Stuttgarter Kammerorchester – Jubiläumskonzerte

Foto ©Reiner Pfisterer

La Stuttgarter Kammerorchester ha inaugurato la stagione 2020/21, settantacinquesima dalla fondazione del complesso che tenne il suo primo concerto pubblico il 18 settembre 1945 sotto la direzione di Karl Münchinger, fondatore dell’ orchestra e suo direttore stabile per più di quarant’ anni. Vale la pena riassumere brevemente la storia di questo gruppo, divenuto negli anni un vero e proprio ambasciatore della città di Stuttgart nel mondo. Formatosi come violinista e organista, Münchinger studiò direzione d’ orchestra con Hermann Abendroth e Clemens Krauss. Dopo un inizio di carriera molto promettente, che lo portò a dirigere diverse orchestre tedesche tra le più importanti anche grazie al sostegno ricevuto da Wilhelm Furtwängler, il musicista svevo maturò gradualmente l’ idea di fondare un suo complesso stabile per poter eseguire il repertorio barocco e preclassico. Nel 1945, dopo essere rientrato a Stuttgart come prigioniero di guerra e successivamente rilasciato dalle autorità d’ occupazione, Münchinger riunì alcuni dei migliori musicisti disponibili sulla piazza per fondare la Stuttgarter Kammerorchester. Il gruppo tenne il suo primo concerto il 18 settembre di quello stesso anno nella Furtbachhaus, unica sala al momento disponibile in una città semidistrutta dai bombardamenti alleati. Tenendo conto delle difficili condizioni di vita derivate dalla situazione economica della Germania nel dopoguerra, Münchinger nei primi tempi si adoperò attivamente per assicurare ai suoi strumentisti uno stipendio fisso e un inquadramento istituzionale, che portò all’ istituzione di un ciclo annuale di concerti in abbonamento.

Nel 1949 la Stuttgarter Kammerorchester tenne una serie di concerti in Francia, primo complesso strumentale tedesco ad esibirsi all’ estero dopo la fine della guerra. Negli anni successivi l’ orchestra iniziò una serie di viaggi che la portarono ad esibirsi in tutta Europa, negli USA e in Giappone assumendo un ruolo di vero e proprio ambasciatore culturale della nuova Repubblica Federale di Germania. Nello stesso anno la Stuttgarter Kammerorchester eseguí la sua prima registrazione discografica, alla quale fecero seguito più di cento album pubblicati dalla DECCA che ottennero un grandissimo successo di critica e di pubblico, con record assoluti di vendite. Moltissimi melomani della mia generazione si sono avvicinati alle musiche di Bach, Händel e Mozart attraverso i dischi di Münchinger, che fu il primo ad applicare a questo repertorio criteri esecutivi desunti dallo studio delle fonti originali e basati sulla trasparenza strumentale di un organico ridotto nelle proporzioni e su un fraseggio depurato dalle deformazioni di stampo romanticheggiante. Questo lavoro costituì la base necessaria e imprescindibile su cui si svilupparono le interpretazioni dei musicisti della generazione successiva, come ad esempio Karl Richter, Helmuth Rilling, Raymond Leppard e Neville Marriner. All’ inizio degli anni Settanta, come sappiamo, si affermarono i nuovi criteri di prassi esecutiva storicamente informata introdotti da musicisti come Nikolaus Harnoncourt e Gustav Leonhardt, basati sull’ impiego di strumenti d’ epoca o costruiti alla maniera antica. In seguito a tutto questo Münchinger, la cui salute iniziava a declinare, si trovò a dover affrontare una serie di contrasti con i membri del suo complesso, che reclamavano un aggiornamento dei principi esecutivi e un allargamento del repertorio. Nel 1987, traendo le conseguenze di questa situazione, Münchinger lasciò la direzione della Stuttgarter Kammerorchester, tre anni prima della sua morte avvenuta a Stuttgart il 13 marzo 1990. I suoi successori, che furono Martin Sieghart, Dennis Russell Davies e Michael Hofstetter, intrapresero il compito di ripensare radicalmente il modo di suonare e la programmazione del gruppo, con risultati che hanno consentito alla Stuttgarter Kammerorchester di mantenere una posizione di alto livello tra i complessi del suo genere.

Dal 2011 il successore di Hofstetter alla guida  del gruppo è stato Matthias Foremny, che ha ulteriormente rinnovato la composizione dei programmi e sviluppato un interessante lavoro nel campo dell’ attività educativa rivolta ai giovani. Con il concerto inaugurale della stagione 2019/20, Thomas Zehetmair ha ufficialmente assunto l’ incarico di Chefdirigent della Stuttgarter Kammerorchester, il sesto nella storia del complesso. Il cinquantasettenne musicista austriaco originario di Salzburg, che da diversi anni affianca alla sua attività di violinista tra i più quotati della nostra epoca un intenso impegno nel campo della direzione orchestrale con regolari collaborazioni sul podio di complessi rinomati come la St. Paul Chamber Orchestra e soprattutto la Royal Northern Sinfonia della quale è stato Music Director dal 2002 al 2014, è uno tra i musicisti odierni più accreditati nel campo dell’ esecuzione storicamente informata. La Stuttgarter Kammerorchester continua a sviluppare progetti discografici e tournées internazionali che, insieme alla costante affluenza di pubblico per i concerti in abbonamento a Stuttgart, confermano il successo di una formula progettuale tra le più interessanti del panorama musicale tedesco.

Foto ©Reiner Pfisterer

Per il concerto commemorativo del settantacinquesimo anniversario, la Stuttgarter Kammerorchester ha voluto eseguire lo stesso programma della sua prima esibizione in pubblico. La sede prescelta era la Wagenhallen, una costruzione situata nei pressi del Pragfriedhof, che fu edificata nel XIX secolo come deposito e officina di riparazione per locomotive e poi autobus. Nel 2003 la città di Stuttgart ne ha acquisito la proprietà e con i fondi del progetto Stuttgart 21 l’ ha trasformata in un centro per eventi culturali comprendente una sala da concerti, un atelier e una scuola di danza. L’ aspetto originale di officina manufatturiera conservato nel restauro conferiva uno sfondo particolarmente suggestivo alla serata, sicuramente somigliante a quello che probabilmente doveva essere l’ aspetto della sala in cui l’ orchestra si esibì per la prima volta. Thomas Zehetmair dal leggio di Konzertmeister ha impostato un’ esecuzione filologicamente inappuntabile e ricca di slancio in tutti i brani del programma, che comprendeva il Concerto Grosso op. 6 N° 11 di Händel, la Sinfonia in sol minore RV 149 di Vivaldi, la Suite N° 20 dalla raccolta Banchetto Musicale di Johann Hermann Schein, oggi considerato uno dei più grandi musicisti tedeschi attivi nei primi decenni del XVII secolo, insieme a Samuel Scheidt e Heinrich Schütz, per finire poi con il Concerto in re minore N°11 da L’ Estro Armonico opera 3 di Vivaldi. Sotto la guida del suo Chefdirigent l’ orchestra ha esibito un timbro d’ insieme filologicamente aggiornatissimo e impeccabile, senza vibrato e trasparente nel timbro, con fraseggi di notevole vivacità ed eleganza espressiva.

Il giorno seguente la Stuttgarter Kammerorchester ha tenuto il primo concerto della stagione in abbonamento alla Liederhalle, con Thomas Zehetmair, che tecnicamente è direttore affidabilissimo, a guidare nella prima parte l’ esecuzione del Divertimento per orchestra d’ archi composto nel 1939 da Bela Bartók su commissione di Paul Sacher e della Kammerorchester Basel, che ne diedero la prima esecuzione assoluta l’ 11 giugno 1940. Zehetmair ne ha dato una lettura basata sulla flessibilità e variabilità della scansione ritmica piuttosto che sulla messa in evidenza sonorità aspre o squassanti, caratteristiche di altri direttori quando eseguono questa musica. La sua interpretazione quindi era condotta con tempi mobili, un’ impostazione timbrica lucida e tagliente e un’ estrema attenzione alla paletta dinamica, ben realizzata dalla prova impeccabile degli archi della Stuttgarter Kammerorchester che hanno suonato con perfetta percisione ed omogenità di cavata. Seguiva poi la Sinfonia in mi bemolle maggiore K. 543 di Mozart, forse l’ omaggio artisticamente più riuscito del musicista salisburghese alla grande tradizione contrappuntistica barocca con le sue strutture architettoniche grandiose e complesse. Per vivacità, scorrevolezza e scrupolo analitico nella realizzazione dei passaggi più elaborati la lettura di Zehetmair, basata su sonorità trasparenti e vibrato degli archi ridotto al minimo, si imponeva per la coerenza e il senso dello stile. Lunghissimi applausi da parte dei 500 spettatori ammessi hanno salutato la conclusione di queste due serate, con le quali la Stuttgarter Kammerochester ha riconfermato la qualità delle sue esecuzioni e il suo posto di assoluto rilievo nella vita musicale della nostra città.


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