
Foto ©Andrea Kremper
Da un paio d’ anni, la nuova direzione artistica del Festspielhaus Baden-Baden ha introdotto un nuovo format nella struttura dei suoi programmi. Si tratta dei Pfingstfestspiele o festival di Pentecoste, impostati sul modello degli Osterfestspiele con un’ orchestra residente a tenere concerti sinfonici intervallati da serate cameristiche in tutti i luoghi storici della città. Per la nuova rassegna di Pentecoste l’ orchestra in residence è la SWR Symphonieorchester che per il concerto a cui ho assistito, che concludeva la rassegna, era diretta da Pablo Heras-Casado, quarantacinquenne nativo di Granada, affermatosi in questi ultimi anni come una tra le più interessanti bacchette della giovane generazione, sia per le qualità musicali che per l’ ecletticità di un repertorio che spazia dalla musica antica eseguita secondo la prassi storicamente informata fino agli autori contemporanei. La sua carriera si è sviluppata a livello internazionale tramite inviti da parte di quasi tutte le maggiori orchestre sinfoniche del mondo e in particolare con un intenso lavoro di collaborazione insieme alla Freiburger Barockorchester, documentato da un’ ampia discografia insignita di numerosi premi e riconoscimenti da parte della stampa specializzata. Il direttore spagnolo ha già guidato diverse volte la SWR Symphonieorchester, sempre con esiti considerati molto positivi. Si tratta senza dubbio di un musicista tecnicamente molto preparato, dotato di una personalità interpretativa rilevante e che sul podio si esprime tramite un gesto chiaro ed efficace.

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Il programma del concerto mi interessava sotto diversi aspetti, per la presenza di un ampio estratto del Parsifal che questa estate Heras Casado dirigerà in un nuovo allestimento ai Bayreuther Festspiele e par la partecipazione solistica del ventiseienne pianista francese Alexandre Kantorow, balzato clamorosamente alla notorietà internazionale quattro anni fa con la vittoria al Concorso Tchaikowsky, primo sttrumentista del suo paese ad ottenere questo premio. Per la sua esibizione al Festspielhaus il giovanissimo virtuoso transalpino ha scelto il Concerto N” 2 in la maggiore di Liszt, un brano adattissimo per saggiare tutte le qualità di un pianista. Kantorow ha messo in mostra una tecnica virtuosistica impeccabile nella sua completezza e un suono potente, cristallino e molto ben graduato nella dinamica, con trilli sgranati in maniera sempre precisissima e agilità impeccabili per nettezza e definizione, dimostrandosi perfettamente in grado in grado di trarre da una partitura come quella del Secondo Concerto di Liszt, di carattere più lirico rispetto al Primo, una paletta timbrica di grande raffinatezza, con gradazioni dinamiche e di tocco davvero di alta classe, perfettamente assecondato da Heras-Casado, accuratissimo nel calibrare al millimetro il colore e gli accenti orchestrali seguendo le sonorità pianistiche. Una lettura davvero di altissimo livello, elettrizzante soprattutto per la facilità sbalorditiva con cui il virtuoso di Clermont-Ferrand ha risolto tutti i trabocchetti insidiosi e le difficoltà che rendono assai ardua la scrittura pianistica lisztiana.

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Come avevo già accennato, l’ inizio del programma e tutta la seconda parte erano dedicati al Preludio e al terzo atto del Parsifal, e in base a quello che si è ascoltato direi che questa estate a Bayreuth la direzione di Pablo Heras Casado potrebbe risultare davvero di ottimo livello. Quello del maestro andaluso è un Wagner sicuramente più coloristico che grandiosamente epico e la SWR Symphonieorchester ha assecondato al meglio le intenzioni del podio con un suono pieno, avvolgente e morbidissimo che metteva in rilievo con splendida evidenza tutti i preziosi particolari della scrittura orchestrale di questo estremo capolavoro dell’ arte di Wagner. Molto bello era l’ impasto di tinte delle battute iniziali del Preludio, con le tinte orchestrali dispiegantesi in maniera sapientemente graduata sulle note dell’ accordo di la bemolle maggiore, e l’ espressività adeguatamente sottolineata del Corale. Assai efficace mi è sembrata anche l’ atmosfera di tragedia allucinata e sommessa nell’ esecuzione del Preludio al terzo atto, e la varietà delle tinte del Karfreitagszauber, così come il perfetto equilibrio e dominio delle architetture orchestrali e corali nel finale, culminante in una affascinante, vaporosa e leggerissima esecuzione della scena conclusiva. Anche se a Bayreuth il direttore iberico dovrà confrontarsi con l’ acustica molto particolare del Festspielhaus che non tutti sono in grado di padroneggiare, direi che le premesse per un’ interpretazione interessante ci sono tutte. Tra le voci, da segnalare soprattutto la splendida prova del basso coreano Kwangchul Youn, una delle maggiori voci wagneriane di oggi e da anni uno tra gli interpreti di riferimento del lungo e complesso ruolo di Gurnemanz. Bellissimo timbro, pastoso e ricco di sfumature, e un’ emissione perfettamente in regola dal lato tecnico. In aggiunta una pronuncia tedesca assolutamente perfetta, addirittura superiore a quella dei cantanti di madrelingua. L’ interprete è solenne, eloquente, stilizzato e quasi ovunque misurato ed efficace. Una prestazione di altissima qualità, da annoverare tra le più significative mai sentite di questo difficile ruolo. Il cinquantunenne tenore austriaco Andreas Schager ha confermato di essere uno tra gli interpreti di riferimento della parte di Parsifal interpretata con una voce di timbro pregevole e ben proiettata, sicura in tutti i registri grazie a un metodo di emissione abbastanza rifinito. Discreto, ma niente di più, il baritono Iain Paterson come Amfortas e assolutamente da manuale tutti gli interventi dello splendido Chor des Bayerischen Rundfunks, straordinario per omogeneità, bellezza timbrica, precisione di attacchi e nettezza di articolazione. Alla fine, successo assai vivo per un concerto davvero ricco di motivi di interesse.
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