attacco del tasto che nella chiarezza e definizione dei passi di agilità. L’ interprete è dotata di personalità e temperamento, oltre che di senso della forma e lucidità espositiva. Nei brani chopiniani della prima parte, l’ esecuzione di Sophie Pacini si caratterizzava per il tono raffinato e l’ eleganza spontanea del fraseggio, oltre che per la magnifica tecnica di agilità brillante, con i passaggi virtuosistici risolti in maniera impeccabile dal punto di vista della precisione e della nettezza di articolazione. Lo Chopin della ragazza monacense è davvero molto interessante per la freschezza espressiva e la precisione assoluta con cui vengono risolti tutti i passaggi tecnici più complicati, come nel caso della Ballata op. 23 e dello Scherzo op. 31, oltre che per la vitalità di un fraseggio basato di una musicalità davvero di livello superiore e una maturità notevolissima, soprattutto in una pianista così giovane. Anche nei due Preludi di Skrjabin che completavano la prima parte del programma si poteva apprezzare la qualità di un suono davvero bello e graduato con grande precisione.

wp-17088582689306119509102435242830

Foto ©Mozart2006

La seconda parte era interamente occupata dalla Sonata in si minore di Liszt, che per un pianista costituisce un test assai severo sia dal punto di vista tecnico che da quello dell’ interpretazione. Sophie Pacini, dopo aver presentato il pezzo soffermandosi in particolare sulla struttura compositiva, ha attaccato i Si naturali bassi che aprono il brano con un suono livido e cupo, il primo tema sembrava quasi venir fuori da un cielo nuvoloso e l’ atmosfera drammatica si caricava lentamente fino ai climax della parte centrale. Eccellente la nobiltà espressiva che Sophie Pacini ha conferito al cosiddetto tema di Margarethe e naturalmente inappuntabile la resa dei passi virtuosistici, con ottave che a tratti balenavano come lampi. Bellissimo, davvero da manuale il tono con cui la ragazza bavarese ha preparato e risolto le battute finali. Il suono che gradatamente si spegneva in tinte quasi crepuscolari, con il Si basso conclusivo ridotto quasi a un sussurro, siglava in modo riuscitissimo un’ esecuzione assolutamente di gran classe. Credo che non molti pianisti di oggi siano in grado di eseguire la Sonata in si minore con una tale forza espressiva unita a un dominio tecnico assolutamente totale come questa giovane, la cui esecuzione risolveva con facilità e disinvoltura tutti i trabocchetti insidiosi e le difficoltà che rendono assai ardua la musica pianistica del compositore ungherese. Parlando di controllo delle sfumature, qualità del suono e spontaneità di fraseggio si capiva molto bene come la strumentista bavarese si trovasse a suo agio con questa musica e dominasse le difficoltà della scrittura, che in questo brano è tra le più complesse di tutta la letteratura pianistica, in maniera molto sicura e consapevole. Valutando complessivamente il livello musicale della serata, posso senz’altro dire che a mio avviso la giovane pianista italo-tedesca ha dimostrato sicure e definite qualità di interprete, che ne fanno senza dubbio un’ artista da seguire con attenzione nei prossimi anni. Trionfo finale per Sophie Pacini, che come bis ha suonato un pezzo di Ennio Morricone, la melodia principale dal film Nuovo Cinema Paradiso, dando una bellissima dimostrazione di tocco raffinato e capacità di sottolineare tutto il respiro delle linee melodiche.


Scopri di più da mozart2006

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.