Staatsorchester Stuttgart – Beethoven-Zyklus 1

Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB

Finalmente è arrivato il momento: i teatri tedeschi stanno gradualmente riaprendo i battenti dopo la lunga pausa forzata imposta dalla pandemia di Covid-19 e la Staatsorchester Stuttgart è tornata ad esibirsi per il suo pubblico alla Liederhalle, in un ciclo dedicato alle Sinfonie di Beethoven. Una scelta dettata anche dalla volontà di sostituire in qualche modo i tanti appuntamenti programmati per il duecentocinquantesimo anniversario della nascita del compositore, forzatamente cancellati a causa del lockdown imposto dall’ epidemia in tutto il mondo. Le otto Sinfonie strumentali (la Nona non verrà eseguita in quanto prevede la presenza del coro e dei solisti di canto, considerata ancora a rischio in questa fase) dovevano essere ripetute due volte ciascuna, ma la forte richiesta di biglietti ha spinto il teatro ad inserire diverse date aggiuntive. Un bel segnale, sicuramente: questo significa che il pubblico non è frenato dalla paura del contagio e vuole tornare a teatro, sia pure in condizioni igieniche quanto più possibile prive di rischi. Proprio per queste esigenze imposte dalle misure di sicurezza tuttora in vigore, la Beethoven Saal della Liederhalle è stata modificata nell’ arredamento come potete vedere dalle foto che corredano il post. L’ orchestra siede a semicerchio nella platea, con i musicisti posizionati a distanza di sicurezza uno dall’ altro e il pubblico, circa un centinaio di spettatori siede di fronte sempre disposto a semicerchio, ma in maniera opposta. Dal punto di vista acustico, questa non è proprio la situazione ideale perchè l’ orchestra suona troppo forte e con un riverbero eccessivo alle orecchie degli ascoltatori, ma l’ importante era iniziare, questo credo sia indiscutibile. Personalmente, io ho provato un’ emozione davvero fortissima ad entrare dopo più di tre mesi nella sala della Liederhalle e a sentire il suono dei musicisti che accordavano gli strumenti, che richiamava alla mente sensazioni vissute centinaia di volte e che tornavano in un sol colpo alla memoria.

Anche Cornelius Meister appariva fortemente emozionato al momento della sua entrata in sala per la serata di apertura del ciclo beethoveniano. “Sie ahnen gar nicht, wie sehr wir uns auf Sie, liebes Publikum, gefreut haben!“ (Voi non avete idea di quanto vi abbiamo aspettato, caro pubblico!) sono state le parole con cui il quarantenne Generalmusikdirektor della Staatsoper Stuttgart ha iniziato il suo discorso introduttivo prima di attaccare la Sinfonia N° 1 in do maggiore op. 21. Con poche e semplici parole, in uno stile molto simpatico e rilassato, il giovane direttore nativo di Hannover ha spiegato la forma e le caratteristiche principali della Sinfonia. Questa Einführung (introduzione) è un’ idea da tempo prediletta da Cornelius Meister, che fin dai suoi esordi come GMD del teatro di Heidelberg ha sempre amato moltissimo condurre personalmente i suoi concerti in forma di guida all’ ascolto.

Foto ©Oper Stuttgart/Fanny Gaul

Dal punto di vista artistico, questa serata preannunciava molti motivi di interesse che fanno ben sperare per il prosieguo di questo ciclo sinfonico beethoveniano. Dopo qualche squilibrio acustico tra le varie sezioni nelle prime battute, gli strumentisti della Staatsorchester Stuttgart sono riusciti ad adattare molto bene il suono alla situazione acustica decisamente diversa rispetto a quella usuale e Cornelius Meister ha delineato una lettura fresca, vivace, basata su tempi mossi e fraseggi di raffinata eleganza ottenuti tramite tutte le belle qualità musicali che più volte ho avuto modo di descrivere nei resoconti delle sue esibizioni qui a Stuttgart. Gesto chiarissimo ed efficace, tecnica completa e temperamento versatile dal punto di vista interpretativo fanno di questo giovane, appena quarantenne ma già lanciatissimo a livello internazionale, un musicista completo e dalla maturità notevole, soprattutto in rapporto all’ età. A mio avviso, e lo ripeto anche in questa occasione, Meister è senza dubbio il più dotato e ricco di talento della giovane generazione di direttori tedeschi, e questa esecuzione della Prima Sinfonia di Beethoven ha confermato una volta di più la mia opinione. Il maestro di Hannover ha impostato la sua lettura su un’ impostazione ritmica vivace e scattante, con un taglio lodevolmente caratterizzato da sonorità asciutte e parco uso del vibrato per gli archi, tinte strumentali di grande trasparenza e leggerezza in una scansione ritmica basata su tempi mossi ma non eccessivamente affrettati. Particolarmente apprezzabile in questa esecuzione è apparsa la resa del movimento iniziale, con le dissolvenze dinamiche sulle cadenze perfette di accordi di settima di dominante con risoluzione sulla tonica dell’ introduzione realizzate in maniera accurata e scrupolosa, la cantabilità molto elegante e flessibile delle linee melodiche nell’ Andante cantabile con moto in fa maggiore oltre alla buona realizzazione delle vorticose scansioni ritmiche nel terzo movimento, in cui i colori morbidi dei fiati nel Trio formavano un contrasto timbrico davvero affascinante e curato con grande attenzione alle sfumature. Apprezzabile anche il tono fresco e vivace del Finale, condotto con una bella progressione ritmica fino alle battute finali che concludevano in un’ atmosfera festosa questa specie di avventura acustica insolita, superata con bella disinvoltura dal direttore e dalla Staatsorchester Stuttgart che ha dimostrato di non risentire degli effetti di disabitudine alle esibizioni dal vivo, provocati dalla lunga pausa forzata. Ma soprattutto questa serata costituiva un segnale di speranza che aspettavamo da mesi e che andava al di là dell’ esito musicale, che pure è stato molto pregevole: possiamo tornare a teatro, a sentire i concerti e a provare di nuovo quelle emozioni che solo l’ ascolto dal vivo può dare e che non possono in alcun modo essere surrogate da uno streaming. Oltre al prosieguo di questo viaggio nel sinfonismo beethoveniano, la vita musicale di Stuttgart sta riprendendo con forza e io cercherò di vedere quanto più mi sarà possibile della nutrita serie di appuntamenti che si stanno programmando. Che bello tornare a sentire concerti e scrivere recensioni. Riprendiamoci il teatro, era ora!


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