Internationale Hugo-Wolf-Akademie – Nikola Hillebrand e Marcelo Amaral

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Foto ©IHWA/FB

Qui in Germania da un po’ di tempo si parla di Nikola Hillebrand, ventinovenne soprano originaria del Ruhrgebiet, come di una tra le migliori giovani voci tedesche del momento. Nata a Recklinghausen ma cresciuta a München dove ha iniziato a studiare il canto quanto frequentava ancora il Gymnasium, a soli ventidue anni, prima ancora di finire gli studi, ha debuttato al Glyndebourne Festival e un anno dopo è stata ingaggiata dal Nationaltheater Mannheim dove ha interpretato una quindicina di ruoli. Nel 2018 si è fatta conoscere a livello nazionale per la sua interpretazione di Adele nella Fledermaus alla Semperoper Dresden, trasmessa in diretta dalla ZDF il 31 dicembre come Silvesterkonzert. Dal 2020 fa parte dell’ ensemble del teatro sassone dove ha riscosso grandi successi come Königin der Nacht, Konstanze, Pamina, Musetta, Gretel, Annchen del Freischütz, Sophie e Gilda, affermandosi come uno degli elementi di punta della compagnia. Sin dagli anni della sua formazione Nikola Hillebrand ha praticato assiduamente i repertorio liederistico e la sua definitiva consacrazione è avvenuta nel 2019 con la vittoria all’ Heidelberger Wettbewerb. Avendo letto diverse recensioni molto positive su questa giovane cantante, sono andato con curiosità ad assistere al suo debutto qui a Stuttgart, in una Liederabend del ciclo dei Galeriekonzerte organizzati dalla Hugo-Wolf-Akademie nella Staatsgalerie, il principale museo della città.

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Foto ©IHWA/FB

L’ impressione che ho ricavato da questa serata è stata davvero molto positiva. Nikola Hillebrand possiede una bella voce di soprano lirico-leggero, chiara e luminosa nel timbro, omogenea in tutta la gamma grazie a un’ impostazione tecnica abbastanza completa. Ma la cosa che mi ha più colpito di questa ragazza è la personalità interpretativa già originale e ben sviluppata. Intensità e concentrazione di fraseggio, pronuncia scolpita e raffinata, capacità di giocare con le mezze tinte e le inflessioni sono tutte cose davvero molto notevoli, soprattutto in un’ artista non ancora trentenne. Sin dal brano di apertura, la celeberrima Widmung di Schumann, la Hillebrand ha catturato l’ attenzione del pubblico mettendo in mostra una perfezione sonora quasi strumentale, un legato di alta scuola e una ricercatezza nella dizione davvero da artista di classe innata. Degli altri Lieder schumanniani in programma, tutti provenienti dal ciclo Myrthen op. 25, io ho particolarmente apprezzato la spontaneità e semplicità comunicativa del parimenti celebre Der Nussbaum e il tono struggente, intenso del Lied der Suleika oltre alla perfetta resa del tono di ballata epica in Die Hochländer-Witwe e Hochländisches Wiegenlied. Notevolissima mi è apparsa anche la capacità mostrata dalla Hillebrand di dominare una scrittura vocale molto insidiosa come quella schumanniana: per usare il gergo dei vecchi maestri di canto, rispetto a Schubert che, sapendo scrivere per la voce, la porta naturalmente in posizione, Schumann taglia la gola a chi non sa sostenere il suo modo di strutturare le frasi. Tutto questo appariva evidente anche nei Lieder di Clara Schumann, pagine non molto eseguite ma davvero originali e di grande fascino, tra le quali mi hanno particolarmente colpito il tono di affettuosa, delicata sentimentalità in Ich stand in dunklen Träumen su un bellissimo testo di Heinrich Heine, l’ atmosfera crepuscolare di Liebst du um Schönheit, poesia di Friedrich Rückert che fu musicata anche da Gustav Mahler e la delicata malinconia di Loreley. A evidenziare ulteriorente le capacità di fraseggiatrice della giovane cantante provvedeva lo splendido accompagnamento di Marcelo Amaral, allievo del grande Helmut Deutsch e oggi ritenuto a livello internazionale uno dei migliori pianisti nel campo del Lied.

Nei tre Sonetti di Petrarca musicati da Liszt che aprivano la seconda parte del concerto, Nikola Hillebrand ha messo in mostra una pronuncia italiana molto corretta e curata, fatto notevole per una cantante di madrelingua tedesca. Anche qui si notavano la bella linea vocale e l’ eleganza espressiva del porgere. La serata si concludeva con alcuni Lieder di Hugo Wolf su testi di Eduard Mörike, autore che nella produzione del musicista occupa un posto di primissimo piano con 53 poesie messe in musica. Nella storia della letteratura liederistica, la produzione di Hugo Wolf si impone per la sua bruciante verità espressiva, derivata da una scrupolosa meditazione di tutte le atmosfere drammatiche dei testi. I Lieder del compositore austro-sloveno sono spesso autentici bozzetti teatrali e i caratteri tratteggiati dalla flessibilità della declamazione vocale richiedono interpreti dotati di grandi capacità analitiche nel fraseggio e attenzione nella sottolineatura dei particolari. Anche qui la Hillebrand ha esibito doti interpretative e di maturità espressiva davvero eccellenti, che hanno toccato il vertice nell’ intensissima esecuzione, carica di passionalità struggente, di Die verlassene Mägdlein, per me uno dei massimi esiti raggiunti da Hugo Wolf. Anche qui il pianismo di Marcelo Amaral sottolineava a meraviglia i repentini cambi di atmosfera, dalla sentimentalità struggente al cromatismo selvaggio, che sono i tratti caratteristici dei Lieder di Hugo Wolf. Sala quasi piena e lunghi applausi da parte di un pubblico assolutamente conquistato dal talento interpretativo di questa ragazza che al mio ascolto si è dimostrata non una promessa ma una splendida realtà, che nel repertorio liederistico potrebbe avere molte cose interessanti da dire nel prossimo futuro.


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