Festspielhaus Baden-Baden – Anne-Sophie Mutter & Mutter’s Virtuosi

wp-1687081499861

Foto ©Andrea Kremper

Tra una decina di giorni Anne-Sophie Mutter festeggerà il suo sessantesimo compleanno, nel pieno di una straordinaria carriera che l’ ha portata a diventare una tra le massime violiniste della nostra epoca. Omaggiata in questa circostanza da un film documentario sulla sua vita e sulla sua carriera prodotto dalla SWR, intitolato Vivace e proiettato con successo nei cinema tedeschi la Mutter in questi giorni è ritornata, come fa quasi ogni anno, al Festspielhaus Baden-Baden. Come sempre avviene per le sue esibizioni da queste parti, davanti al teatro si potevano vedere numerosi pullman pieni di melomani arrivati da tutto il Baden-Württemberg per assistere all’ esibizione di quella che qui da noi è considerata una vera e propria icona nazionale. Nel foyer prima del concerto si poteva notare anche questa volta un pubblico eterogeneo in cui gli spettatori facoltosi in abito da sera si mescolavano ai giovani in tenuta casual e ai semplici appassionati, molti dei quali si erano portati dietro i bambini per venire ad ascoltare “die Anne-Sophie”, come la Mutter è chiamata familiarmente da queste parti. Per questa occasione la virtuosa di Rheinfelden, che quest’ anno festeggia il quarantasettesimo anniversario del suo debutto a Salzburg avvenuto nel 1977 con i Berliner Philharmoniker sotto la direzione di Herbert von Karajan, ha portato a Baden-Baden per la seconda volta i suoi Mutter’s Virtuosi. Da dodici anni la Mutter si esibisce regolarmente in tournée insieme a questa orchestra d’ archi, composta da giovani strumentisti sostenuti finanziariamente dalla fondazione che porta il suo nome e con cui ha registrato uno dei suoi CD di maggior successo, intitolato The Club Album live from Yellow Lounge, che documenta due concerti tenuti in un club situato nel quartiere di Friedrichshain a Berlino. Va anche aggiunto che alcuni tra i giovani musicisti del gruppo, come la violinista olandese Noa Wildschut che ne ha fatto parte per cinque anni e la ventisettenne violista sudcoreana Hwayoon Lee, hanno iniziato in questa formazione un percorso che li ha portati a intraprendere carriere solistiche internazionali di prestigio.

wp-1687100447604

Foto ©Andrea Kremper

Veniamo ora a parlare del recital, che ci ha confermato una volta di più come Anne-Sophie Mutter, a distanza di quasi quarantasei  anni dal suo sensazionale debutto all’ Osterfestspiele Salzburg insieme a Herbert von Karajan e ai Berliner Philharmoniker, sia sempre una regina assoluta del violino. Il programma che la Mutter e i suoi ragazzi stanno portando in una tournèe europea che prevede, oltre alle esibizioni in Germania, quelle in Italia, Spagna, Finlandia, Austria e Svizzera, è quasi tutto composto da pezzi di repertorio settecentesco a cui si aggiunge il Nonet per doppio quartetto d’ archi e contrabbasso di Andrè Previn, scritto nel 2014 e dedicato proprio alla violinista, con la quale fu anche sposato per alcuni anni, e ai suoi Virtuosi con i quali lei lo eseguì per la prima volta a Edinburgh il 26 agosto 2015. Con le sue trentuno prime esecuzioni assolute di brani scritti per lei da quasi tutti i compositori più importanti delle nostra epoca come Lutosławski, Penderecki, Wolfgang Rihm, Henri Dutilleux, Sebastian Currie, Sofia Gubaidulina, Thomas Adès, Jörg Widmann e John Williams, la violinista tedesca è sicuramente tra quelli che si sono spesi maggiormente nella causa della musica contemporanea. Il brano di Previn è un interessante florilegio di brio e ritmi trascinanti in cui sono chiaramente riconoscibili palesi influenze jazzistiche e con una scrittura marcatamente virtuosistica che esplora tutte le possibilità tecniche degli strumenti ad arco. La Mutter, essendo la dedicataria del pezzo, lo conosce meglio di chiunque altro e la sua esecuzione insieme ai Virtuosi è stata assolutamente impeccabile.

wp-1687081573033

Foto ©Andrea Kremper

Nel resto del programma la violinista di Rheinfelden, accompagnata dai quattordici archi del suo gruppo e dal clavicembalista Knut Johannensen, ha eseguito in apertura di serata il Concerto per tre violini in fa minore RV 551 di Vivaldi, dando vita a una bella gara di virtuosismo con Mohamed Hiber e Elias David Moncado, due tra i più giovani e dotati componenti dei Virtuosi che suonavano le altre parti solistiche. Nel celebre Concerto N° 1 in la minore di Bach abbiamo ascoltato un saggio delle incredibile abilità di Anne-Sophie Mutter nel tornire le linee melodiche del celebre movimento centrale con una squisitezza che oggi pochi sono in grado di conferire a questa pagina. Chiaramente, lo splendido Stradivari Lord Dunn-Raven del 1710 è suonato da lei con un arco moderno, ma con un senso dello stile che le permette di dosare sapientemente e ridurre l’ uso del vibrato, oltre che di articolare i fraseggi in maniera stilisticamente sempre appropriata. Nella seconda parte, dopo una virtuosistica e spettacolare esecuzione del Terzo Concerto Brandeburghese, la Mutter ha presentato il Concerto in la maggiore op. 5 N° 2 di Joseph Boulogne, Chevalier de Saint-Georges, compositore riscoperto nella nostra epoca che fu il primo musicista di origini africane ad affermarsi nel campo della musica classica e ai suoi tempi fu considerato una figura di primissimo piano, che per le sue opere teatrali collaborò con celebri scrittori come Pierre Choderlos de Laclos e fu anche invitato dalla regina Maria Antonietta alla corte di Versailles per fare musica con lei, che era una discreta clavicembalista e aveva preso addirittura lezioni da Christoph Willibald Gluck. Il concerto, scritto nel 1775, è davvero un brano molto interessante per la scrittura stilisticamente molto moderna in rapporto all’ epoca e con soluzioni compositive successivamente sperimentate anche da Mozart, che conobbe Boulogne personalmente e per alcuni mesi abitò vicino a lui durante il suo soggiorno parigino, tristemente conclusosi con la morte della madre. Anne-Sophie Mutter, che con i concerti di Mozart iniziò appena tredicenne la sua strepitosa carriera, ha eseguito il Concerto con la sua sovrana eleganza di fraseggio e consapevolezza stilistica risolvendo tutti i passaggi di agilità con un perfetto aplomb e la sua consueta straordinaria disinvoltura. Trionfo finale ampiamente prevedibile e due fuori programma, il terzo movimento da L’ Inverno di Vivaldi in cui la Mutter si è letteralmente scatenata in una serie di numeri virtuosistici di alta scuola e poi la struggente Nice to be around dalla colonna sonora scritta nel 1973 per il film Cinderella Liberty da John Williams, con il quale la Mutter in questi ultimi anni sta collaborando in maniera molto intensa. Alla fine, come era prevedibile, il pubblico del Festspielhaus ha tributato intense e prolungate ovazioni alla Mutter e ai suoi ragazzi. Senza alcun dubbio un concerto di altissima qualità, per la stupenda prestazione di un’ artista che sicuramente ha dimostrato anche in questa occasione di essere una tra le personalità musicali di punta della nostra epoca e di avere ancora molto da dire nei prossimi anni.


Scopri di più da mozart2006

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.