Aus alten Märchen – David Steffens e Bernadette Bartos

Foto ©Martin Sigmund

Dopo il concerto di apertura dedicato a Hugo Wolf, la stagione liederistica della Staatsoper Stuttgart, come sempre impaginata in collaborazione con la Internationale Hugo-Wolf-Akademie, proponeva una Liederabend tenuta da un giovane cantante dell’ ensemble. David Steffens, trentatreenne basso originario dell’ Oberbayern e formatosi al Mozarteum di Salzburg, ha presentato un bel programma basato sul tema delle antiche favole e leggende tedesche. Steffens, che io avevo già ascoltato qui alla Staatsoper nella scorsa primavera come apprezzabile Figaro nelle Nozze, si è fatto notare nelle ultime stagioni come uno tra i giovani elementi più dotati nell’ ensemble della Staatsoper Stuttgart. La voce è di timbro gradevole, piena e omogenea anche se non completamente sfogata nel settore acuto, in cui il suono risulta a volte lievemente opaco. Come liederista, il giovane basso bavarese ha dimostrato di possedere una buona inventiva ed eloquenza di fraseggio, con una bella capacità di evidenziare il senso delle frasi e una personalità interpretativa già abbastanza definita, che gli ha permesso di offrire esecuzioni ben calibrate e rifinite nei dettagli in brani celebri come lo schubertiano Der Erlkönig e due tra le più famose pagine vocali di Schumann, Die beiden Granedieren e Aus alten Märchen dal ciclo Dichterliebe op. 48. Anche il carattere di bozzetto teatrale che è la cifra stilistica di brani come il Prometheus e Der Rattenfänger di Hugo Wolf è stato reso con un buon senso della caratterizzazione e un accento declamatorio molto plastico e definito. Buona anche la resa delle quattro Balladen di Carl Loewe, autore non eseguito in misura adeguata alla qualità musicale dei suoi lavori vocali, nei quali Steffens ha trovato un tono di narrazione solenne ed epicheggiante perfettamente adeguato all’ atmosfera evocata dai testi.

Il punto forse più interessante nel programma della serata era costituito dai quattro Lieder del ciclo Liederbuch des Hafis op. 30 di Viktor Ullmann, compositore nato a Teschen nel 1898 che fu allievo di Arnold Schönberg e successivamente si dedicò anche agli studi antroposofici, visse per qualche tempo a Stuttgart dove aprì una libreria in Charlottenplatz e, dopo il fallimento di quest’ attività, si spostò a Praga da dove nel 1942 venne deportato a Theresienstadt prima di finire ad Auschwitz dove morì nel 1944. La produzione musicale di Ullmann è stata oggetto di diverse riprese negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda l’ opera da camera Der Kaiser von Atlantis composta durante il periodo di detenzione a Theresienstadt. Come il celebre ciclo mahleriano Das Lied von der Erde, il Liederbuch des Hafis fu composto su testi tradotti in tedesco da poesie orientali, in questo caso provenienti dalla letteratura persiana. Lo stile vocale dei quattro brani, che mescola elementi tipici del romanticismo tedesco con influssi provenienti dallo Sprechgesang e dal linguaggio jazzistico, è estremamente originale e di grande interesse per l’ espressività e la forza icastica con cui la musica sottolinea le atmosfere dei testi. Anche qui David Steffens si è dimostrato interprete adeguato per varietà ed efficacia di accenti, come in tutti gli altri Lieder di Schumann e Schubert che formavano il resto del programma. Il giovane cantante bavarese, da quel che si è potuto notare in questa occasione, possiede tutte le qualità per diventare un liederista molto interessante. Da sottolineare anche l’ ottima prova fornita dalla pianista austriaca Bernadette Bartos, che ha dimostrato grande eleganza e raffinatezza di suono oltre a una perfetta sintonia interpretativa con il cantante. Per un vero duo liederistico è necessaria un continuo e reciproco scambio di intenzioni espressive e variazioni dinamiche, e in questo senso Steffens e la Bartos hanno dimostrato di formare davvero una coppia animata da una lodevole unità di intenti esecutivi. Anche in questa occasione il pubblico è arrivato numeroso a riempire completamente il foyer della Staatsoper, a dimostrazione che il repertorio liederistico qui a Stuttgart gode di grande interesse. Successo assai vivo.


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