Ludwigsburger Schlossfestspiele 2022 – Chamber Orchestra of Europe & Jan Lisiecki

lisiecki

Foto ©Andreas Fischer

Il concerto beethoveniano con la Chamber Orchestra of Europe e Jan Lisecki a Ludwigsburg faceva originariamente parte di un progetto che prevedeva l’ esecuzione integrale dei Concerti per piano e orchestra in due serate, programmato per il giugno 2020 come parte delle celebrazioni per il duecentocinquantesimo anniversario della nascita del compositore di Bonn. Purtroppo, i concerti furono annullati a causa delle note vicende che hanno portato alla chiusura prolungata dei teatri e solo adesso è stato possibile ascoltare la parte finale del programma previsto, in un appuntamento al Forum Schlosspark nel quale sono stati presentati il Quarto e il Quinto Concerto. Per me, oltre all’ occasione di sentire per la prima volta dal vivo Jan Lisiecki, questa serata ha rappresentato la possibilità di  riascoltare dopo diverso tempo la Chamber Orchestra of Europe, complesso col quale Claudio Abbado realizzò produzioni operistiche storiche come la prima ripresa moderna del Viaggio a Reims a Pesaro, il Fierrabras a Vienna, tutti i suoi spettacoli a Ferrara sino al 1996 e parecchi concerti in Europa, America ed Estremo Oriente, molti dei quali documentati da splendide incisioni discografiche come l’ integrale delle Sinfonie di Schubert, per me ancora oggi la versione di riferimento.

Fu proprio il direttore milanese a dare l’ impulso artistico per la nascita della Chamber Orchestra of Europe, fondata nel 1981 da un gruppo di giovani musicisti che avevano suonato sotto la guida di Abbado nella European Community Youth Orchestra e avevano lasciato il gruppo per raggiunti limiti di età. Oltre duecentocinquanta registrazioni, insignite di innumerevoli premi tra cui due Grammy Award e tre Gramophone Record of The Year Award testimoniano l’ alto livello raggiunto dalla Chamber Orchestra of Europe che, oltre agli anni di lavoro con Abbado, ha collaborato strettamente con Nikolaus Harnoncourt, Bernard Haitink e negli anni più recenti con Yannick Nezet-Seguin. Per chi, come me, ha praticamente visto nascere questa formazione fa oggi un certo effetto vedere molti dei ragazzi di quarant’ anni orsono divenuti signori di mezza età, ma da quello che ho ascoltato in questa serata lo spirito vitale e la vivacità nel far musica che hanno sempre contraddistinto il complesso sono rimasti assolutamente immutati, come testimoniato dall’ esecuzione dell’ Ouverture Die Geschöpfe des Prometheus che apriva il programma della serata.

Insieme alla Chamber Orchestra of Europe suonava in questo concerto il ventisettenne pianista Jan Lisiecki, nato in Canada da genitori polacchi e balzato alla ribalta internazionale una decina di anni fa come giovanissimo prodigio della tastiera, che a soli sedici anni firmò un contratto di esclusiva con la Deutsche Grammophon che sino ad ora ha prodotto nove album, tutti accolti in maniera assai favorevole dalla stampa specializzata. In questi ultimi anni il giovane virtuoso canadese ha condotto una carriera ai massimi livelli, con più di cento concerti all’ anno in tutte le maggiori sale e insieme alle più grandi orchestre sinfoniche mondiali.

Come ho già avuto modo di scrivere in diverse occasioni, oggi siamo in presenza di una generazione di giovani strumentisti di alto livello qualitativo, assolutamente impeccabili dal punto di vista della preparazione tecnica. Jan Lisiecki è sicuramente una ulteriore dimostrazione di questa tendenza. Non si pretende che un pianista di ventisette anni sia già un prodotto fatto e finito, ma l’ impressione che ho ricavato dal modo in cui il giovane pianista ha eseguito i due Concerti beethoveniani è stata quella di uno strumentista tecnicamente completo e dotato di una notevole musicalità, olte che di doti virtuosistiche davvero ragguardevoli. Dal punto di vista interpretativo, la lettura del Concerto in mi bemolle maggiore N° 5 op. 73 mi è parsa più completa rispetto a quella del Quarto Concerto, secondo me condotto in maniera un filino troppo esuberante nel fraseggio. Perfettamente centrata era invece l’ esecuzione del Quinto, nel quale la souplesse tecnica e il tocco cristallino del pianista di Calgary si integravano meravigliosamente nel fraseggio elegante e raffinato della Chamber Orchestra of Europe, con un tono interpretativo intenso, nobile ed eloquente, magnificamente calibrato in linee melodiche di un equilibrio e respiro assolutamente impeccabili, alla conclusione accolto dal pubblico del Forum am Schlosspark con grande entusiasmo ripagato da Lisiecki con un bellissimo bis chopiniano, il Notturno in do diesis minore opera postuma cesellato con una raffinatezza davvero squisita che mi ha fatto venire il desiderio di riascoltare al più presto il ragazzo canadese in brani di Chopin. Alla fine comunque sono uscito decisamente soddisfatto da una serata nella quale ho avuto l’ opportunità di fare la conoscenza con un giovane artista dalla personalità davvero spiccata, che sicuramente merita di essere seguito con attenzione in futuro.


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