Ludwigsburger Schlossfestspiele 2023 – Philippe Herreweghe

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Foto ©Mozart2006

Nel mese di luglio i Ludwigsburger Schlossfestspiele si concluderanno con una serie di appuntamenti di alto livello. Uno tra quelli che io attendevo con particolare impazienza era il concerto di Philippe Herreweghe, che ha portato nella Evangelische Kirche in Marktplatz il suo Collegium Vocale Gent per un programma completamente dedicato alla polifonia sacra rinascimentale spagnola. La musica rinascimentale e barocca ha sempre occupato uno spazio impostante nei cartelloni della rassegna di Ludwigsburg e tutti i complessi più illustri nel settore della prassi esecutiva storicamente informata si sono esibiti regolarmente agli Schlossfestspiele. Anche in questa occasione, il pubblico è intervenuto numerosissimo e ha riempito completamente la Evangelische Kirche, uno splendido spazio situato nella Markplatz, la meravigliosa piazza barocca costruita per iniziativa del Duca Eberhard Ludwig von Württemberg, che costituisce il centro della vita di Ludwigsburg. Sicuramente, una serata con un nome prestigioso come quello di Philippe Herreweghe era un appuntamento da non mancare. Il musicista belga insieme al suo gruppo vocale da lui fondato nel 1970 ha scritto pagine decisive nella storia interpretativa di queste musiche, sia dal vivo che in una cospicua attività discografica. Ho ascoltato Herreweghe per la prima volta nel 1983, quando venne alla Fenice insieme ai suoi complessi parigini de La Chapelle Royale per una produzione del capolavoro di Rameau Les Indes Galantes con la regia di Pierluigi Pizzi. Fu una recita di una raffinatezza ed eleganza che non ho mai dimenticato e da allora ho sempre seguito con interesse l’ attività di questo musicista, filologo e studioso di preparazione solida oltre che interprete sempre alla ricerca di soluzioni inventive e originali. Il fascino della serata di Ludwigsburg era poi accresciuto da un programma di rara bellezza, comprendente alcune tra le pagine più ispirate della musica sacra a cappella del cosiddetto Siglo de oro.

Il programma della serata era sostanzialmente imperniato sull’ Officium defunctorum di Tomás Luis de Victoria, il maggior compositore spagnolo del periodo a cavallo tra in Cinque e il Seicento, che fu molto attivo anche in Italia e la cui influenza sulla cultura musicale del suo paese fu pari a quella esercitata dalla produzione di Giovanni Pierluigi da Palestrina in Italia e da quella di Orlando di Lasso in Germania. Completavano la serata altri brani sacri spagnoli della medesima epoca, scritti da compositori come Francisco Guerrero e Manuel Cardoso. L’ Officium Defunctorum per sei voci, composto nel 1605, è uno tra i migliori esempi dell’ arte di Tomás Luis de Vincoria, che a un grande rigore formale unisce una fortissima tensione espressiva tale da renderlo il più grande polifonista spagnolo del Cinquecento. Con il suo tono di commossa e sobria espressività, la raccolta è da considerare un autentico capolavoro della letteratura sacra di tutte le epoche per l’ originalità delle soluzioni armoniche e strutturali e per lo stupendo tono di commossa e dolente tragicità che la pervade.

Per gli ascoltatori di questa serata davvero fuori dal comune, è stata una bellissima esperienza il poter assaporare la fantasia della scrittura di questa musica straordinaria, che Herreweghe ha magnificamente evidenziato in una interpretazione elegantissima, assecondato in maniera pressochè perfetta dai cantanti del suo Collegium Vocale Gent, capaci di eseguire questo repertorio con una bellezza di suono, una padronanza stilistica e una proprietà di articolazione che pochi altri complessi possono raggiungere in questo repertorio. Una serata davvero emozionante e di grande profondità artistica, giustamente conclusasi con un caldo e meritato successo di pubblico.


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