Staatsoper Stuttgart Liedkonzerte – Diana Haller e Cornelius Meister

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Foto ©Staatsoper Stuttgart/FB

Qui a Stuttgart tutti attendevano con impazienza la Liederabend di Diana Haller con Cornelius Meister come partner pianistico, secondo appuntamento della stagione di concerti liederistici organizzata dalla Staatsoper Stuttgart in collaborazione con la Hugo-Wolf-Akademie. Dopo l’ esecuzione dei tre grandi cicli schubertiani, Cornelius Meister prosegue con la sua attività nel campo del Lied con questa serata insieme alla cantante fiumana, che negli ultimi anni si è imposta come una tra le voci di punta dell’ ensemble della Staatsoper. Ho già avuto modo di sottlineare in altre occasioni come il modo di far musica di Diana Haller e Cornelius Meister mostra una intesa artistica e un’ unità di intenti che rendono la loro collaborazione assolutamente perfetta negli esiti. La profonda sintonia interpretativa stabilitasi fra il Generalmusikdirektor della Staatsoper e il mezzosoprano croato si traduce in una reciproca intesa mediante la quale i due artisti riescono sempre a trovare un modo comune di far musica in un continuo scambio di intuizioni musicali, sfumature dinamiche e colori di grande raffinatezza. Anche in questo concerto il pianismo tecnicamente inappuntabile e perfettamente flessibile di Cornelius Meister constituiva la base sonora ideale per i fraseggi di Diana Haller, che in questa occasione ha dimostrato una volta di più di essere in grado di confrontarsi alla pari con le grandi liederiste della nostra epoca.

Il programma della serata aveva per motto Wenn ich in deine Augen seh’ ed era dedicato completamente ai Lieder di Robert e Clara Schumann. Il brano di apertura era il Dichterliebe op. 48, che si può ben definire come un pezzo unico per il carattere estremamente unitario che caratterizza il ciclo liederistico composto da Schumann su testi di Heinrich Heine. Una raccolta che per il livello altissimo della musica rappresenta davvero uno dei vertici assoluti della letteratura liederistica. Schumann trasse i testi dalle sessantacinque poesie che formano la raccolta Lyrisches Intermezzo, pubblicata da Heine come seconda parte del Buch der Lieder nel 1827. Il compositore ne scelse venti da musicare, ridotti poi a sedici nella pubblicazione della versione definitiva, stampata dall’ editore Peters. Il ciclo fu eseguito per la prima volta in pubblico ad Amburgo nel 1861 dal baritono Julius Stockhausen, celebre cantante che aveva studiato con Manuel Garcia al Conservatoire de Paris, e da Johannes Brahms al pianoforte.

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Foto ©IHWA/FB

Non sono molte le voci femminili che hanno affrontato il Dichterliebe, ciclo che di solito si associa alla voce maschile di tenore o baritono. Diana Haller lo ha eseguito mettendo in mostra tutte le risorse del suo strumento vocale dotato di grande bellezza timbrica e un accento pressochè perfetto per capacità di dare rilievo alla parola e centrare sempre il tono adatto a ciascun brano. Le cose più belle, in questa esecuzione, erano da cercare nei brani descrittivi come Das ist ein Flöten und Geigen oppure Am leuchtenden Sommermorgen attaccato dalla Haller con una mezzavoce perfettamente timbrata, entrambi splendidamente accompagnati da Cornelius Meister. Molto bella era anche l’ interpretazione di Ich grolle nicht, attaccata con un tono magnificamente ispirato e condotta con uno squisito gioco di rallentandi e accelerandi e perfettamente riuscita anche quella di Die alten, bösen Lieder, il pezzo di chiusura del ciclo, per il fraseggio commosso e partecipe siglato in maniera perfetta da Cornelius Meister con una magnifica esecuzione del postludio conclusivo.

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Foto ©IHWA/FB

Parlando dei Lieder di Clara Schumann, le pagine liederistiche composte dalla celebre pianista e moglie del compositore di Zwickau sono lavori di grande originalità e ricchi di fascino melodico, che stanno giustamente tornando nel repertorio concertistico insieme ad altri suoi lavori come il notevolissimo Concerto per pianoforte e orchestra. Dei pezzi scelti per questo programma mi ha colpito molto la delicata malinconia di Loreley, brano composto da Clara nel 1843 su un testo di Heinrich Heine i cui lavori furono una tra le principali fonti di ispirazione per entrambi i coniugi Schumann, nel quale Diana Haller ha centrato perfettamente il tono incantato e trasognato, con bellissime sfumature vocali a cui il pianoforte di Cornelius Meister creava una perfetta cornice sonora. Per quanto riguarda le Gedichte der Königin Maria Stuart op. 135 e i Fünf Lieder und Gesänge op. 127, la prima considerazione che mi sento di fare è il perfetto dominio tecnico dimostrato da Diana Haller nel padroneggiare le insidie di una scrittura vocale scomoda: per usare il gergo dei vecchi maestri di canto, rispetto a Schubert che, sapendo scrivere per la voce, la porta naturalmente in posizione, Schumann taglia la gola a chi non sa sostenere il suo modo di strutturare le frasi. Dal punto di vista interpretativo, anche qui si notavano l’ eleganza del porgere e la raffinatezza nelle soluzioni di fraseggio, sempre in una perfetta comunanza di intenti fra la cantante e il pianista che si scambiavano reciprocamente le idee e le intuizioni musicali senza soluzione di continuità. In una sala della Staatsgalerie completamente esaurita, nella quale erano stati aggiunti dei posti in più per la forte richiesta di biglietti, il successo della serata è stato vibrante ed entusiastico, coronato da tre fuori programma (Er ist gekommen di Clara Schumann, Er, der Herrlichste von allen dal ciclo Frauenliebe und Leben op.42 e Verratene Liebe di Robert Schumann) a conferma della grande considerazione da parte del pubblico di Stuttgart che Diana Haller e Cornelius Meister si sono guadagnati in questi anni. Speriamo che la loro collaborazione diventi regolare e continui a regalarci altre serate di grande musica come questa.


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