“La gestione delle emozioni” di Marco Gaudino

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Ricevo e pubblico la seconda puntata dello studio in cui il prof. Marco Gaudino presenta nei dettagli la sua interessante serie di proposte dedicate alla didattica interdisciplinare. Ringraziando ancora una volta il docente napoletano per la collaborazione, auguro buona lettura a tutti.

La gestione delle emozioni e la progettualità innovativa sia la base dell’ insegnamento nel nostro secolo.
di Marco Gaudino

Molte volte mi sono chiesto cosa nel mio operato di docente potesse cambiare per poter coinvolgere in maniera più moderna i miei studenti, ed in questo chiedermi mi sono dato sempre le stesse risposte: emozionare, dando ai discenti le capacità di imparare a progettare. In una società che si esprime ogni giorno con accenti accesi e molto forti, imponendosi psicologicamente con le sue proposte di consumo ed il suo fare autorevole, proporre una didattica che non ponesse il suo accento sulle emozioni e la progettualità espressa in fantasia creativa, mi sembrava molto riduttivo. Insegnare ai ragazzi a riconoscere le emozioni, formulare ipotesi per gestirle, in percorsi formativi avanguardistici è la mia sfida da proporre ad una scuola in cerca di rinnovamento contro un sociale che pone il suo accento su un aspetto molto triste: la cura dell’ immagine. Nell’ aiutare i ragazzi a sviluppare un senso progettuale atto a formare menti creative e fantasiose, si colloca la mia sfida di docente. La formulazione di Moduli interdisciplinari sviluppati in maniera creativa anche partendo solo da un numero, in questo caso dal numero 3, come esporrò, può dare la possibilità agli studenti di essere creativi e partecipi anche nella stesura degli stessi moduli.

Pensare convergente e pensare divergente
La nostra mente ha bisogno di due tipi di pensiero, noti come pensiero convergente e divergente. Il primo ha a che vedere con la logica e con l’ analisi, il secondo, invece, è più creativo e fantasioso. Entrambi sono fondamentali per la nostra capacità di comprensione. Il pensiero convergente è indispensabile per la pianificazione, l’ organizzazione, la messa a punto di piani precisi. Quello che ci permette di guardare le cose da nuove prospettive è il pensiero divergente, che ci aiuta a trovare soluzioni alternative quando le strade canoniche e lineari non sono sufficienti.

Pensiero convergente: logica e deduzione
Negli anni ’60 lo studioso J.P. Guilford fece una distinzione tra pensiero convergente e divergente e andrò a definirli. I due livelli, per quanto differenti, non dovrebbero essere visti in contrapposizione tra loro, ma valutati nella loro complementarità.
La prevalenza dell’ uno o dell’ altro in una data situazione dipende dal tipo di contesto e da ciò che viene richiesto. Per quanto riguarda il pensiero convergente, per esempio, si fa riferimento al pensiero logico-deduttivo. È quello che si addice maggiormente alla soluzione di quei problemi o quesiti che richiedono una sola risposta, netta e lineare. Il pensiero convergente funziona per ripetizione e porta ad applicare meccanicamente regole o schemi interiorizzati da tempo e reiterati nella pratica quotidiana. Rispetto ad alcune problematiche, il pensiero convergente è essenziale per andare dritti al traguardo e raggiungere lo scopo, senza dispersione di energie. In effetti, usare solo questa parte delle nostre funzionalità cerebrali rischia di renderci, alla lunga, poco elastici e poco sottili nei nostri ragionamenti.

Pensiero divergente: creatività e flessibilità
Se da bambini si è più portati a utilizzare con facilità entrambi gli strumenti cognitivi, il pensiero convergente e divergente, da adulti facciamo più fatica e tendiamo a concentrarci spesso e volentieri solo sulla prima dimensione, razionale e analitica. Ma la società attuale, caratterizzata da incertezza e precarietà, ha spinto a rivalutare anche il pensiero divergente, legato alla creatività e alla capacità di trovare soluzioni alternative. È un mezzo utile soprattutto quando ci ritroviamo a che fare con una situazione che non prevede un’ unica via d’uscita corretta, ma che permette di prendere in considerazione varie strategie possibili e approcci differenti, tutti ugualmente legittimi, in modo fluido e flessibile. Secondo uno studio condotto dalla psicologa Nina Lieberman, il pensiero divergente andrebbe di pari passo con la gioia, l’ottimismo e il benessere interiore e ridurrebbe ansia e stress. Il nostro pensiero CONVERGE verso quell’ unica possibilità, e ogni deviazione porterebbe ad un risultato sbagliato. Il pensiero divergente invece, è quello legato a problemi dove la soluzione è aperta ed è possibile tracciare più strade tra le quali scegliere. Lo sviluppo del pensare divergente è alla base del pensiero creativo ed è quello a cui faremo riferimento a tutte le proposte didattiche di avanguardia presenti in questa trattazione. La perdita della fantasia a cui ha condotto una scuola poco innovativa è stato il primo passo alla perdita del pensiero critico. Bisognerebbe dare priorità a pensare interdisciplinare sin dalle elementari.

La generazione da cui vengono i cinquantenni ed oltre si fondava sui sacrifici. Il bisogno aguzzava l’ ingegno e le scelte future dei ragazzi di quell’ epoca erano più chiare. Nell’ epoca moderna dove il bisogno è soddisfatto sotto ogni punto di vista, i ragazzi non hanno più modi di aguzzare l’ ingegno vivendo quindi scelte ambigue per il loro futuro. La scuola dovrebbe sviluppare metodi e strategie didattiche mettendo al centro la finalità dello sviluppo dell’ ingegno nei discenti. Questo, a mio avviso, potrebbe avvenire soltanto attraverso lavori educativi e didattici che pongano la creatività e lo sviluppo della fantasia al centro di ogni percorso educativo e didattico. In questo articolo vi elencherò i moduli interdisciplinari possibili mostrandovene degli esempi che continuerò in ordine di tipologia nei prossimi articoli.

Le difficoltà che incontra la scuola italiana nel formulare i moduli interdisciplinari sono, purtroppo, legati alla chiusura su programmi ministeriali da seguire; tuttavia, il ministero della pubblica istruzione propone alle scuole di ogni ordine e grado di aderire ad un programma relativo ad avanguardie educative, superando il concetto dei programmi ministeriali. È nel contesto delle avanguardie educative che le mie proposte si vogliono collocare.

Tipologia dei moduli interdisciplinari: partendo da un numero, da un verbo, da un periodo storico, da un argomento di qualsiasi disciplina, da un concetto, da un sentimento, da un oggetto, da una canzone estrapolandone il valore educativo del suo testo, oppure dalle varie parole in essa contenuta formando un percorso didattico multidisciplinare.

Esempio di modulo interdisciplinare partendo dal numero 3
Il modulo, rivolto alle scuole secondarie di secondo grado, parte dal numero tre e coglie lo spunto per collegarsi ad un film dell’ attore italiano Massimo Troisi: Ricomincio da tre.

Dalla scena in oggetto si coglie occasione per impostare una lezione educativa sulla ricerca della realizzazione dell’ essere. Il titolo del film nel contenuto del numero tre da inizio al modulo didattico nelle sue interconnessioni modulanti e di concetto, anche attraverso la frase “Chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca” di Michel De Montaigne. Il TRE va considerato l’ anello trainante a fondamento dell’ Unità interdisciplinare, come si può evincere dalla sua stesura. Alla fine del modulo ho aggiunto un brano musicale di Malika Ayane, Ricomincio da qui, per sottolineare emozionalmente la volontà di sperimentare strategie avanguardistiche educative e didattiche.

Unità interdisciplinare partendo dal n.3

Introduzione
Scena tratta dal film Ricomincio da tre, oggetto della lezione educativa sulla ricerca della realizzazione dell’ essere.
“Chi parte sa da che cosa fugge, ma non sa che cosa cerca” – Michel De Montaigne

Filosofia: Michel De Montaigne

Scena tratta da Ricomincio da tre ( Rivelazione autore della frase di Michel De Montagne)

Italiano: Il convivio di Dante Alighieri composto da tre canzoni

Storia: La Triplice intesa si oppose alla Triplice alleanza di Germania, Austria-Ungheria e Italia (alleatasi poi con la Triplice intesa nella Prima guerra mondiale), e costituì uno dei due schieramenti a scendere in campo nella Prima guerra mondiale.

Il teatro nelle scuole dove sono attivi laboratori teatrali: Tre calzoni fortunati commedia di E. Scarpetta

La psicologia (proposta di avanguardia educativa, da tenersi nelle classi a cura dello psicologo delle scuole dove è attivo lo sportello ascolto).

Lezione sul disturbo bipolare e delle multipersonalità

Scienze: La materia si può trovare in tre stati diversi: solido, liquido, aeriforme. Questi tre stati sono chiamati stati di aggregazione della materia e si distinguono tra loro in base alla disposizione delle particelle (atomi o molecole) le une rispetto alle altre.

Geografia: La geografia (dal latino geographia, a sua volta dal greco antico: γῆ, «terra» e γραφία, … Sulla sua superficie, si trova acqua in tutti e tre stati: solido, liquido, aeriforme.
(Collegamento con scienze)

Religione: Le origini della Trinità

Arte: Masaccio La Trinità

Matematica: Perché il numero tre è considerato perfetto tra storia e filosofia

Storia della musica: Claude Debussy La Mer, tre bozzetti sinfonici per orchestra

Tac: Analisi Musicale Maurice Ravel – Trois Chansons

Lingue straniere: Tradurre brani e discutere sul loro contenuto educativo
Inglese: Lily Allen – Three

Francese: Lyna Mahyem – Un, Deux, Trois

Spagnolo: Tres Canciones, Diomedes Díaz

Educazione motoria e Scienze: Tre tipi di articolazioni
Articolazioni degli arti inferiori: – articolazione dell’ anca (coxo- femorale); – articolazione del ginocchio (femore-rotuleo-tibiale); – articolazione della caviglia (tibio-tarsica e peroneo-tibiale inferiore).

Prof. Marco Gaudino

Malika Ayane: Ricomincio da qui

Nel prossimo articolo
Esempi di moduli interdisciplinari di altre tipologie


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