
Foto Henrik Hoffmann
Il quinto concerto in abbonamento della stagione della SWR Symphonieorchester prevedeva il debutto sul podio di Andrés Oroczo-Estrada, quarantasettenne direttore colombiano originario di Medellin e residente a Vienna dove ha studiato presso la prestigiosa Hochschule für Musik und darstellenden Kunst, attivo presso quasi tutte le grandi formazioni sinfoniche europee e come Chefdirigent della hr-Sinfonieorchester dal 2014 al 2021, oltre che per due anni dei Wiener Symphoniker, prima di assumere la guida dell’ Orchestra Nazionale della RAI a Torino e la carica di Generalmusikdirektor a Köln a partire dalla stagione 2025/26. Io conoscevo Oroczo-Estrada solo tramite dischi e streaming, in quanto l’ avevo ascoltato dal vivo solo una volta alla Staatsoper Stuttgart una decina di anni fa, in una ripresa di Traviata che sinceramente non mi aveva fatto una grande impressione. In ogni caso si tratta senza dubbio di un direttore tecnicamente preparato, dal gesto chiaro ed essenziale che gli permette di guidare l’ orchestra con sicurezza e di ottenere tutti gli effetti richiesti dalle sue indicazioni. Dopo aver condotto l’ orchestra in una tornée in Spagna, il maestro sudamericano è arrivato alla Liederhalle per esecuire un programma composto da due grandi pagine del repertorio tedesco. Nella prima parte abbiamo ascoltato il Concerto per violino op. 77 di Brahms. Solista era Isabelle Faust, che in questa stagione è Artist in residence della SWR Symphonieorchester e ha offerto al pubblico della Liederhalle una bellissima dimostrazione della sua classe interpretativa. C’ era molta attesa a Stuttgart per la sua esibizione, come sempre accade per i concerti della Faust visto che lei è nativa di Esslingen am Neckar, e la magnifica prova della violinista ha risposto pienamente alle aspettative del pubblico. Isabelle Faust, che suona lo Stradivari Bella Addormentata del 1709, ha un modo di far musica che non concede nulla all’ esibizionismo spettacolare ma si basa soprattutto sulla concentrazione espressiva e sulla tensione del fraseggio. Il suono è di timbro chiaro e squillante, non di grande volume ma ricco di sfumature affascinanti e messo in rilievo da una tecnica dell’ arco davvero impeccabile. Negli ultimi anni, Isabelle Faust ha raggiunto una maturità interpretativa che le consente risultati di rilievo assoluto, come nel caso di questa esecuzione brahmsiana che aveva il suo punto culminante nella bellissima resa del movimento centrale, con la struggente melodia magnificamente introdotta dai fiati e sviluppata dalla virtuosa tedesca con un suono morbido e tinte screziate di malinconia. Interessante anche la scelta di eseguire, al posto della solita cadenza di Joachim, quella scritta da Ferruccio Busoni che prevede l’ intervento concertante del timpano insieme al solista. Un terzo tempo virtuosisticamente scintillante e spettacolare per souplesse ed eleganza suggellava una prestazione di alto livello, che conferma la posizione di assoluto rilievo occupata da Isabelle Faust nel panorama concertistico del nostro tempo. Come bis la solista ha suonato la Romanza in fa maggiore op. 118 N° 5 di Brahms nell’ arrangiamento per violino e orchestra di Adrien Jurkovic.

Foto ©swr.de
Ma il punto forte di questo programma era senza dubbio la seconda parte, nella quale Orozco-Estrada e l’ orchestra affrontavano la Alpensinfonie op. 64 di Richard Strauss, uno dei brani più impegnativi di tutto il repertorio sinfonico per la vastità dell’ organico orchestrale e le difficoltà tecniche poste da una scrittura che impegna gli esecutori al massimo delle loro possibilità sulla scia di altri composizioni sinfoniche di poco precedenti come i Gurrelieder di Schönberg e l’ Ottava Sinfonia di Mahler. La SWR Symphonieorchester ha superato la prova in modo davvero splendido, con un’ esecuzione assolutamente perfetta sotto il profilo della compattezza sonora e della qualità timbrica. Magnifici gli archi per ricchezza di armonici e varietà cangiante di un suono morbido e pastoso, con quella tinta quasi dorata che costituisce una caratteristica peculiare del complesso. Assolutamente perfetta tutta la sezione fiati, con legni dalle stupende tinte color pastello ed ottoni impeccabili per squillo, penetrazione e intonazione. Dal podio Andrés Orozco-Estrada, sfruttando al meglio le qualità tecniche dell’ orchestra, ha impostato una lettura epica e grandiosa, con sonorità maestose e un tono narrativo di appassionata eloquenza. Un edificio sonoro di affascinante ampiezza strutturale, perfetto nell’ evocare l’ esaltazione nietzschiana di fronte alla maestosità delle montagne evocata da Strauss in questa monumentale partitura, che costituisce uno dei vertici assoluti della sua produzione sinfonica. Tutta la sezione centrale è stata resa con uno splendore sonoro di bellezza affascinante e con una scelta di tempi impeccabile nella sua coerenza strutturale, sostenuti con grande intensità nei momenti culminanti e un’ espressività che facevano di questa esecuzione un vero racconto epico invece della mera illustrazione paesaggistica a cui il brano viene spesso ridotto. Bellissima anche la parte conclusiva, resa dall’ orchestra con tinte morbide perfettamente graduate fino alle ultime battute. Con questa interpretazione di un capolavoro tra i più ardui da affrontare per un direttore, Andrés Oroczo-Estrada ha messo in mostra un’ autorevolezza interpretativa senza dubbio degna di una bacchetta di rango internazionale. Liederhalle esaurita e grande successo finale, con intensi applausi all’ orchestra e al direttore.
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