#2021JLID – Arabella Steinbacher e Lahav Shani con la Gürzenich-Orchester Köln

Foto ©guerzenich-orchester.de

La città di Köln è in questi giorni la sede dell’ inaugurazione del #2021JLID, serie di manifestazioni celebrative dei 1700 anni della presenza ebrea in Germania. Tra le diverse manifestazioni per la giornata di apertura, personalmente introdotta dal Bundespräsident Frank Walter Steinmeier, si teneva anche un concerto in streaming della Gürzenich-Orchester Köln, l’ orchestra del locale teatro d’ opera fondata nel 1857 come complesso strumentale per il ciclo dei Gürzenich-Konzerte, cosí chiamati dal nome della sala costruita su un terreno di proprietà della famiglia Gürzenich, che fino al 1986, quando fu costruita la Kölner Philarmonie, fu la sede stabile dell’ orchestra e ospitò le prime esecuzioni assolute di capolavori come il Concerto per violino e violoncello di Brahms, il poema sinfonico Till Eulenspiegels lustige Streiche di Richard Strauss e la Sinfonia n° 5 di Gustav Mahler. La Gürzenich-Orchester, che nel corso della sua storia ha avuto direttori stabili come Ferdinand Hiller, Franz Wüllner, Fritz Steinbach, Hermann Abendroth e Günther Wand, è stata profondamente rinnovata nel repertorio durante gli undici anni di lavoro con Markus Stenz, insieme al quale ha eseguito un repertorio di straordinaria ampiezza che è stato documentato da una discografia distribuita dall’ etichetta Go live tramite un originalissimo sistema di diffusione. In poche parole, gli spettatori del concerto possono scaricare e portarsi a casa, pochi minuti dopo la conclusione, la registrazione della serata su un CD o una chiavetta USB. L’ iniziativa ha ottenuto un successo di notevoli proporzioni ed è stata segnalata dalla stampa tedesca come uno tra i progetti culturali più interessanti degli ultimi anni. Dal 2015 il posto di Gürzenich-Kapellmeister und Generalmusikdirektor der Stadt Köln è stato preso da François-Xavier Roth, direttore francese noto soprattutto per le sue interpretazioni del repertorio moderno e contemporaneo.

In questa occasione celebrativa la Gürzenich-Orchester era diretta da Lahav Shani, trentaduenne musicista israeliano considerato uno tra i più interessanti giovani direttori del momento, balzato all’ attenzione dopo le sue nomine a Chefdirigent della Rotterdams Philharmonisch Orkest (il più giovane direttore stabile nella storia dell’ orchestra) e della Israel Philharmonic Orchestra come successore di Zubin Mehta. Il giovane maestro israeliano ha presentato un programma composto interamente da musiche di autori di origine ebraica, che iniziava con Prayer, brano per soli archi composto nel 1961 da Tzvi Avni, musicista nato nel 1927 a Saarbrücken da una famiglia di ebrei russi poi emigrata in Israele nel 1935, formatosi in patria e poi negli USA con Aaron Copland e Lukas Foss a Tanglewood. La parabola creativa di Tzvi Avni si è sviluppata nel corso della sua carriera in direzione della musica elettronica pur mantenendo legami con la tradizione musicale israeliana, ma questo brano della sua prima fase stilistica presenta una scrittura influenzata ancora dal Novecento europeo e dalla Scuola di Vienna, in un clima espressivo che ricorda in maniera evidente quello del celebre Adagio di Samuel Barber.

Foto ©guerzenich-orchester.de

Tra i musicisti tedeschi con radici ebraiche, Felix Mendelssohn Bartholdy è sicuramente uno tra i più rappresentativi e il suo celebre Concerto per violino e orchestra doveva quasi obbligatoriamente trovare posto in una serata di questo tipo. Come solista abbiamo potuto ascoltare Arabella Steinbacher, la trentanovenne violinista originaria di München che io ho più volte segnalato nei miei resoconti come una tra le soliste più interessanti della nostra epoca. Ho già avuto modo di esprimere la mia ammirazione per questa solista dal talento davvero fuori del comune e anche questa volta posso dire che anche questa volta le mie aspettative sono state pienamente soddisfatte dalla prestazione di alta classe fornita dalla virtuosa monacense, a conferma della sua costante maturazione musicale che oggi la pone di diritto tra le migliori violiniste della giovane generazione. In un brano come il Concerto di Mendelssohn, tra i più popolari del repertorio violinistico, Arabella Steinbacher ha avuto modo di mettere in mostra tutte le caratteristiche migliori del suo modo di far musica, con l’ eleganza di un fraseggio cesellato nei minimi particolari, la spettacolarità di un virtuosismo elettrizzante e la capacità di rendere le melodie con un fervore e una nobiltà di canto davvero di altissima classe, sfruttando al meglio le splendide caratteristiche timbriche del suo strumento, lo Stradivari “Booth” del 1716. Una lettura mai forzata in senso spettacolare, con una incantevole tornitura di tutte le linee melodiche e un tono generale di lirica meditazione che alla fine trapassava in un terzo tempo virtuosisticamente scintillante, altamente spettacolare per souplesse ed eleganza di fraseggio. Una bellissima esecuzione, tra le migliori che si siano ascoltate negli ultimi tempi anche per merito della parte orchestrale gestita da Lahav Shani con sicurezza e sintonia di intenzioni espressive con la solista.

Il programma del concerto era completato dalla Sinfonia N° 2 di Kurt Weill, il compositore originario di Dessau noto soprattutto per la sua lunga collaborazione con Bertolt Brecht dalla quale ebbero origine lavori come Die sieben Todsünden, Die Dreigroschenoper e Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny. Il clima espressivo dei lavori ideati da Weill e Brecht è quello di un’amara ironia che veicola un messaggio di critica sociale spietata. La verità amara presa di mira dai due autori era la struttura della società di quel tempo e il messaggio di base attuale ancora oggi: per fare denaro bisogna mercificare se stessi. Castigat mores ma non ridendo, viene presa di mira la struttura della società capitalistica, spietata nei riguardi della donna, spesso trattata come puro oggetto di lucro e piacere, e dei piccoli borghesi cui, agli inizi del secolo, aveva già pensato Gorkij. La Seconda Sinfonia, composta nel 1933 su commissione di Winnareta Singer, moglie del fondatore della celebre ditta produttrice di macchine per cucire, venne eseguita per la prima volta l’ 11 ottobre 1934 ad Amsterdam dalla Concertgebouworkest diretta da Bruno Walter. Si tratta di una partitura che mescola lo stile orchestrale della Seconda Scuola di Vienna con elementi jazz e che si conclude con un Allegro vivace – Presto che nel suo tono amaramente sarcastico ricorda irresistibilmente il Rondò-Burleske della Nona Sinfonia di Mahler. L’ esecuzione di Lahav Shani, direttore dal braccio sicuro e perfettamente a suo agio con le caratteristiche espressive di questa musica, è stata davvero eccellente per senso dello stile, precisione tecnica e capacità di ottenere belle sonorità da un’ orchestra che ha suonato in maniera molto compatta e precisa. In definitiva, un concerto di ottimo livello e perfettamente adeguato alla solennità dell’ occasione.


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