
Ricevo e pubblico queste considerazioni di Marco Gaudino sul pensiero musicale e le sue interconnessioni con le altre forme artistiche
Il connubio di dizione mentale tra musica, letteratura e pensiero espressivo
di Marco Gaudino
Nel panorama della creatività umana, pochi intrecci sono tanto profondi quanto quello che lega musica, letteratura e pensiero espressivo. Questi tre elementi – apparentemente distinti nei loro linguaggi – si fondono in un “connubio di dizione mentale”, una sinergia che opera nelle pieghe più sottili dell’ esperienza umana, nutrendo il pensiero, affinando la sensibilità, e modellando la percezione del mondo.
La dizione mentale: un ponte invisibile
Per “dizione mentale” intendiamo il modo in cui il pensiero si articola internamente prima ancora di diventare parola, suono o testo. È il dialogo silenzioso che accompagna ogni atto creativo o interpretativo. Quando leggiamo un verso poetico, ascoltiamo una sinfonia o elaboriamo un’ idea da esprimere, la mente produce una dizione interiore, una melodia mentale fatta di ritmo, immagini, cadenze e pause.
In questo spazio invisibile si incontrano musica, letteratura e pensiero espressivo. Non si tratta di semplici categorie artistiche, ma di forme di coscienza, modi differenti ma complementari di dare voce a ciò che altrimenti rimarrebbe muto.
Musica: l’arte dell’ inesprimibile
La musica è il linguaggio più vicino all’ inconscio. Non ha bisogno di traduzioni. Agisce direttamente sulla psiche, coinvolgendo l’ ascoltatore in una rete di emozioni e significati che precedono il linguaggio verbale. Ma ogni nota, ogni pausa, ogni dinamica, corrisponde a un pensiero “detto” mentalmente in forma astratta. In chi compone, suona o ascolta attentamente, la musica si trasforma in parola interiore, in una dizione che non ha suono ma ha senso.
Letteratura: l’ architettura del pensiero
La letteratura, invece, si fonda sul potere del linguaggio articolato. Essa dà forma al pensiero espressivo per eccellenza. Ma non è solo contenuto: è ritmo, è tono, è timbro. Un buon testo ha musicalità. La punteggiatura diventa pausa, il periodo diventa melodia, l’ aggettivazione diventa colore timbrico. Quando leggiamo, la mente ricostruisce questa musicalità silenziosa, come se la parola scritta evocasse una partitura interiore.
Ecco che la letteratura si avvicina alla musica, e il pensiero diventa composizione ritmica.
Pensiero espressivo: l’ anello di congiunzione
Il pensiero espressivo è ciò che anima sia la musica che la letteratura. È la forza creatrice che genera linguaggi e cerca una forma che possa contenere l’ineffabile. Non si tratta solo di pensare qualcosa, ma di pensarla con un intento comunicativo: dare voce, forma e sostanza all’ esperienza interna. È qui che avviene la sintesi: nel momento in cui la mente articola l’ esperienza in forma sonora, verbale o poetica.
La dizione mentale, in questo caso, non è altro che l’ eco primordiale del pensiero che cerca forma, la bozza emotiva e ritmica di ciò che diventerà frase, melodia, narrazione.
L’ unità tra le forme: un atto poetico
Nel connubio tra musica, letteratura e pensiero espressivo si cela un atto poetico primordiale: l’ essere umano che, attraverso il pensiero, si trasforma in strumento di risonanza. La musica diventa parola, la parola diventa ritmo, il pensiero si fa danza mentale. In questa danza, ogni artista – che sia scrittore, musicista, o pensatore – partecipa a un’ unica sinfonia: quella dell’ anima che cerca voce.
Conclusione
Esplorare la dizione mentale tra musica, letteratura e pensiero espressivo significa riconoscere che tutto ciò che ci attraversa ha una forma nascosta, un ritmo interiore che chiede di essere colto. È un invito all’ ascolto silenzioso, alla lettura profonda, alla creazione consapevole. Non si tratta di tre mondi separati, ma di un’ unica sorgente che, attraverso forme diverse, racconta la stessa verità: l’ uomo è linguaggio vivente.
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