Staatsoper Stuttgart Liedkonzerte – Johannes Kammler e Cornelius Meister

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Foto ©IHWA/FB

Vale sempre la pena assistere alle Liederabende sempre presenti nelle stagioni dei teatri d’ opera tedeschi, perché si tratta di occasioni estremamente utili per valutare la qualità dell’ ensemble. Con il terzo concerto della stagione liederistica impaginata dalla Staatsoper Stuttgart in collaborazione con la Internationale Hugo-Wolf-Akademie, Cornelius Meister ha concluso progetto il suo progetto liederistico triennale che prevedeva l’ esecuzione dei tre grandi cicli composti da Franz Schubert, con la parte vocale affidata a cantanti dell’ ensemble. Come ultimo appuntamento, questa volta non nel foyer del teatro ma nella Vortragssaal della Staatsgalerie, il principale museo di Stuttgart in cui di solito si tiene la maggior parte dei concerti della Hugo-Wolf-Akademie, Meister ha presentato la celeberrima Winterreise accompagnando al pianoforte Johannes Kammler, trentacinquenne baritono nativo di Augsburg proveniente dalla Bayerische Staatsoper dove per tre anni ha fatto parte dell’ Opernstudio e poi dell’ ensemble per una stagione prima di essere assunto alla Staatsoper Stuttgart. Come avevo già scritto in precedenti occasioni, si tratta di un giovane dotato di una voce timbricamente interessante oltre che complessivamente ben educata dal punto di vista tecnico e capace di una bella sensibilità nel fraseggio. Come nelle precedenti due occasione, il concerto è stato davvero notevole dal punto di vista artistico, per la ricchezza dei dettagli, la finezza di concezione musicale e l’ affiatamento espressivo tra cantante e accompagnatore, che costituiscono i requisiti indispensabili alla piena riuscita di un’ interpretazione liederistica.

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Foto ©IHWA/FB

I ventiquattro Lieder della raccolta Die Winterreise furono composti fra la primavera e l’ autunno del 1827, come specificato nel titolo completo apposto da Schubert allo spartito autografo: Winterreise. Ein Cyclus von Liedern von Wilhelm Müller. Für eine Singstimme mit Begleitung des Pianoforte komponiert von Franz Schubert. Op. 89. Erste Abtheilung (Lied I–XII). Februar 1827. Zweite Abtheilung (Lied XIII–XXIV). October 1827. Capolavoro indiscutibile della letteratura vocale di tutti i tempi e di tutte le epoche, il ciclo è da sempre considerato un banco di prova obbligatorio per i cantanti che si cimentano con questo repertorio. Per rendere pienamente l’ atmosfera di cupa e disperata malinconia che caratterizza quella che molti studiosi schubertiani hanno definito “una Via Crucis in ventiquattro stazioni”, nella quale i testi di Wilhelm Müller e la musica di Schubert creano il lancinante ritratto di un emarginato sociale dai tratti cupi, quasi da eroe byroniano, un ribelle che combatte inutilmente contro un destino avverso che lo schiaccia, occorre infatti un interprete dotato di eloquenza espressiva e inventiva di fraseggio.

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Foto ©IHWA/FB

L’ esecuzione che abbiamo ascoltato in questa serata è stata di livello complessivamente adeguato, per la comunanza di intenzioni interpretative tra voce a pianoforte unita a eleganza, sensibilità, buon gusto e giustezza di fraseggio. Johannes Kammler ha dimostrato una personalità interpretativa già pienamente sviluppata nonostante la giovane età. Negli ultimi anni, il mondo musicale tedesco ha visto l’ affermarsi di una generazione di giovani interpreti liederistici davvero interessanti, tra i quali i nomi principali sono senz’ altro quelli di Hanna-Elisabeth Müller, Christiane Karg, Anna Lucia Richter, Okka Von Der Damerau, Diana Haller, Samuel Hasselhorn e Benjamin Appl, tutti artisti di preparazione tecnica rifinita e di personalità interpretativa spiccata; Kammler, con questa lettura del celebre ciclo schubertiano, ha dimostrato che in futuro potrebbe occupare una posizione di rilievo in questo movimento di cantanti emergenti. I colori di morbida, quasi allucinata melanconia e il fraseggio dolce e sfumato con cui il giovane baritono bavarese ha cantato il desolato commiato di Der Leiermann concludevano in maniera molto efficace un’ interpretazione davvero notevole, personale e intelligente anche per quanto riguarda la sintonia di intenti espressivi con la parte strumentale. Come avevamo già notato in diverse altro occasioni, Cornelius Meister è un pianista tecnicamente inappuntabile, dotato di un suono pulito e limpido che si univa efficacemente alla vocalità di Kammler nel creare un’ atmosfera complessiva di grande bellezza timbrica, varietà dinamica e fascino nella resa conferita alle linee melodiche. Il pubblico, che riempiva sino all’ ultimo posto la Vortragssaal della Staatsgalerie, ha seguito con assoluta concentrazione una musica che qui da noi è amatissima e alla fine ha applaudito a lungo i due protagonisti della serata. Nessun fuori programma ed era giusto cosí: dopo i quasi sessanta minuti di incredibile tensione espressiva e ricchezza musicale della Winterreise, qualsiasi ulteriore altro brano sarebbe stato fuori posto.


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