La stagione sinfonica degli Stuttgarter Philharmoniker è tradizionalmente suddivisa in tre cicli. La serie principale, intitolata Die Grosse Reihe, si compone di nove serate con una programmazione caratterizzata da un tema di fondo. Quest’ anno, in occasione delle celebrazioni per il duecentocinquantesimo anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven che coinvolgono tutte le istituzioni musicali tedesche, il ciclo è impostato sull’ esecuzione di musiche del compositore di Bonn accostate a quelle di altri autori. Il quarto appuntamento della rassegna era affidato a Dan Ettinger che ha impaginato un programma comprendente opere di Debussy e, nella seconda parte, il Quarto Concerto beethoveniano per pianoforte e orchestra. Solista era il quarantunenne Inon Barnatan, originario di Tel Aviv e residente a New York che alcuni mesi fa ha eseguito il brano ad Hamburg insieme alla NDR Elbphilharmonie Orchester sotto la direzione di Alan Gilbert in un concerto che ha ricevuto critiche molto favorevoli dai maggiori critici tedeschi. Inon Barnatan, che a livello internazionale si è fatto una reputazione anche grazie a un CD registrato nel 2015 per la DECCA insieme alla violoncellista Alisa Wellerstein che ha riscosso un ottimo successo di critica e di vendite, sta incidendo in questi mesi il ciclo integrale dei Concerti di Beethoven con la Academy of St.Martin in the Fields ancora diretta da Alan Gilbert.
Inon Barnatan, che ha iniziato gli studi in patria con Viktor Derevianko, un allievo del celebre Heinrich Neuhaus, ha poi proseguito la sua formazione alla Royal Academy of Music di Londra con Maria Curcio, ex studentessa del grande Artur Schnabel e si è poi perfezionato negli Stati Uniti con Leon Fleisher. Da questi insegnanti il quarantunenne pianista israeliano ha sicuramente ricevuto, a giudicare dal suo stile di esecuzione, una solida preparazione di tipo classico. Il Concerto N°4 in sol minore op. 58 è un brano tecnicamente non impossibile ma molto insidioso dal punto di vista degli equilbri sonori e della resa dinamica nelle sfumature. Inon Barnatan suona con una notevole pulizia e raffinatezza di tocco; il suo fraseggio è scorrevole, ricco di respiro cantabile e puntualissimo nella realizzazione delle sfumature. Sulla base strumentale trasparente e raffinata costruita da Dan Ettinger, la lettura del pianista israeliano è apparsa molto notevole per consapevolezza stilistica e maturità di concezione oltre che per la morbidezza e la bellezza timbrica di un suono graduato attentamente in una paletta coloristica ricca di sfumature. Da quello che abbiamo ascoltato in questa occasione, Inon Barnatan è sicuramente un interprete beethoveniano di tipo non banale, in grado di proporre cose interessanti e che merita di essere tenuto d’ occhio nei prossimi anni.
Nelle composizioni di Debussy che formavano la prima parte del programma, gli Stuttgarter Philharmoniker hanno messo nuovamente in evidenza la pulizia esecutiva e la compattezza di suono sviluppate in queste cinque stagioni di lavoro insieme a Dan Ettinger. Nel celebre Prélude à l’après-midi d’un faune erano da apprezzare senza riserve la bella qualità di suono della sezione archi e il timbro morbido, ricco di luminosità ottenuto nei suoi assoli da Clarissa Böck, trentatreenne franco-tedesca originaria di Göttingen che dal 2012 è primo flauto del complesso. Molto ben riuscita anche l’ esecuzione dei Trois Nocturnes nella quale Dan Ettinger è riuscito ad ottenere dall’ orchestra una bella tinta d’ insieme in una lettura che appariva complessivamente molto interessante per scrupolo di analisi e capacità di mettere in rilievo tutte le preziosità della scrittura di Debussy. Buono anche l’ intervento della sezione femminile del figurehumaine kammerchor nel terzo brano. Successo vivissimo in una Liederhalle quasi completamente gremita, come sempre accade per i concerti di Dan Ettinger che qui a Stuttgart riscuotono regolarmente una cospicua partecipazione di pubblico.
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