Internationale Hugo-Wolf-Akademie – HAPPY BIRTHDAY, Franz Schubert!

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Per festeggiare l’ anniversario della nascita di Franz Schubert, la Internationale Hugo-Wolf-Akademie ha organizzato una Liederabend con un programma dedicato in gran parte a brani per duetto, terzetto e quartetto vocale. Sia in dialogo, sia all’ unisono, talora vicini allo stile operistico, a quello del Singspiel o alla scrittura corale, i duetti, trii e quartetti vocali di Schubert mostrano tutta la varietà dello stile e dell’ ispirazione che animano tutta la musica del compositore austriaco. Ideati per le celebri Schubertiaden, le riunioni in circoli di amici durante la quali il musicista presentava i suoi nuovi lavori,  questi piccoli ensemble vocali evidenziano una sapienza di scrittura e un gusto per la libertà dell’ ispirazione che sono di una immediata attrattiva per l’ ascoltatore. Protagonista del concerto tenutosi nella bellissima Weißer Saal del Neues Schloss, per me forse lo spazio con la migliore acustica in tutta la città di Stuttgart, era un quartetto di giovani cantanti tutti membri dell’ ensemble della Staatsoper, formatosi pochi giorni prima della serata causa due cancellazioni per motivi di salute. Al soprano Esther Dierkes e al basso bavarese David Steffens si sono aggiunti all’ ultimo momento il tenore Moritz Kallenberg, applaudito protagonista dell’ Orfeo di Monteverdi un anno e mezzo fa, e Diana Haller, il mezzosoprano croato che in questi anni è diventata il vero punto di forza della compagnia della Staatsoper.

I Lieder a più voci di Schubert si rifanno a molteplici tradizioni, e non presentano caratteristiche altrettanto innovative rispetto a quelli scritti per voce sola. La parte piu cospicua di questa tradizione, ossia la musica corale dell’ età barocca nelle sue diverse manifestazioni, Schubert l’ aveva appresa direttamente durante il periodo del suo apprendistato come ragazzo cantore nella Hofkapelle e poi sotto la guida di Antonio Salieri, suo maestro di composizione. Per l’ ascoltatore del nostro tempo è un vero piacere fare esperienza della freschezza melodica di questi brani in cui il compositore mescola sapientemente lo stile dei canti popolari con soluzioni di scrittura estremamente raffinate. È musica fatta per essere cantata fra amici ed è in tale prospettiva che essi vanno ascoltati, come un esempio di una consuetudine che ci riporta a un’ epoca in cui quest’ arte era anzitutto un modo di ritrovarsi come individui nella società e di comunicare senza mediazioni. Forse gli unici momenti di felicità che Schubert conobbe nella sua vita desolata.

Per quanto riguarda l’ esecuzione, i quattro cantanti hanno dato una bella prova di maturià musicale e interpretativa unita alla padronanza stilistica in questo repertorio che è una tra le caratteristiche tipiche delle giovani voci di area tedesca. Le qualità artistiche individuali sono state messe in mostra al meglio nei brani solistici che completavano il programma. Esther Dierkes ha Esther Dierkes ha una bella voce di soprano lirico, omogenea in tutta la gamma e con una buona proiezione. Di Diana Haller ho già avuto spesso modo di parlare. Ogni volta che ho ascoltato la giovane cantante fiumana nel repertorio liederistico, ho sempre giudicato in maniera molto positiva il suo modo di accostarsi a questa musica, caratterizzato da un fraseggio scrupolosamente approfondito nei dettagli e da una pronuncia tedesca assolutamente perfetta, fatto ancora più notevole in un’ artista non di madrelingua, che permette di cogliere le sfumature del testo fino ai minimi particolari. Il tenore Moritz Kallenberg, che dopo gli studi a Freiburg e a Firenze ha fatto parte dell’ Opernstudio ed è poi entrato direttamente a far parte dell’ ensemble di Stuttgart, ha cantato in maniera davvero notevole per la varietà dell’ accento, la flessibilità della dinamica e la dizione attebnta, rifinita e di un’ eleganza impeccabile. Il quarantenne basso bavarese David Steffens, che qui alla Staatsoper si è fatto apprezzare come notevole interprete di ruoli come Figaro, Sarastro e Ochs, anche in questa serata ha dimostrato di possedere una buona inventiva ed eloquenza di fraseggio, con una bella capacità di evidenziare il senso delle frasi e una personalità interpretativa ben definita. Il pubblico, intervenuto assai numeroso, si è lasciato coinvolgere dall’ atmosfera di raffinatezza salottiera tipicamente Biedermeier che era la cifra stilisitca del programma, e ha applaudito a lungo i quattro giovani cantanti insieme al pianista Markus Hadulla, originario di Köln e musicista altamente stimato come accompagnatore nel repertorio liederistico e componente di complessi da camera, che ha realizzato con grande cura l’ accompagnamento e la coordinazione d’ insieme.


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