
Foto ©Stuttgarter Philharmoniker
È iniziata la stagione 2022/23 degli Stuttgarter Philharmoniker, l’ ottava sotto la direzione di Dan Ettinger e che potrebbe anche essere l’ ultima, visto che il maestro israeliano sinora non ha fatto sapere se intende rinnovare il suo contratto in scadenza a giugno del prossimo anno. Si spera che il rapporto artistico di Ettinger con Stuttgart non si interrompa, visti gli ottimi risultati del lavoro da lui svolto in questi otto anni alla guida dei Philharmoniker che grazie al loro Chefdirigent hanno compiuto significativi progressi sul piano della precisione e soprattutto della qualità timbrica.
Per il primo concerto della serie Die Grosse Reihe, sul podio della Liederhalle in sostituzione di Howard Griffiths è arrivato Karl-Heinz Steffens, sessantenne musicista originario di Trier che, dopo una carriera come clarinettista che lo ha portato a divenire per sei anni membro dei Berliner Philharmoniker, dal 2007 è passato alla direzione d’ orchestra lavorando con molti complessi importanti e ricoprendo incarichi stabili ad Halle come Generalmusikdirektor, alla Statsoper Unter den Linden di Berlino come Kapellmeister e assistente di Daniel Barenboim, e attualmente a Praga come Chefdirigent della Státni opera (opera di stato). Si tratta di un direttore esperto, dalla tecnica solida e sicura, insomma uno di quegli uomini di teatro che preferiscono una carriera da umili servitori della musica e del palcoscenico, che dovrebbe essere lo scopo principale del fare musica. Tutto questo si poteva intuire dalla fresca e ispirata lettura dell’ Ouverture da Abu Hassan di Weber posta in apertura di serata, nella quale ha bene impressionato il fraseggio aereo e trasparente che Steffens ha ottenuto dall’ orchestra.
Come solista nel Concerto in la minore op. 16 di Grieg è stata scritturata Claire Huangci, trentaduenne pianista nata negli Stati Uniti da genitori cinesi che ha studiato in patria con Yuja Wang e poi si è trasferita in Germania dove attualmente vive, nei dintorni di Frankfurt. Premiata in numerosi concorsi internazionali e autrice di alcune incisioni discografiche molto apprezzate dalla critica, La Huangci la suonato il pezzo di Grieg mostrando, oltre alla sicurezza tecnica che oggi è un requisito assolutamente indispensabile per una strumentista che vuole esibirsi a livello internazionale, anche una personalità di fraseggio molto sviluppata soprattutto considerando la sua ancora giovane età. Il Concerto di Grieg pone diversi problemi al direttore in termini di equilibrio sonoro con il pianoforte e Karl-Heinz Steffens li ha risolti con grande sicurezza, confezionando una veste strumentale perfettamente adeguata al suono del pianoforte. Decisamente una bella esecuzione, assai applaudita dal pubblico che Claire Huangci ha ripagato con una intensa interpretazione del Notturno opera postuma in do diesis minore di Chopin. Vale la pena di tenere d’ occhio in futuro questa ragazza, che potrebbe farci ascoltare altre cose interessanti nei prossimi anni.
Nella seconda parte il programma comprendeva la Prima Sinfonia di Fazil Say. Ho giá avuto occasione di parlare del pianista e compositore turco, un personaggio molto interessante che, oltre a comporre e tenere concerti come solista, è anche apprezzato scrittore e autore di documentari sulla musica. Come concertista Fazil Say, che ha studiato e vive in Germania, si è fatto un nome soprattutto come uno dei migliori interpreti mozartiani del momento, cosa che ho potuto constatare personalmente in diversi ascolti dal vivo. Come compositore ha al suo attivo una produzione cospicua e molto apprezzata, che comprende tra l’ altro quattro concerti per pianoforte e orchestra e tre Sinfonie, la prima delle quali, quella intitolata Istanbul Symphony che è stata eseguita dai Philharmoniker, è stata premiata nel 2013 con l’ ECHO Klassik-Sonderpreis. Si tratta di una partitura strutturata in sette movimenti, ognuno dei quali dedicato a un particolare aspetto della vita e del panorama della città turca, descritta con effetti orchestrali molto ingegnosi anche grazie all’ uso di alcuni strumenti autoctoni come il Kanun, una specie di cetra orizzontale suonata col plettro, un particolare tipo di flauto diritto chiamato Ney e diversi tipi di percussioni. Nell’ insieme, un pezzo musicalmente piacevole, dal linguaggio di facile comprensione e che si ascolta davvero con piacere. Karl-Heinz Steffens ha diretto il pezzo in maniera attenta e competente, ben servito dalla ottima prestazione degli Stuttgarter Philharmoniker che hanno suonato in modo impeccabile una partitura di non facile esecuzione. Successo pieno e convinto da parte del pubblico della Liederhalle, intervenuto numeroso.
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