
Foto ©Theaterhaus Stuttgart
Vale sempre la pena di venire ad ascoltare un Liederabend di Diana Haller, perché la cantante fiumana ha la rara qualità di saper impaginare programmi sempre originali e assemblati in maniera intelligente nei suoi concerti dedicati a questo genere, molti dei quali tenuti dopo la vittoria nell’ edizione 2013 del Wettbewerb für Liedkunst della Hugo-Wolf-Akademie. Il suo recital al Theaterhaus, nell’ ambito di una nuova rassegna teatrale, letteraria e musicale intitolata Spoken Arts Festival, era un’ ulteriore conferma di tutto questo. Il mezzosoprano croato si esibiva qui insieme a Vlad Iftinca, pianista e direttore romeno che dopo diversi anni di attività al Metropolitan di New York è entrato a far parte dell’ ensemble alla Staatsoper Stuttgart dove lavora come maestro collaboratore e direttore musicale dell’ Opernstudio. Una serata veramente di alto livello, nella quale Diana Haller ha dato un’ altra dimostrazione delle sue qualità interpretative e della sua versatilità nell’ affrontare diversi tipi di repertorio, grazie a un’ abilità tecnica ragguardevole nell’ uso del suo strumento unita alla capacità di creare ritratti e atmosfere espressive con un’ attenzione ai particolari del fraseggio che dimostra una personalità interpretativa non comune e notevolmente sviluppata, soprattutto in rapporto alla sua ancora giovane età.

Foto ©Theaterhaus Stuttgart
Nei brani del ciclo Canciones Clásicas españolas di Fernando Obradors e nel Poema en forma de canciones di Joaquin Turina si potevano apprezzare i bei colori vocali sostenuti perfettamente dall’ accompagnamento pianistico di Vlad Iftinca in un continuo scambio reciproco di sfumature dinamiche e ritmiche, oltre alla perfetta padronanza dell’ accento che è una delle migliori caratteristiche della Haller, in qualunque lingua canti. Davvero molto notevole per espressività e maturità di fraseggio era anche l’ esecuzione di una scelta di pezzi dalla produzione liederistica di Richard Straus, che toccava i suoi vertici in un’ esecuzione ispiratissima dei celebri Morgen e Zueignung, cantati con accenti di grande intensità espressiva.
Nei Vier Wiegenlieder für Arbeitermütter op. 33 di Hans Eisler su testi di Bertolt Brecht l’ artista fiumana ha messo in mostra una splendida capacità di calibrare l’ emissione in rapporto alla scrittura vocale molto differenziata, spaziante fra inflessioni espressionistiche, spunti derivati dal jazz ed elementi di canto melodico. Il programma si chiudeva con Rossini, forse l’ autore operistico in cui Diana Haller si esprime al massimo delle sue possibilità, e come ci si poteva aspettare la sua interpretazione de La regata veneziana è stata assolutamente esemplare per la giustezza dell’ accento e la precisione del canto di coloratura oltre che per un accento veneto reso in maniera davvero irresistibile. Anche l’ immancabile fuori programma era rossiniano e originalissimo è stato il modo in cui la cantante, assecondata in maniera eccellente dalla parte pianistica, ha presentato la Canzonetta spagnola, con le tre strofe rese in maniera spettacolare tramite un effetto di accelerando progressivo un po’ alla maniera di “Les tringles des sistres tintaient” della Carmen. Una serata davvero riuscitissima, dalla quale ho ricavato anche l’ impressione che Diana Haller abbia finalmente trovato in Vlad Iftinca il suo partner pianistico ideale, per la perfetta affinità nel fare musica insieme che i due artisti hanno dimostrato.
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