
Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB
Bela Bartók e Gustav Mahler erano gli autori in programma per il penultimo concerto della stagione sinfonica della Staatsorchester Stuttgart, diretta in questa occasione da Cornelius Meister e con la partecipazione solistica di Christian Tetzlaff, un artista molto amato dal pubblico di questa zona. Il cinquantasettenne violinista nativo di Hamburg è da più di un ventennio uno fra gli esponenti più prestigiosi del panorama concertistico internazionale. Allievo di Uwe-Martin Haiberg alla Musikhochschule Lübeck e successivamente perfezionatosi con Walter Levin alla University of Cincinnati College-Conservatory of Music, esibitosi con tutte le più grandi orchestre sinfoniche internazionali e in tutte le sale da concerto più illustri del mondo, Tetzlaff è senza dubbio uno strumentista di classe superiore per l’ altissimo livello della preparazione tecnica e la personalità interpretativa da vero solista di alto rango.

Christian Tetzlaff alla prova generale. Foto ©Statsorchester Stuttgart/FB
Per questa sua esibizione alla Liederhalle, il virtuoso tedesco ha scelto il Concerto N° 1 di Bela Bartók. Scritto nel 1907 come una vera e propria dichiarazione d’ amore alla giovane violinista ungherese Stefi Geyer, della quale il compositore si era invano perdutamente innamorato, il Concerto rimase inedito fino alla morte della dedicataria nel 1956 e venne eseguito per la prima volta due anni dopo. Il brano non ha mai conosciuto la grande popolarità goduta dal celebre Concerto n° 2, considerato uno dei capisaldi della letteratura violinistica moderna. Composto di due soli movimenti, il Concerto N° 1 dimostra l’ influsso degli studi approfonditi sulla musica popolare e tzigana condotti da Bartók in quegli anni. La parte solistica è pensata su misura per le caratteristiche della Geyer, che era allieva del celebre virtuoso Jenö Hubay e possedeva una tecnica sviluppatissima soprattutto per quanto riguarda il pizzicato. Tetzlaff ha risolto tutti i passaggi virtuosistici più impegnativi con assoluta souplesse e un’ eleganza di fraseggio affascinante, mettendo in mostra una ricchezza dinamica e una condotta dell’ arco davvero da solista di classe superiore, perfettamente messa in risalto dalla direzione ispiratissima di Cornelius Meister. Una prestazione di altissimo livello, a cui il pubblico della Liederhalle ha tributato un’ ovazione trionfale.

Cornelius Meister durante le prove. Foto ©Staatsorchester Stuttgart/FB
Nella seconda parte del concerto, Cornelius Meister ha continuato la sua indagine esecutiva sul corpus sinfonico mahleriano con la Quinta Sinfonia in do diesis minore. Un’ esecuzione in cui la Staatsorchester Stuttgart ha messo in mostra tutte le qualità di suono, precisione e compattezza strumentale affinate negli ultimi anni e l’ intesa davvero notevole sviluppata con il suo giovane Generalmusikdirektor in questi cinque anni di lavoro comune. La visione interpretativa che Cornelius Meister ha della Quinta è sicuramente molto tesa e drammatica, lacerata da forti contrasti tra pianissimi trasparenti e scoppi improvvisi di sonorità quasi selvagge nei primi due movimenti in cui gli ottoni della Staatsorchester hanno dato una prova di livello assolutamente superbo per squillo, intonazione e precisione. Particolarmente spettacolari apparivano il Trio della Trauermarsch e la resa drammatica nel secondo movimento in cui l’ esplosione parossistica del Corale affidato ai tromboni è stata preparata con un progressivo accumularsi della tensione, molto ben riuscito e splendidamente realizzato dall’ orchestra. Nel terzo movimento, la lunga e complessa parte del corno obbligato è stata suonata in maniera assolutamente perfetta dal nuovo primo corno solista della Staatsorchester, il ventitreenne spagnolo Pablo Neva Collazo, uno dei migliori tra i diversi giovani strumentisti di talento che il teatro di Stuttgart ha ingaggiato negli ultimi anni. Per il celebre Adagietto, la visione interpretativa di Cornelius Meister era basata su un tempo leggermente più mosso del normale e sonorità piene, con un’ evidenziazione delle linee melodiche molto marcata ma senza mai cadere nel sentimentalismo fine a se stesso. Il giovane maestro di Hannover ha concluso la sua lettura della Quinta rendendo con una bella lucidità di analisi i complessi passaggi contrappuntistici del Finale, culminanti in una chiusa molto spettacolare che concludeva un’ interpretazione senza dubbio pregevole per la penetrazione espressiva, la coerenza di concezione e la prova impeccabile dell’ orchestra. Alla fine successo trionfale, con tutto il pubblico della Liederhalle in piedi ad applaudire freneticamente la Staatsorchester e il direttore. Nella prossima stagione sinfonica, per continuare il suo excursus mahleriano Cornelius Meister ha messo in programma l’ esecuzione della colossale Terza Sinfonia e sicuramente varrà la pena di assistervi.
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