SWR Symphonieorchester 2023/24 – Teodor Currentzis e Antoine Tamestit

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Foto ©SWR

Teodor Currentzis ha inaugurato quella che sarà la sua ultima stagione da Chefdirigent della SWR Symphonieorchester. È già stato da tempo designato il suo successore, il francese François-Xavier Roth, attuale Generalmusikdirektor della Köln Oper, che entrerà in carica a partire dalla stagione 2025/26 e già nel prossimo cartellone sarà presente come direttore musicale designato. Una soluzione abbastanza logica, visto che Roth lavora da anni con i complessi della SWR ed è stato direttore stabile di una delle due orchestre, quella di Baden-Baden e Freiburg, che nel 2016 sono state fuse per dare vita alla formaziione attuale. Per il primo concerto della stagione 2023/24 Teodor Currentzis ha scelto un programma composto da una prima esecuzione assoluta e da un’ ulteriore escursione nel mondo sinfonico di Shostakovich, autore del quale il maestro greco-russo ci ha fatto ascoltare splendide interpretazioni nei suoi anni di lavoro qui a Stuttgart. Il pezzo commissionato dalla SWR per questa serata era Gospodi Vozvah, salmodia per viola e orchestra del quarantatreenne compositore serbo Marko Nikodijevic, allievo di Marco Stroppa alla Musikhochschule di Stuttgart e recente autore del progetto di teatro musicale 7 Death of Maria Callas realizzato insieme alla celebre performance artist Marina Abramović, che ha riscosso grande successo a München e poi a Berlino.

La musica di Marko Nikodijevic è caratterizzata da un polistilismo che mescola elementi presi dalla techno e dalla computer music con frammenti di melodie popolari e passaggi basati su una scrittura modale. Gospodi Vozvoh è un pezzo basato su motivi provenienti dalla musica bizantina ortodossa in un clima di tipo misticheggiante. Il taglio spiritualistico che rende questa musica affine a quella di autori come Arvo Pärt e John Taverner era molto evidente in questa composizione di raffinata scrittura evocante un’ atmosfera di arcaica sospensione temporale. Il quarantaquattrenne violista parigino Antoine Tamestit, affermatosi in campo internazionale dopo le vittorie in concorsi prestigiosi come il Primrose International Viola Competition di Chicago e l’ Internationale Musikwettbewerb der ARD a München e che dispone di uno strumento assolutamente favoloso come la viola Stradivari del 1672, una tra le pochissime oggi ancora disponibili tra quelle prodotte dal celebre liutaio cremonese, ha interpretato il brano con la sicurezza e l’ autorità di chi ne ha capito tutti i segreti, splendidamente assecondato da Teodor Currentzis che nel repertorio contemporaneo ha una competenza che pochi altri direttori odierni possono vantare.

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Foto ©SWR

Dopo la pausa, il vero punto centrale della serata di apertura era costituito dall’ esecuzione della Sinfonia N° 13 di Dmitri Shostakovich. Il compositore leningradese la Sinfonia N° 13, detta Baby Yar, nel 1962. Il lavoro è concepito per basso solista, coro maschile e orchestra. In esso il compositore utilizza cinque testi del poeta sovietico Evgenij Evtushenko, nato nel 1933, uno tra i massimi esponenti della letteratura russa nel Novecento. Il primo poema, Baby Yar, è quello che dà il titolo all’ intera composizione. Baby Yar è il nome di un burrone nelle vicinanze di Kiev, dove i nazisti tedeschi gettarono i corpi massacrati  di più di centomila uomini, donne e bambini, durante una fase del Vernichtungskrieg dopo l’ inizio della cosiddetta Operazione Barbarossa, ordinata da Hitler nel 1941. La maggioranza delle vittime erano ebrei, ma il poeta ne parla come se fossero questi la totalità; il suo testo costituisce una denuncia appassionata dell’ antisemitismo e allude anche ad altre atrocità, fra cui l’affare Dreyfus, la morte di Anna Frank , vittima anch’ essa del nazismo, e la vicenda di un povero ragazzo ebreo morto malmenato e calpestato da un gruppo di delinquenti ubriachi a Byelostock. Come ha testimoniato nelle sue memorie il grande soprano Galina Visnevskaja, amica intima di Shostakovich oltre che interprete di riferimento della sua musica, il governo sovietico tentò in tutti i modi di ostacolare la prima esecuzione del lavoro. Pressioni esercitate sugli artisti prescelti, ad uno dei quali venne addirittura ordinato di sostituire quella sera al Bolscioi un cantante che si era appositamente dichiarato malato, furono superate solo grazie alla determinazione del direttore d’ orchestra Kirill Kondrashin, che resistette a tutti i tentativi di ostacolare il concerto. Quando la sinfonia venne eseguita per la prima volta a Mosca, nel dicembre del 1962, nel teatro regnava un clima di grande tensione: il premier stesso, Nikita Kruscev, aveva invitato il musicista a non fare eseguire il pezzo. I posti riservati ai rappresentanti del governo rimasero vuoti e non ebbe luogo neppure la prevista ripresa televisiva. Il teatro era circondato dalle forze dell’ ordine, mentre all’ interno la sala era gremita di gente: nonostante tutto, il successo fu clamoroso e il pubblico tributò una vera e propria ovazione ai due autori. Negli ambienti culturali moscoviti, il concerto fu salutato come una vittoria dell’ arte sulla politica. A questa prima fece seguito una dura polemica. Le autorità chiesero di apportare modifiche al testo in modo che si capisse chiaramente che a Baby Yar non giacevano soltanto ebrei, ma che nella stessa terra riposavano vittime russe e ucraine. La tredicesima sinfonia, dunque, tratta temi che preoccuparono Shostakovich durante tutta la sua vita: la guerra e la rivoluzione, la crudeltà e lo sfruttamento, i pregiudizi razziali e le relazioni fra l’ artista e la società. La Sinfonia Baby Yar rappresenta uno dei vertici in tutta la produzione di Shostakovich e una tra le piú profonde e avvicenti creazioni musicali dedicate agli orrori della guerra, in parallelo con il contemporaneo War Requiem, di Benjamin Britten, pure esso boicottato dalle autoritá sovietiche, le quali impedirono alla Visnevskaja di accogliere l’ invito del compositore inglese a cantare nella prima esecuzione del lavoro. Proprio per sottolineare l’ affinità ideologica delle due composizioni, Teodor Currentzis ha scelto di eseguire il lavoro di Britten in quello che nel mese giugno 2024 sarà il suo ultimo concerto da direttore stabile qui a Stuttgart.

Per quanto riguarda l’ esecuzione, Currentzis ci ha fatto ascoltare un’ altra delle sue fulminanti interpretazioni della musica di Shostakovich iniziate con la sua indimenticabile lettura della Settima Sinfonia Leningrad eseguita al termine della sua prima stagione da Chefdirigent del complesso. Splendidamente assecondato da una SWR Symphonieorchester la massimo delle sue possibilità esecutiva, il direttore greco-russo ha impostato una lettura più spettacolare che meditativa, con grandi blocchi sonori di indubbia bellezza realizzati molto bene dall’ orchestra che ha messo in mostra una bella compattezza di insieme e una sezione di ottoni molto buona per squillo e volume. Il suono affilato e tagliente di certi passaggi, le sonorità cupe e livide nella parte iniziale erano le caratteristiche migliori di una lettura che si faceva apprezzare per la sicurezza tecnica e il fervore espressivo indubbiamente molto notevole. Ottima anche la prova dell’ Estonischer Nationaler Männerchor nella parte vocale, in perfetta combinazione con il canto carismatico, autorevole ed espressivamente intenso del basso moscovita Alexander Vinogradov, che ha realizzato la parte solistica in maniera commossa e partecipe. Successo caldissimo in una Liederhalle piena in ogni ordine di posti ed esaurita per tutte le repliche, come sempre accade per i concerti di Currentzis. Al termine della serata, nella Nachtmusik che conclude sempre i concerti di Currentzis, abbiamo ascoltato una serie di brani cameristici eseguiti da Antoine Tamestit insieme ai musicisti dell’ orchestra: l’ Ouverture su temi ebraici di Prokofiev, Shalom Alekhem del compositore ungherese Bela Kovacs e la suite di motivi di danza balcanici Kletzmer Tanz del rumeno Serban Nichifor.


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