
Foto ©Anita Schmid e ©Yat Ho Tsang
Nella loro ampia e variegata programmazione, i Ludwigsburger Schlossfestspiele propongono anche serate liederistiche come appunto il recital di Georg Nigl e della trentaseienne pianista russa Olga Pashchenko tenutosi nella splendida cornice della Ordenssaal, uno spazio stupendamente decorato che costituisce una tra le principali attrattive del Residenzschloss. Georg Nigl è un cantante che da queste parti ha lasciato impressioni profonde con le sue stupende interpretazioni alla Staatsoper Stuttgart di personaggi come Jakob Lenz, del protagonista ne Il Prigioniero di Dallapiccola e dei sei antagonisti di Aschenbach in Death in Venice di Britten, oltre che per alcune ragguardevoli Liederabende. A livello internazionale, le sue interpretazioni più applaudite sono state quelle recentissima di Orfeo nell’ opera omonima di Monteverdi alla Wiener Staatsoper e quella del protagonista nel Wozzeck di Alban Berg, cantato anche alla Scala e con Teodor Currentzis al Bolscioi di Mosca. Il cinquantenne baritono viennese è un cantante di grande intelligenza e interprete originalissimo nella personalità, in grado di utilizzare la voce per ottenere una gamma coloristica ampia e variegata.
La serata di Luwigsburg iniziava con una selezione di Lieder schubertiani. Georg Nigl e Olga Pashchenko hanno immediatamente trovato il tono giusto con una struggente, concentrata e intensissima lettura di Die Taubenpost, nella quale entrambi gli artisti hanno dato davvero il meglio di sè. Di livello eccellente erano anche le esecuzioni degli altri brani, tra i quali spiccavano il tono di umorismo scanzonato e scioltezza espressiva in Fischerweise e nella celebre Die Forelle oltre alle bellissime mezzevoci e frasi sommesse con cui il baritono austriaco ha reso Die Sommernacht e Abendstern. La prima parte del programma si chiudeva col ciclo An die ferne Geliebte op. 98 di Beethoven. Scritta nell’ aprile del 1816 su testi di Alois Jeitteles, medico e letterato, la raccolta costituisce forse il primo esempio assoluto di ciclo liederistico unitario nell’ argomento e nella forma Durchkomponiert in cui i sei brani che la compongono si susseguono in una stretta relazione tonale e senza soluzioni di continuità. Anche qui l’ impostazione interpretativa scelta da Georg Nigl colpiva per i toni intensi ed altamente espressivi, più carichi rispetto a quelli utilizzati da altri cantanti che hanno eseguito il ciclo ma non per questo meno efficaci, grazie a un fraseggio avvincente nella sua perentoria efficacia che ha toccato i vertici nel tono trasognato e quasi di allucinazione del terzo Lied, Wo die Berge so blau, uno fra i momenti espressivi migliori di tutta la serata.
In apertura della seconda parte Georg Nigl ha presentato uno tra i più recenti brani scritti per lui: il ciclo Vermischter Traum di Wolfgang Rihm, composto dal musicista tedesco nel 2017 su testi del poeta seicentesco Andreas Gryphius propostigli proprio dal cantante ed eseguito da Nigl e Olga Paschchenko in prima esecuzione assoluta il 9 settembre 2019 nella Kammermusiksaal della Philharmonie durante le Berliner Festwochen. La musica di Rihm sottolinea magnificamente il contenuto di amara malinconia dei testi tramite una scrittua pianistica basata su un’ ampia gamma dinamica, ritmi caratterizzati da sincopi con accenti spostati e un’ estrema instabilità armonica. La scrittura vocale spazia dalle frasi legate e sfumate a fior di labbro fino ad accenti di Sprechgesang estremamente marcato. Musica estremamente interessante e coinvolgente, che dimostra in modo inequivocabile come il compositore di Karlsruhe abbia mantenuto intatta la sua vena di ispirazione. Un’ altra selezione di Lieder schubertiani concludeva il programma, culminando in una conclusione dove la struggente intensità di fraseggio che Georh Nigl, sostenuto in maniera impeccabile dal pianismo elegante e raffinato di Olga Paschchenko, è riuscito a trovare in Abschied e nel celebre An die Musik chiudeva in maniera stupenda una serata che ci ha confermato la classe assoluta di un cantante che per intelligenza e personalità interpretativa oggi ha davvero pochi rivali in questo repertorio. Pubblico non molto numeroso ma successo vivissimo, con lunghi applausi ripagati da Georg Nigl con tre splendidi fuori programma schubertiani: Das Fischermädchen, Wandrers Nachtlied („Über allen Gipfeln ist Ruh’“) ed Erlafsee, resi con magnifiche sfumature di tinte al pastello dall’ eleganza davvero squisita.
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