
Foto ©agbw.org
Stuttgart è una città assolutamente multiculturale, con le sue oltre 180 nazionalità rappresentate e il 42% degli abitanti che, secondo le statistiche ufficiali, ha almeno un antenato non tedesco. Tra le tante comunità etnico-culturali presenti vi è anche quella armena, che da undici anni organizza durante il mese di ottobre gli Armenische Kulturtage Stuttgart, una rassegna dedicata ai vari aspetti della cultura e della tradizione armena che propone serate musicali, film, letture, mostre e conferenze. Per la serata inaugurale di questa edizione è stata invitata una tra le personalità musicali armene più rappresentative della nostra epoca: Karine Babajanyan, soprano nativa di Jerewan che ha svolto una carriera internazionale di primo piano nei teatri di tutto il mondo e che è particolarmente legata alla città di Stuttgart, dove il pubblico della Staatsoper l’ ha applaudita per diversi anni in splendide interpretazioni di ruoli come Tosca, Norma, Mimì, Cio Cio San, Liù, Elettra, Donna Elvira e Tatiana. Una cantante di grande professionalità, sempre scrupolosa e ben preparata nell’ affrontare un repertorio che comprende una grande varietà di ruoli in più lingue, costantemente ad alto livello qualitativo e con grande affidabilità.

Foto ©Armenische Kulturtage Stuttgart
Il recital insieme alla pianista armena Lusine Khachatryan, che segnava il ritorno di Karine Babajanyan a Stuttgart dopo alcuni anni di assenza, si teneva nella Markuskirche, edificio situato vicino a Marienplatz, nella zona sud di Stuttgart, progettato dall’ architetto Heinrich Dolmetsch nei primi anni del secolo scorso secondo lo stile Jugendstil e inaugurato nel 1908. Il programma compendeva brani del repertorio popolare italiano come le arie di Adriana, Lauretta e Cio Cio San, liriche da camera, due Lieder di Richard Strauss, brani di autori armeni e una conclusione molto spettacolare con l’ Habanera dalla Carmen di Bizet, uno tra le più recenti interpretazioni della cantante che ha ottenuto un grande successo all’ oper Leipzig, e due celebri songs di George Gershwin, The man I love e I got rhytm dal musical Girl Crazy. Notevolissima è stata la disinvoltura con cui Karine Babajynyan ha cantato in cinque lingue diverse, mettendo in mostra una freschezza vocale invidiabile dopo quasi trent’ anni di brillantissima carriera. La voce del soprano armeno suona ancora ferma, tonda e sostenuta dal fiato tramite una gestione tecnica di grande sicurezza che le permette ancora di ammorbidire e flettere il suono senza alcun problema. Se devo dire qual è stata l’ esecuzione che mi è piaciuta di più, indicherei senza dubbio la lettura davvero ispirata ed intensa dei due celebri Lieder straussiani Morgen e Zueignung, in cui la cantante ha fraseggiato con una raffinatezza di dizione e una varietà di colori davvero da artista di alto livello, in perfetta sintonia con il pianismo elegante e ricco di sfumature di Lusine Khachatryan, che ha messo in mostra anche un virtuosismo spettacolare nei brani di Armin Chatschaturjan e Alexander Arutjunjan che completavano il programma. Successo assai vivo con lunghi e intensi applausi da parte di un pubblico assai numeroso, tra cui si notavano diversi frequentatori abituali della Staatsoper Stuttgart venuti a riascoltare quella che è stata una tra le voci più amate dai melomani di questa zona.
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