Stuttgarter Kammerorchester – Jörg Widmann

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Foto ©Oliver Röckle

La Stuttgarter Kammerorchester intrattiene da tempo un rapporto privilegiato di collaborazione con Jörg Widmann, una tra le figure più interessanti del mondo musicale tedesco. Nato a München nel 1973, Widmann affianca al suo lavoro di compositore un’ intensa attività internazionale come clarinettista, in collaborazione con grandi direttori e solisti di rango. Le sue composizioni, che spaziano dal sinfonico a lavori per complessi cameristici, sono regolarmente eseguite nelle stagioni sinfoniche delle grandi orchestre mondiali e alcune di esse sono state insignite di riconoscimenti prestigiosi come lo Schneider-Schott-Musikpreis Mainz, il  Paul-Hindemith-Preis, il Förderpreis der Ernst von Siemens Stiftung , l’ Arnold-Schönberg-Preis, il Kompositionspreis des SWR-Sinfonieorchesters Baden-Baden und Freiburg (per la composizione  Zweites Labyrinth), il Claudio Abbado-Preis der Orchester-Akademie der Berliner Philharmoniker. Jörg Widmann è stato allievo di Hans Werner Henze, Wilfried Hiller, Heiner Goebbels und Wolfgang Rihm; come clarinettista ha studiato a München e si è perfezionato alla Juilliard School of Music di New York. In questa esibizione alla Liederhalle il musicista bavarese, che tra le altre cose è anche il fratello della violinista Carolin Widmann, si è presentato nella triplice veste di solista, compositore e direttore d’ orchestra con un programma che affiancava a due suoi lavori altri due brani musicali del classicismo viennese.

La serata iniziava con il Concertino in mi bemolle maggiore op. 26 di Carl Maria von Weber, nel quale Widmann ha messo in mostra tutta la sua abilitá di solista con un suono morbido e vellutato, unito a una facilità virtuosistica che gli ha permesso di rendere con notevole eleganza e souplesse passaggi come il sinuoso filo di scale e arpeggi in semicrome dell’ Andante. Seguivano poi due brani recenti della produzione compositiva di Widmann. Dopo aver dato una ulteriore prova del suo virtuosismo nella Fantasie für Klarinette solo, la prima parte si concludeva con l’ Ouverture da concerto Con Brio, commissionata nel 2008 dalla Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks che l’ ha eseguita per la prima volta sotto la direzione di Mariss Jansons. Come in tutti i lavori orchestrali di Jörg Widmann, il linguaggio musicale è stilisticamente abbastanza eclettico e spazia dalle rievocazioni delle architetture classiche, come nel caso dell’ Oktett per ensemble di archi e fiati che ebbi modo di ascoltare a Ludwigshafen nel 2006, eseguito da elementi della Mahler Chamber Orchestra durante un concerto diretto da Claudio Abbado e che per me rappresentò la prima occasione di fare conoscenza con la sua musica, fino alle raffinate combinazioni timbriche del postserialismo. Come in tutti i suoi lavori ispirati al classicismo viennese, anche qui Widmann non ha inserito nella partitura citazioni dirette della musica di Beethoven ma si è lasciato ispirare dalle combinazioni timbriche creando un’ atmosfera a tratti irreale, un gioco di suoni raffinatissimi organizzati in una dinamica continuamente cangiante. Nel complesso si tratta di un lavoro piacevolissimo da ascoltare, chiaro e ben definito nella struttura, con soluzioni di scrittura davvero molto interessanti.

Nella seconda parte del concerto, Widmann e la Stuttgarter Kammerorchester ci hanno fatto ascoltare una bella esecuzione della Sinfonia N° 7 di Beethoven. Il maestro monacense qui ha messo in mostra qualità tecniche da direttore affidabilissimo, capace di ottenere dall’ orchestra sonorità trasparenti e un fraseggio molto vivace. Notevolissima è apparsa l’ esecuzione del Finale, che Widmann ha staccato a un tempo assai sostenuto con una paletta ritmica perfetta nel sottolineare la definizione di Apotheose des Tanzes creata da Wagner per descrivere il carattere della Settima. Alla fine il pubblico della Liederhalle, intervenuto assai numeroso a questa serata, ha applaudito a lungo l’ orchestra e il direttore.


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