Dan Ettinger ha concluso i suoi impegni stagionali da Chefdirigent degli Stuttgarter Philharmoniker con un programma dedicato a due popolarissimi brani di autori russi. Anche per quelli che dalla musica cercano qualcosa di più del semplice piacere auditivo, ogni tanto fa bene assistere a una serata di grande repertorio sinfonico e infatti la Liderhalle per questo appuntamento era piena in ogni ordine di posti. Del resto, i concerti del quarantanovenne direttore israeliano che è guinto alla quinta stagione del suo mandato di Chefdirigent registrano sempre un’ affluenza di pubblico molto elevata. Nella prima parte del programma abbiamo ascoltato il Primo Concerto op. 23 per piano e orchestra di Tschaikowsky, con il trentaduenne pianista brasiliano Fabio Martino. Uno strumentista senza dubbio di ottimo livello, dotato di mezzi tecnici completi e che inoltre ha messo in mostra una bella intesa con Ettinger, che ha lavorato con lui in diverse occasioni. Come tanti strumentisti della giovane genrazione, il ragazzo brasiliano possiede un controllo strumentale davvero di alto livello, sorretto da una tecnica solida e sicura. Il suono è timbrato, potente senza traccia di forzature e la capacità di controllare la dinamica è assolutamente impeccabile. Dal punto di vista interpretativo il suo fraseggio dimostra una personalità spiccata, senza esagerazioni o gigionate gratuite oltre a un gusto sorvegliato e una grande capacità comunicativa. In poche parole, un pianismo possente e aggressivo nel virtuosismo ma anche ricco di sfumature e colori raffinati. Ne è risultata un’ esecuzione con il giusto grado di carica spettacolare, soprattutto nei difficili passi di ottave del primo movimento, intensa e trascinante anche grazie al sostegno strumentale di Dan Ettinger che ha assecondato il giovane solista in maniera eccellente. Fabio Martino ha messo in mostra una tecnica da vero virtuoso di alta classe, superando con sicurezza tutte le difficoltà tecniche del primo movimento e dando il massimo rilievo alla melanconia melodica tipicamente slava dell’ Adagio. Elettrizzante anche l’ esecuzione dell’ Allegro con fuoco, nel quale il giovane virtuoso brasiliano ha offerto un’ ulteriore prova della solidità granitica del suo pianismo sigillando in modo entusiasmante un’ interpretazione ricca di slancio e passionalità, davvero esemplare. Due magnifici fuori programma di autori sudamericani hanno ribadito il successo davvero trionfale ottenuto da questo ragazzo, che senza dubbio in questa serata ha dimostrato di possedere tutti i requisiti necessari per intraprendere una grande carriera a livello internazionale.
L’ atmosfera si è mantenuta interessante anche nella seconda metà del concerto, con un’ esecuzione del celebre poema sinfonico Scheherazade op. 35 di Nikolaj Rimsky-Korsakow in cui Dan Ettinger ha potuto dar sfogo a tutto il suo temperamento passionale e mostrare al meglio i frutti del suo lavoro con gli Stuttgarter Philharmoniker che ha portato a risultati davvero apprezzabili. Il suono degli archi ha guadagnato molto in termini di compattezza e profondità, così come i fiati in termini di intonazione e purezza sonora. Il direttore israeliano è un ottimo creatore di atmosfere timbriche e una partitura come questa gli ha dato la possibilità di dare pieno sfogo alla sua fantasia nella creazione di climi sonori attraenti e raffinati. Scheherazade è un pezzo il cui fascino si basa su una struttura chiara e ben definita, facilmente riconoscibile anche dall’ ascoltatore non particolarmente esperto, ma soprattutto su un’ orchestrazione ricca, complessa e innovativa negli effetti. Dan Ettinger e gli Stuttgarter Philharmoniker hanno risolto tutti i passaggi coloristicamente complessi con fraseggi eleganti, grande precisione di attacchi, vivacità ritmica e varietà di colori. Un’ esecuzione ricca di verve, passionalità e spirito, molto ben calibrata dal podio per quanto riguarda la qualità di un suono ricco di qualità timbriche raffinate nonchè di una paletta dinamica lavorata con grande raffinatezza. Eccellente la prova di Matthias Wächter, da diversi anni Konzertmeister dell’ orchestra, nei lunghi assoli del primo violino con la melodia che descrive la giovane principessa evocando atmosfere orientali tramite la struttura per gradi congiunti e il ritmo fluido, e che si ripete diverse volte come una sorta di Leitmotiv nei quattro movimenti della composizione. Il pubblico della Liederhalle ha dimostrato di apprezzare questa esecuzione molto ben riuscita e il successo è stato vibrantissimo, con lunghi applausi per tutti, al termine di una serata musicalmente davvero pregevole. Il sodalizio artistico di Dan Ettinger con gli Stuttgarter Philharmoniker promette di regalarci altre serate interessanti nelle prossime stagioni.
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