Staatsorchester Stuttgart – Alondra de la Parra e Albrecht Mayer

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Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Alondra de la Parra, quarantaduenne messicana la cui carriera internazionale si è molto sviluppata in questi ultimi anni, è stata invitata dalla Staatsorchester Stuttgart per dirigere il quarto concerto della stagione sinfonica in abbonamento alla Liederhalle. La serata era impreziosita da un nome di prestigio come Albrecht Mayer, da più di trent’ anni primo oboe dei Berliner Philharmoniker e attivo in maniera intensissima anche da solista e interprete di musica da camera, come documentano diverse incisioni quasi tutte insignite dei principali premi discografici internazionali. Di grande interesse era anche il programma eseguito, con una prima parte di Novecento russo e inglese che affiancava la prima esecuzione tedesca della Sinfonia imposible del compositore messicano Arturo Márquez. La serata iniziava nel migliore dei modi con una esecuzione davvero di livello molto pregevole della Sinfonia N°1 in re maggiore op. 25 “Sinfonia classica” di Prokofiev. Alondra de la Parra ha offerto, in questa partitura che costituisce un omaggio dell’ autore allo stile classico rivisitato in chiave novecentesca, belle raffinatezze strumentali e fraseggi di ricercata eleganza, concludendo con una spettacolare e scattante esecuzione del Finale, perfettamente azzeccata nell’ incisività ritmica e nella graffiante scelta dei timbri, un’ interpretazione davvero ammirevole per maturità e organicità di impostazione complessiva. La Staatsorchester Stuttgart ha assecondato molto bene le indicazioni del podio, suonando con precisione e ottima qualità timbrica.

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Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

L’ intervento solistico di Albrecht Mayer iniziava con Soliloquy di Edward Elgar, unico brano composto di una progettata Suite iniziata nel 1930 che non vide mai la luce, e successivamente orchestrato da Gordon Jacobs. A seguire, il Concerto per oboe e archi di Ralph Vaughan Williams, scritto nel 1943 subito dopo la Quinta sinfonia e caratterizzato da un’ atmosfera idilliaca in tutti e tre i movimenti, sviluppata a partire da un tema pentatonico diverso per ognuno di essi. Assolutamente ideale è stata la lettura di Albrecht Mayer, che ha messo in mostra tutta la sua classe di solista di rango internazionale esibendo un vero e proprio caleidoscopio di sonorità affascinanti. Come fuori programma, lo strumentista di Erlangen ha eseguito un Corale bachiano rielaborato per oboe e archi insieme alle prima parti dell’ orchestra.

Come già detto in precedenza, la seconda parte del programma era occupata dalla Sinfonia imposible del settantaduenne Arturo Márquez, brano commissionato da Alondra de la Parra per il suo Festival PAAX GNP  e qui in prima esecuzione tedesca. Si tratta di una partitura di vaste dimensioni e scritta per un organico orchestrale imponente, suddivisa in otto movimenti dei quali il primo e l’ ultimo sono uguali e inquadrano il lavoro come una sorta di parentesi, e che secondo le intenzioni dell’ autore vorrebbero descrivere musicalmente alcuni dei problemi più seri della nostra epoca come il cambiamento climatico, l’ uguaglianza dei sessi e i flussi migratori. Nel corso del brano si susseguono diversi interventi dei solisti, alcuni del quali molto spettacolari come il duetto-duello Controversia fra i due primi violini, che ha strappato un applauso a scena aperta al pubblico. Nell’ insieme la Sinfonia è molto piacevole all’ ascolto per il sagace uso di spunti ritmici provenienti dalla musica sudamericana e un senso della melodia a tratti un po’ ruffiano nel suo tono a tratti oscillante fra Tschaikowsky e Morricone, ma portato avanti con una mano molto sicura nella strumentazione e un senso della forma assai equilibrato. Alondra de la Parra conosce la partitura a menadito avendola commissionata e poi diretta in prima esecuzione assoluta, e la Staatsorchester Stuttgart ha messo in pratica le sue intenzioni con una prestazione davvero entusiasmante dal punto di vista del virtuosismo strumentale. Il pezzo è decisamente piaciuto al pubblico della Liederhalle, che alla fine ha applaudito a lungo l’ orchestra e la direttrice.


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