Ludwigsburger Schlossfestspiele 2023 – David Fray

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Foto ©James Bort

David Fray, quarantaduenne pianista nato a Tarbes in Gascogne, si è conquistato in questi ultimi anni una reputazione di accreditato interprete della musica di Bach, e il suo concerto ai Ludwigsburger Festspiele nella Ordensaal del Residenzschloss era dedicato appunto alle Goldberg Variationen, la monumentale opera che Bach incluse nella Clavierübung, uno tra i primi cicli del musicista di Eisenach ad essere pubblicato a stampa, come quarta parte. Dei dieci album sinora pubblicati da David Fray (che tra l’ altro è il genero di Riccardo Muti avendo sposato sua figlia Chiara) nell’ambito del suo contratto di esclusiva con la Erato, cinque sono stati dedicati a opere bachiane. L’ ultimo di essi, immesso sul mercato nel novembre 2021, contiene appunto le trenta Variazioni incorniciate dal tema dell’ Aria che viene esposto all’ inizio e poi ritorna immutato a concludere il pezzo. Glenn Gould con le sue due incisioni è da sempre il termine di paragone obbligato con cui tutti coloro che si misurano con questo lavoro di enormi dimensioni devono confrontarsi. Nella sua interpretazione David Fray evita saggiamente di imitare il suono quasi cembalistico e i dettagli eccentrici che solo l’ enorme personalità di Gould poteva giustificare, optando per un colore timbrico decisamente pianistico, chiaro e luminoso, con un uso parco e molto accorto del pedale. I tempi sono equilibrati e senza forzature, il taglio postromantico della lettura del pianista francese si evidenzia soprattutto in un intelligente e molto elegante uso dei rubati. Come tutti gli strumentisti delle ultime generazioni, anche David Fray possiede una preparazione tecnica assolutamente completa che gli permette di dominare senza difficoltà i passi virtuosistici come quelli della quattordicesima Variazione. Tempi variegati, sensibili e un acuto senso dell’ architettura musicale concorrevano a formare una concezione interpretativa senza dubbio coerente e personale, ricca di dettagli interessanti e molto lucida nel delineare con chiarezza tutte le complessità della scrittura bachiana. Nell’ insieme, un’ interpretazione assai ben riuscita che il pubblico della Ordensaal ha seguito in assoluto silenzio e concentrazione per tutti i quasi novanta minuti della durata del pezzo, applaudendo con calore il virtuoso francese alla conclusione.


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