
Con questo articolo, il prof. Marco Gaudino conclude la sua serie di contributi mensili. Mentre porgo al docente napoletano i miei più sinceri ringraziamenti per la preferenza accordata al mio sito come sede di pubblicazione dei risultati delle sue ricerche, vorrei anche dirgli che in futuro sarò lieto di ospitare ulteriori post, se lui dovesse avere ancora pensieri da esprimere. Grazie ancora al professor Gaudino e buona lettura a tutti.
Ultime considerazioni sulle ricerche mondiali tra l’ interazione Strumenti a fiato – Esecutore
Dopo una ricerca sul comportamento delle corde vocali nelle tecniche del flauto in collaborazione del foniatra napoletano Ugo Cesari, con cui osservai le stesse dinamiche vocali descritte dai ricercatori giapponesi, precedentemente esposte (vedi articolo su questo blog Marco Gaudino – Gli studi giapponesi sul comportamento delle corde vocali negli strumenti a fiato del 2/02/2021), nel 1993 ipotizzai che tra il tubo del flauto e le corde vocali si potesse formare un punto nodale acustico. Un punto dove la pressione muscolare fosse massima e minima quella sonora, conseguente al ventre creatosi nel tubo del flauto, ossia il punto dove la pressione aerea è minima e quella acustica è massima. Pubblicai a proposito: Marco Gaudino “Nuova ipotesi sulla produzione del suono nel flauto traverso” ed. Flavio Pagano 1993.
Tuttavia gli anni successivi alla tesi pubblicata nella rivista per flauto Syrinx anno VI n. 20 Aprile-Giugno, 1994 Marco Gaudino-Carla Conti “Il suono nel flauto traverso: Tubo fonatorio e corde vocali” dell’ Accademia Italiana del Flauto, mi hanno riportato a ripensare alla questione fino a farmi rendere conto che la mia tesi fosse del tutto sbagliata, se non nei principi di aerodinamica che la supportavano. L’ assenza di suono vocale durante la produzione sonora nel flauto e negli altri strumenti a fiato deve escludere che le corde vocali possano emettere dei tipi di frequenze, e che queste possano influenzare il prodotto acustico finale negli strumenti stessi. Tuttavia va considerato l’ apporto dei muscoli vocali a sostegno del modo in cui l’ aria pulsa negli strumenti, soprattutto nel flauto, in cui non ci sono altri elementi che interagiscono con il suono e l’ aria, come le ance ad esempio. Nel flauto traverso le corde vocali reagiscono a sostegno dei suoni prodotti, nello stesso apporto di elasticità con cui l’ aria pulsa negli strumenti ad ancia, ma senza supporto sonoro vero e proprio come accade negli strumenti come il clarinetto o l’oboe dove vibrano sia l’ aria che le ance, ad esempio. Le variazioni di tono muscolare dovuti a mancato allenamento o stanchezza si riflettono tra labbra muscoli respiratori e pulsazioni aeree, che a loro volta si riflettono sui muscoli vocali ma anche viceversa.
Il sistema di produzione del suono tra strumento a fiato e strumentista deve intendersi sempre come unitario, tutti gli elementi che lo compongono si influenzano a vicenda, riflettendosi sulla qualità del suono. Negli ottoni se il rapporto aereo generatosi tra labbra, bocchino e strumento non è ben regolato in relazione ai suoni da emettere e sostenere nello e dallo strumento, con riflessione di sostegno sugli stessi muscoli vocali e respiratori, ne risentirà ancora una volta la qualità dei suoni prodotti. Frequenza aerea prodotta, frequenza labiale e toni muscolari devono essere sincronici con il suono da produrre e sostenere, negli ottoni. I rapporti tra strumentista a fiato e il suo strumento sono in fondo sempre gli stessi: emissione di un flusso adeguato alla sua intensità e velocità in relazione agli stati di tensione muscolari di sostegno, adatti allo scopo aerodinamico da realizzare e in funzione dei suoni ed effetti da produrre. Quando si parla di pressione si deve intendere quella muscolare e quando si parla di velocità va intesa quella aerea. Durante la produzione del suono nel flauto e non solo nel flauto ma anche negli altri strumenti a fiato, all’ aumentare di una pressione muscolare vi è un aumento di velocità del flusso aereo e viceversa. Se al tono prodotto su uno strumento a fiato i muscoli non sono in grado di sostenerlo a risentirne è sempre la qualità del suono. Nell’ emissione del suono nel flauto, prodotto dall’uomo, sono infinite e interconnesse le questioni legate ad aerodinamica, fisiologia muscolare, fisica del suono, termodinamica dei fluidi; questo è il motivo per cui è impossibile trattare un argomento senza non doverlo collegare ad un altro.
La ricerca della foniatra brasiliana Claudia Alessandra Eckley
Nel 2006 la ricercatrice brasiliana Claudia Alessandra Eckley attraverso un articolo su una rivista specializzata di otorinolaringoiatria “Configurazione della glottide in suonatori di strumenti a fiato” Rev. Bras. Otorinolaringol vol. 72 n. 1 Sao Paolo – Gennaio Febbraio 2006, conclude il dibattito della sua ricerca documentata sulla funzione delle corde vocali nella tecnica degli strumenti a fiato affermando che gli strumentisti in questione dovrebbero essere considerati degli utenti vocali a tutti gli effetti. Sia in relazione ai disturbi in cui potrebbero incorrere per uso errato dell’ apparato vocale durante le performance strumentali e oltremodo per le difficoltà scaturite, a mio avviso, da patologie laringee e faringee contratte per cause non dovute necessariamente a modi errati di esercitarsi. I protocolli usati per osservare gli strumentisti a fiato nei loro movimenti laringei e riportati nel suo articolo, sono gli stessi di tutti i ricercatori fino ad ora citati negli articoli precedenti pubblicati su questo Blog (Marco Gaudino – Gli studi giapponesi sul comportamento delle corde vocali negli strumenti a fiato del 2/02/2021; Marco Gaudino – La ricerca dell’ oboista americano Charles O. Veazey del 1/03/2021).
Considerazioni personali
Indubbiamente l’ uso dell’apparato vocale da parte degli strumentisti a fiato è indiscutibile. Sono davvero tanti gli autori che si occupano di questo tipo di ricerca, notando il coinvolgimento dei muscoli delle corde vocali durante la produzione del suono in maniera sostanziale, soprattutto nel flauto. Nel corso della mia carriera di didatta mi è capitato diverse volte di mandare a visita foniatrica alcuni dei miei alunni. Il foniatra è un medico specialista che si occupa della comunicazione verbale e di tutti i disturbi legati al linguaggio. A differenza del logopedista, che si occupa di elaborare una terapia, il foniatra si occupa maggiormente della parte diagnostica.
Devo dire che non mi sono mai sbagliato sul diagnosticare loro dei problemi originati da scarsa salute vocale, che riuscivo a definire dalle problematiche presentate nelle loro performance strumentali e non dovuti esclusivamente a tecniche errate, situazioni che in diversi casi si sono risolte con la logopedia o cure mediche.
Problemi di noduli, prolassi vocali, possono facilmente creare dei disagi nello strumentista a fiato nel sostegno alle variazioni di velocità del flusso aereo che dagli strumenti si riflettono sui muscoli chiedendone il sostegno, o influire proprio sul passaggio del flusso aereo tra la glottide e il cavo orale, durante la produzione del suono strumentale. Consiglio vivamente una visita foniatrica a tutti coloro che nonostante abbiano cambiato tanti insegnanti, continuano ad avere difficoltà di emissione del suono e altro sui loro strumenti. La consiglio senza destare allarmismi, ma per prevenire o curare patologie a carico dell’ organo vocale che per noi strumentisti a fiato risulta essere tra i principali coinvolti nel sostegno del suono nelle altezze tonali, nella sua intonazione, nonché nelle sue timbriche. Stabilendo che sostenere un suono vuol dire creare tra lo strumento a fiato e il suo esecutore un equilibro muscolare in apporto alle velocità di flusso aereo idoneo alla produzione del suono stesso, affermo che dei muscoli vocali non in salute ne possono variare le contingenze aerodinamiche, compromettendone i rapporti di compressione aerea.
La ricerca in Germania: Claudia Spahn, Bernard Richter, Johannes Pöppe, Matthias Echternach
Nel corso degli ultimi anni un gruppo di ricercatori dell’Istituto di medicina a Friburgo sono riusciti, con l’ aiuto di diverse tecniche di analisi, tra cui la risonanza magnetica, a mostrare quello che accade all’ interno del corpo mentre qualcuno sta suonando uno strumento a fiato. Hanno prodotto un vasto materiale cinematografico che mostra i movimenti delle labbra, della lingua, della laringe e del sistema respiratorio durante la produzione del suono e articolazioni tecniche del tipo: staccato, vibrato, produzione del suono in altezze diverse su strumenti a fiato differenti quali il flauto dolce e traverso, l’oboe, il clarinetto e il corno. È stato prodotto un DVD che contiene 125 brevi filmati che mostrano i processi. Filmati e animazioni aggiuntive spiegano gli organi più importanti coinvolti nella respirazione e produzione del suono, esaminando i processi fisiologici di base nei vari strumenti esaminati. Questo DVD innovativo utilizza apparecchiature mediche di fascia alta per avere uno sguardo nel corpo durante le esecuzioni strumentali. La pubblicazione è del 2013: “Physiological insights for players of wind instruments” (DVD, acquistabile in rete). Io la consiglio vivamente a supporto di tutti gli articoli pubblicati ad oggi su questo blog.
Si coglie l’ occasione per salutare tutti i lettori di Mozart 2006 e ringraziare Gianguido Mussomeli per l’ opportunità e la fiducia accordatami nel pubblicare i miei articoli, considerando quest’ ultimo come conclusivo del ciclo dedicato alle mie trattazioni sulle ricerche e la didattica negli strumenti a fiato.
Marco Gaudino
Si invitano i lettori a leggere tutti gli articoli precedenti pubblicati dallo stesso autore sul blog Mozart2006 a partire dal mese di dicembre 2019
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