Marco Gaudino – Alla ricerca del bel suono nel flauto traverso

Nel suo articolo di settembre per Mozart2006, il prof. Marco Gaudino si occupa dei problemi tecnici relativi all’ esecuzione dei suoni tenuti, proponendo anche una serie di esercizi per sviluppare la tecnica di emissione. Questo articolo riguarda specificamente il flauto, mentre nei prossimi contributi il docente napoletano si occuperà di problemi comuni a tutti gli strumenti a fiato. Come sempre, grazie a Marco Gaudino per la preferenza accordata al mio sito e buona lettura a voi tutti.

Alla ricerca del bel suono nel flauto traverso

SUONI TENUTI

Da sempre costituiscono uno degli esercizi fondamentali per la ricerca del bel suono nel flauto traverso. Il loro ruolo è fondamentale per imparare la gestione dell’ emissione del fiato nella durata e dei muscoli costo-addominali che lo sostengono, nonché labiali che possono determinare l’ ottimizzazione dagli stadi di calore del flusso aereo proveniente dai polmoni (vedi articolo su questo blog del mese di febbraio 2020 Aria calda e fredda negli strumenti a fiato) incidendo su timbriche e dinamiche sonore. Possono essere eseguite in diverse modalità per evitarne la monotonia nello studio giornaliero, attribuendo ad esse degli obiettivi diversi. I muscoli vocali sono sempre presenti nel sostegno delle altezze e nella pulsazione del suono, come ampiamente illustrato nei precedenti articoli presenti sul sito a partire da dicembre 2019. È sempre l’ aria l’elemento fondamentale che pulsa, ma la sua riflessione sui e dai muscoli che la sostengono nelle variazioni di velocità, può bloccarne o favorirne il movimento periodico. Non deve essere mai dimenticato dal flautista che lui è l’ artefice della produzione del suono, attraverso gli atti di compressione della sua colonna aerea che, insieme alle reazioni della pressione atmosferica genera le pulsazioni dell’ aria, sostenute da tutte le fasce muscolari coinvolte. Tutto il processo di emissione sonora finora illustrato sia dal punto di vista acustico, fisiologico, aerodinamico e termodinamico, è al momento quasi sconosciuto negli approcci tradizionali di tecnica flautistica, nonché degli altri strumenti a fiato e oltremodo poco discusso dalla scienza foniatrica. Mi auguro un futuro diverso per le giovani generazioni.

Modalità esecutive dei suoni tenuti, ossia come fare le note lunghe (si potrebbe modificare, volendo, il termine “suoni tenuti” con “sostenuti”)
Primo modo: tradizionale
Da eseguire con una sonorità mezzoforte, mai spinta e nella ricerca di un suono che non abbia decompressione nel suo seno. Consiglio ai mie alunni di iniziare dal sol grave e procedere fino al la acuto su scala cromatica in modalità ascendente, per poi ritornare al Sol grave e fino al Si grave in modalità discendente. Pensare ai diesis quando si ascende e ai bemolli quando si discende, cercando di differenziarli mentalmente. Questo sistema esecutivo si pone l’ obiettivo di cercare il modo di usare le labbra e i muscoli costo-addominali nella gradazione del fiato nel tempo; soprattutto nel ruolo labiale laterale atto a bloccare la fuoriuscita veloce dello stesso flusso aereo proveniente dai polmoni. Una fuoriuscita veloce del fiato che può presentarsi a seguito dei pochi attriti che si generano tra aria proveniente dai polmoni e la pressione atmosferica, per questioni relative alle diverse temperature aeree interne ed esterne al cavo orale, va compensata con l’ esercizio giornaliero. L’ esercizio di note lunghe in sonorità mezzo-forte crea un equilibrio di azione tra i muscoli della glottide detti “cricoaritenoidei laterali” e posteriori. Ad aumento di intensità del flusso aereo senza un’azione sinergica di tensione laterale dei muscoli labiali è possibile che possa avvenire un disequilibrio di azione-reazione dei muscoli glottici citati, con conseguente variazione di intonazione del suono; il suono tende a crescere ed essere sforzato. Si va nel fenomeno di produzione del suono dato da scarsa velocità di flusso aereo ad opera di un’ intensità di flusso troppo elevata perché generatasi con un volume del cavo orale troppo ampio, tipico di quello che i flautisti pastorali formano con le loro aperture orali a “sbadiglio” (vedi articolo del mese di agosto 2020 “Concezioni storico-didattiche nel flauto traverso” parte seconda).
Il disequilibrio aerodinamico si riflette sui muscoli vocali se il labbro non ottimizza la dinamica creatasi. I due tubi che interagiscono tra loro, ossia tubo fonatorio o tratto vocale e tubo del flauto sono variabili in dimensioni l’ uno a prescindere dall’ altro.

Suoni tenuti
Secondo modo, da eseguire senza emissione di suono strumentale: ricerca del modo di soffiare nell’ atteggiare le cavità interne orofaringee attraverso uso della parte centrale della lingua.
Da eseguire nella ricerca della frequenza rumorosa e intonata del soffio ffffff (rumore del soffio che passa tra le labbra senza pronuncia della consonante F), da emettere lasciando i muscoli della respirazione e delle labbra liberi di agire nella variazione di micro-posizioni interne tra le vocali I-O. Usare la vocale I nella modalità ascendente con le frequenze aeree e, adoperale la O in quelle discendenti.

Modalità esecutiva: cambiare la frequenza soffio lungo intonato producendo un rumore tipo fffffffffff, aiutandosi con l’ ascolto come in una conchiglia del tubo del flauto che varia le posizioni delle note e quindi le frequenze udibili, semitono per semitono: avvicinare la boccoletta all’ orecchio sinistro.

L’ esercizio può essere applicato a qualunque brano da eseguire e aiuta l’ interiorizzazione delle frequenze aerodinamiche da usare durante la sua esecuzione reale. L’ esercizio proposto genera consapevolezza nella ricerca del pensiero sonoro e nell’ associare le velocità del flusso aereo da emettere in relazione ai suoni da sostenere, anche in virtù della loro corretta intonazione. L’ esercizio aiuta i muscoli vocali nel sostegno dei suoni che verranno emessi. Esso ne favorisce la loro funzione, grazie alla ricerca delle energie aerodinamiche atte all’azione di produzione sonora, sia dal punto di vista delle posizioni interne linguo-palatali che faringee, nonché labiali. Gli antichi maestri di flauto consigliavano di pensare i suoni prima di produrli sullo strumento, cantandoli mentalmente. Credo fermamente che la ragione fosse legata alla ricerca del giusto flusso aereo da emettere al fine di generare e sostenere i suoni, soprattutto nelle varie altezze tonali in relazione alle velocità dei flussi ideali da produrre.

Consiglio di associare i seguenti ESERCIZI alla modalità di fare suoni tenuti, da eseguire come fase di riscaldamento alle dinamiche respiratorie pre-emissione del suono o frequenze aeree senza strumento:

  • Inspirare aria lentamente con la bocca, prendendo coscienza dei movimenti diaframmatici verso il basso ed espirare lentamente prendendo coscienza dei movimenti costo-addominali di opposizione alla fuoriuscita del fiato, producendo rumore nel trattenere il flusso aereo che esce tra le labbra.
    Ripetere l’ esercizio per cinque volte.
    Inspirare l’ aria lentamente per il naso ed espirarla trattenendo il flusso aereo tra le labbra, facendo attenzione ad averle tese nei lati e non al centro.
    Ripetere l’ esercizio per cinque volte.
    ⦁ Inspirare l’ aria lentamente con il naso ed espirarla per il naso, facendo attenzione ad opporre una forza verso il basso con il muscolo diaframmatico guidato dagli intercostali ad una forza che tende a far risalire il diaframma velocemente, dettata dai muscoli addominali.
    Ripetere l’ esercizio per cinque volte.
    L’esercizio inspirazione naso ed espirazione naso è utile per prendere coscienza dei movimenti costo-addominali di sostegno del fiato, escludendo la funzione labiale.
    ⦁ Inspirare l’ aria lentamente per la bocca ed espirarla producendo la consonante lunga nel tempo hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, non sonora ma bisbigliata.
    Ripetere l’ esercizio per cinque volte.
    Inspirare per il naso ed espirare per la bocca con la stessa modalità esecutiva.
    Ripetere l’ esercizio per cinque volte.
    L’ esercizio è utile per allenare i muscoli vocali cricoaritenoidei laterali, coinvolti nel sostegno del suono nel flauto, negli strumenti a fiato e nel canto. Tuttavia un esercizio davvero utilissimo da fare prima di eseguire un brano o uno studio è quello di solfeggiarlo bisbigliando, senza emettere suoni ma solo bisbigli dati da corrente aerea che si muove nel cavo orale: il tipo di esercizio allena i muscoli cricoaritenoidei laterali, ossia i muscoli deputati al sostegno del suono in fase espiratoria ad opposizione di quelli cricoaritenoidei posteriori. L’ esercizio è stato soprannominato “La voce della strega” dalla collega Marianna Bovini, docente di flauto presso il Cemi Bologna, dopo un riuscitissimo seminario tenuto da me con i suoi alunni.
    ⦁ Inspirare l’ aria lentamente per il naso o la bocca e produrre la consonante sssssssssssssssssssss in espirazione.
    Ripetere l’ esercizio per cinque volte.
    L’ esercizio è utile per allenare i muscoli costo-addominali nel sostegno dei suoni e nella fuoriuscita graduale del flusso aereo espirato. Aiuta il rilascio dei muscoli costrittori della faringe dopo la sua esecuzione.
    ⦁ Montare il flauto senza inserire la testata, disporre la diteggiatura sulla posizione del do grave e tentare di emettere dei suoni che richiamino le modalità di emissione sonora degli strumenti a bocchino. Portare il tubo alle labbra tese come se fosse una tromba, producendo la classica pernacchietta che serve ad emettere il suono negli ottoni (prrrrr). Ripetere l’ esercizio per cinque volte.

L’esercizio è utile per allenare i muscoli costo-addominali al sostegno dei suoni e alla fuoriuscita graduale del flusso aereo proveniente dai polmoni, ha la funzione di allenare i muscoli labiali a frenare la fuoriuscita veloce del fiato durante l’ emissione del suono.

Terzo modo di fare note lunghe

Suoni tenuti eseguiti tenendo fisso un suono grave con la voce, anche quando si sale sugli acuti. È utile a tenere liberi i costrittori della faringe soprattutto quando si inizia a salire con le altezze tonali nella ricerca di aumento di velocità di flusso aereo. Allena i muscoli vocali deputati al sostegno del suono, senza passare per i costrittori. Consiglio di eseguire anche le scale maggiori e minori armoniche e melodiche a tre ottave, tenendo la tonica con la voce e salendo con il flauto, mantenendo la tonica vocale bassa sempre fissa. L’ esercizio, inoltre, minimizza l’ intensità del flusso aereo nell’emissione sonora.

Consigli per eseguire le scale di ogni tipo: consiglio di eseguire le scale non alternando relativa maggiore con relativa minore, ma alternando scala maggiore e scala minore partendo da un tono base tipo Do, eseguendo Do magg. e Do min. e proseguendo in tutto l’ ambito semitonale nella stessa maniera: Do magg. – Do min., Do diesis magg. – Do diesis min. – Re magg. – Re min. ecc. Questo modo di fare le scale rende cosciente, a mio avviso, lo studente della differenza sonora-emotiva tra tono maggiore e minore ed evita che avvengano nel flautista movimenti eccessivi della laringe nel passare da un tono maggiore e minore relativo, tipo Do magg. e La min., ossia tono basso e tono alto o viceversa. Nel tipo di modalità di fare le scale proposto, i cambi di tonalità si svolgono sempre partendo dallo stesso tono che procede per semitono, dando una sensazione esecutiva né di salita e né di discesa.

Quarto modo di fare note lunghe – Suoni tenuti da eseguire senza sostegno del suono da parte dei muscoli labiali: labbra iper-rilassate e più aperte. L’esercizio richiama l’emissione del suono di molti principianti, ossia poco sostenuto a livello generale. L’ obiettivo di questa modalità esecutiva pone l’ attenzione sull’ uso dei muscoli costo-addominali nell’ emissione dei suoni, facendoci comprendere l’ importanza delle labbra quali ottimizzatrici del flusso aereo proveniente dai polmoni, nel sostegno e nella ricerca della giusta velocità aerodinamica durante la produzione sonora. Esercizio associato: cambi di suono tra labbra più tese e più rilassate ai lati. Da eseguire sul registro grave e medio alto, al fine di prendere coscienza e consapevolezza del ruolo labiale svolto nella produzione del suono. Ruolo che a seconda delle conformazioni orofaringee e vocali, potrebbe risultare più o meno prezioso. Più prezioso per cavi orali grandi e con corde vocali meno sottili.

Quinto modo – Suoni tenuti da eseguire indirizzando il proprio flusso aereo nella boccoletta, facendo attenzione a non produrre suoni, ma di far uscire solo soffio che si intona con il variare delle posizione digitali sulla tastiera. L’ esercizio si riferisce all’emissione dei “suoni eolici” molto usati nella musica contemporanea. Questo esercizio ha il fine di aiutare il flautista a memorizzare delle frequenze aeree in relazione ai suoni da produrre e aiuta ad emetterle poi in sincronia con il suono stesso in una seconda fase di studio. È una variabile dell’esercizio con flauto all’orecchio o con uso del software. Finalità: ricerca delle giuste velocità aeree da emettere nella produzione dei suoni tenendo naturalmente rilassati i muscoli costrittori della faringe.

Sesto modo – Produzione di suoni fischiati sul registro grave con gestione del fiato come per i suoni tenuti. La modalità di produzione di fischietti, nelle posizione dei suoni gravi, aiuta a trovare le posizioni interne atte produrre il suono nei vari registri dello strumento evitando l’ uso dei muscoli costrittori della faringe. Allena i muscoli costo-addominali nella gestione del flusso aereo dello strumentista in uscita dai polmoni, nonché a trovare le giuste tensioni labiali per regolarlo insieme ad essi. È un ottimo esercizio da proporre anche ai principianti che, attraverso la ricerca dei fischietti, imparano ad indirizzare l’ aria tra lo spigolo della boccoletta e il suo interno.

Marco Gaudino

Liberamente tratto da: Marco Gaudino, Suono Pensando, ed. Lulu, acquistabile su Amazon.
Si invitano i lettori a leggere tutti gli articoli precedenti pubblicati dallo stesso autore sul blog Mozart2006 a partire dal mese di Dicembre 2019


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