Stuttgarter Kammerorchester – Austrian Groove

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Foto ©Mozart2006

Insieme alle serate in  abbonamento alla Liederhalle, la programmazione Stuttgarter Kammerorchester propone anche il ciclo SKO Sternstunden. Si tratta di una serie di concerti che si tengono nell’ Hospitalhof, il centro spirituale della chiesa evangelica di Stuttgart, sorto dopo la guerra sullo spazio un tempo occupato dal Dominikanerkloster incorporando quanto restava della quattrocentesca Hospitalkirche, parzialmente distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e completamente ristrutturato tramite lavori terminati nel 2014. con la partecipazione di solisti scelti tra i nomi di prestigio del panorama musicale odierno. Si tratta di serate che presentano programmi di taglio particolare, spesso introdotti personalmente dal protagonista e dedicati a brani di tipo insolito. Il penultimo appuntamento del ciclo era interessante sia per la scelta dei pezzi che per la presenza come protagonista di Benjamin Schmid, cinquantacinquenne violinista viennese dalla carriera internazionale di prestigio, iniziata con la vittoria nel 1991 del secondo Violinwettbewerb Leopold Mozart ad Augsburg, seguita l’ anno successivo dall’ affermazione nell’ ultima edizione della Carl Flesch Competition di Londra.

Oltre ad aver suonato sui principali palcoscenici del mondo e collaborato con le migliori orchestre, Benjamin Schmid si dedica assiduamente anche alla musica jazz con un proprio gruppo, insieme al quale ha inciso diversi album tra i quali quello di maggior successo è stato Hot Club Jazz, registrato nel 2014 e incluso nella lista mensile delle migliori incisioni dalla giuria del Preis der deutschen Schallplattenkritik. Il programma scelto dal violinista viennese per questa serata iniziava appunto con la Suite per archi del trentaduenne Florian Willeitner, strumentista e compositore jazz che è stato allievo di Schmid al Mozarteum di Salzburg e successivamente si è affermato come uno dei migliori esponenti nel modimento jazz austriaco, che ha una consistenza fra le maggiori fra quelle di tutti i paesi europei con i suoi più di quaranta festival.

Il secondo brano in programma era il celebre Adagio op. 11 per archi di Samuel Barber, scritto nel 1938 e particolarmente amato dal pubblico per la sua atmosfera carica di struggente e introversa malinconia che da sempre lo rende una scelta adatta per cerimonie funebri, come avvenne per i funerali del presidente John F. Kennedy e la commemorazione ufficiale delle vittime dell’ attentato alle Twin Towers dell’ 11 settembre 2001. Qui la Stuttgarter Kammerorchester ha messo in mostra tutti i pregi del suo suono compatto, omogeneo e della pienezza di cavata che la caratterizzano. Chiudeva il concerto la Metropoles Suite di Herbert “Herb” Berger, polistrumentista jazz salisburghese noto a livello internazionale soprattutto come virtuoso dell’ armonica cromatica a bocca. Il pezzo fa parte del programma di Jazz Violin Concertos, l’ ultimo CD pubblicato da Benjamin Schmid che qui ha avuto modo di sfoggiare tutta la brillantezza della sua tecnica violinistica in un’ esecuzione davvero spettacolare. Grandi applausi alla fine per una serata dal carattere fresco, vivace e originale adattissimo per il clima che si respira in questi tempi prenatalizi.


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