SWR Symphonieorchester 2022/23 – Joshua Weilerstein e Behzod Abduraimov

9059fc-joshua-weilerstein-felix broede

Foto ©Felix Broede

Per il settimo concerto in abbonamento della stagione la SWR Symphonieorchester, dopo la defezione di Constantinos Carydis, ha invitato il trentacinquenne Joshua Weilerstein, direttore e violinista nato a Rochester nello stato di New York, proveniente da una famiglia di musicisti (suo padre è Donald Weilerstein, primo violino del Cleveland Quartet e sua sorella è la celebre violoncellista Alisa Weilerstein, che abbiamo ascoltato diverse volte qui a Stuttgart) che in questi ultimi anni, oltre ai suoi incarichi stabili come direttore artistico dell’ Orchestre de Chambre de Lausanne e direttore assistente della New York Philharmonic, ha collaborato con diverse orchestre di prestigio e solisti di nome, oltre a svolgere attività multimediali come quella di creatore e speaker del Podcast Sticky Notes: The Classical Music Podcast che è stato scaricato da più di due milioni di persone in 165 nazioni. Il programma proposto da Weilerstein prevedeva come primo brano la Partita per orchestra d’ archi di Gideon Klein, pianista a compositore cecoslovacco di origini ebraiche, vittima delle persecuzioni antisemitiche operate dai nazisti dopo l’ occupazione del suo paese avvenuta nel 1939. Gideon Klein venne dapprima internato nel campo di Theresienstadt dove insieme a Pavel Haas e Viktor Ullmann potè svolgere qualche attività artistica e successivamente deoprtato prima ad Auschwitz e poi a Furstengrube dove morì nel gennaio 1945, a soli ventisei anni, in circostanze mai chiarite. La Partita fu composta da Gideon Klein come Trio per violino, viola e violoncello e rappresenta la sua ultima composizione conosciuta. Il pezzo fu rielaborato per orchestra d’ archi da Vojtěch Saudek dopo che Irma Semtska, sopravvissuta di Furstengrube, aveva consegnato i manoscritti di Klein alla sorella Eliška Kleinová che nel 1994 diede vita a una fondazione per promuovere lo studio e la diffusione dell’ opera del fratello. Il pezzo è senza dubbio di alta qualità musicale e rivela il talento non comune di un compositore che avrebbe potuto raggiungere notevoli vertici artistici se la sua vita non fosse stata stroncata da un destino così tragico.

Il resto della serata era dedicato a musiche di Beethoven. Per il Concerto N° 1 op. 15 è stato scritturato come solista Bezud Abduraimov, trentaduenne pianista uzbeko allievo di Stanislav Ioudenitch e lanciato a livello internazionale da Valery Gergiev che lo volle come solista nel Terzo Concerto di Prokofiev in una tournée con la Mariinsky Orchestra. Come tutti i virtuosi delle ultime ganerazioni Abduraimov possiede mezzi tecnici assolutamente completi, ma anche una personalità interpretativa sicuramente interessante. La sua esecuzione del Primo concerto beethoveniano era impostata su un tono di fluida scorrevolezza, con una perfetta definizione dei passaggi di agilità e un buon respiro conferito alle linee melodiche del movimento centrale, il tutto sostenuto in maniera impeccabile sul podio da Joshua Wailenstein, attentissimo a calibrare i rimbri orchestrali in sintonia con quelli del pianoforte. Nell’ insieme si trattava di una bella esecuzione, apprezzabile per vivacità e definizione dei dettagli.

Nella seconda parte il giovane direttore americano ha confermato le sue buone qualità con una esecuzione abbastanza convincente della Quarta Sinfonia di Beethoven, una partitura che dal punto di vista dell’ equilibrio nella gestione delle sonorità pone alla bacchetta diversi problemi di non facile soluzione. Joshua Weilerstein ha impostato la sua lettura su un’ impostazione ritmica vivace e scattante, con un taglio lodevolmente caratterizzato da sonorità asciutte e parco uso del vibrato per gli archi, tinte strumentali di grande trasparenza e leggerezza in una scansione ritmica basata su tempi non troppo affrettati, Particolarmente apprezzabile è apparsa la resa del movimento iniziale, con le dissolvenze dinamiche dell’ introduzione curate in maniera accurata e scrupolosa, oltre alla buona realizzazione delle scansioni ritmiche nel terzo movimento. Apprezzabile anche il tono fresco e vivace del Finale, condotto con una bella progressione ritmica in cui la SWR Symphonieorchester ha messo in mostra tutto il meglio del suo virtuosismo strumentale. In complesso, si può sicuramente parlare di una bella interpretazione e di una prova positiva da parte di questo giovane talento del podio che è stato applaudito a lungo dal pubblico della Liederhalle alla fine della serata.


Scopri di più da mozart2006

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.