SWR Symphonieorchester 2022/23 – Martin Grubinger e Dima Slobodeniouk

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Foto ©SWR

Liederhalle stracolma in entrambe le repliche per il quinto concerto in abbonamento della stagione della SWR Symphonierchester, che presentava un programma composto da brani di musica contemporanea e Strawinsky. Io personalmente sono sempre impressionato dall’ attenzione con cui il pubblico di queste parti segue la musica del nostro tempo. Il fatto che un concerto di musiche obiettivamente complesse e non di immediata comprensione si svolgesse anche questa volta in una sala pressochè completamente piena è un segnale che dice molto sulla mentalità del pubblico di Stuttgart e degli appassionati tedeschi in generale. In Italia, scusate se lo dico ancora una volta, un programma del genere avrebbe avuto al massimo due o trecento spettatori, metà dei quali se ne sarebbe andata dopo la fine della prima parte se non addirittura prima. Qui in Germania invece questa musica viene ascoltata attentamente alla stessa stregua di quella del repertorio classico, da un pubblico che cerca innanzi tutto di comprenderla e l’ autore, quando è presente, viene festeggiato come si conviene al suo rango. Se mi permettete, questo è solo uno dei tanti motivi che mi fanno decisamente preferire il pubblico tedesco rispetto a quello italiano.

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Foto ©SWR

Questa serata vedeva il ritorno sul podio della SWR Symphonieorchester di Dima Slobodeniouk, quarantottenne direttore russo naturalizzato finlandese formatosi alla celebre Sibelius Akademie di Helsinki sotto la guida di Leif Segerstam e poi di Esa-Pekka Salonen, considerato tra i giovani direttori più interessanti del momento e regolarmente ospite, oltre che della SWR, di orchestre importanti come i Berliner Philharmoniker, la Symphonierchester des Bayerischen Rundfunks, la Gewandhausorchester Leipzig, la London Philharmonic Orchestra e la Concertgebouworkest. Una bacchetta tecnicamente sicura, dal gesto chiaro e pulito, e un musicista dotato di senso della forma e capacità di ottenere fraseggi orchestrali chiari e definiti. Come solista è stato invitato Martin Grubinger, quarantenne virtuoso austriaco di percussioni, divenuto in questi anni una vera e propria star delle sale da concerto di tutto il mondo per la sua straordinaria bravura tecnica e la vastità del repertorio che abbraccia musiche di ogni tipo e provenienti da svariati ambienti culturali.

Nei mesi finali della sua carrierà, che ha da tempo dichiarato di voler concludere dopo il quarantesimo compleanno, il percussionista saliburghese sta presentando in varie sedi l’ ultimo brano scritto appositamente per lui, ossia il Concerto per percussioni e orchestra Inferno di Daniel Bjarnason, quarantatreenne compositore e direttore d’ orchestra islandese considerato insieme ad Anna S. Þorvaldsdóttir l’ autore più rappresentativo della sua nazione. Nelle sue opere Bjarnason, partendo da pezzi che comprendevano un massiccio uso dell’ elettronica, è gradualmente approdato a uno stile di scrittura pulito ed estremamente personale. Il Concerto Inferno è stato ispirato, secondo le parole dell’ autore stesso, dalla lettura della Commedia di Dante ed è naturalmente pensato per il virtuosismo superlativo di Grubinger, che qui ha avuto modo di esprimersi al massimo. Quello di Bjarnason è una partitura che presenta molteplici influssi stilistici, scritta e strumentata molto bene oltre che piacevolissima all’ ascolto, nella quale il percussionista di Salzburg ha potuto mettere in mostra tutti gli aspetti più spettacolari del suo virtuosismo. La parte solistica prevede l’ impiego di svariati strumenti a percussione sia a suono determinato che indeterminato, in una scrittura che permette al solista di esibirsi in tutta una serie di numeri d’ alta scuola, calibrati in una successione pensata come una vera e propria coreografia e splendidamente realizzati dal virtuoso austriaco. Il pubblico della Liederhalle si è divertito molto e ha reagito in maniera entusiastica, con intense e prolungate ovazioni a Grubinger.

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Foto ©swrclassic.de

Nella seconda parte del programma, Dima Slobodeniouk e la SWR Symphonieorchester hanno eseguito L’ Oiseau de Feu di Strawinsky nella versione originale del 1911, strumentata per un organico molto più ampio rispetto a quello delle successive Suites e comprendente tutta la musica composta dall’ autore per il suo primo balletto scritto su commissione del celebre impresario Sergej Diaghilev per la compagnia Les Ballets Russes di Parigi. L’ interpretazione del maestro russo-finnico  è apparsa perfettamente azzeccata nell’ incisività ritmica e nella graffiante scelta dei timbri, condotta in maniera davvero ammirevole per maturità e organicità di impostazione complessiva, nella quale Slobodeniouk era servito a meraviglia dalla stupenda prestazione della SWR Symphonieorchester, che ha suonato veramente da complesso di alto rango mettendo in mostra tutta la sua preparazione e personalità sonora. La splendida cavata degli archi, l’ incisività e la penetrazione esibite da tutta la sezione degli ottoni, la morbidezza dei fiati tra i quali spiccava la splendida prestazione del primo oboe e dei clarinetti, la precisione ritmica davvero impeccabile delle percussioni e un suono splendido per rotondità e compattezza erano gli aspetti principali di una prestazione che confermava il notevole livello di maturità esecutiva raggiunto dal complesso nelle sette stagioni trascorse dalla data della fondazione. Grande successo finale, con intense acclamazioni per l’ orchestra e il direttore. Esito assolutamente meritato per una serata che costituiva un’ ulteriore dimostrazione dell’ alto livello della vita culturale qui a Stuttgart.

 


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