Osterfestspiele Baden-Baden 2022 – Iolanta

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Foto ©Monika Rittershaus

L’ ultimo appuntamento sinfonico dell’ Osterfestspiele Baden-Baden 2022 era dedicato a un’ esecuzione concertistica di Iolanta, l’ ultima opera composta da Tschaikowsky su un libretto ancora del fratello Modest, il quale come fonte letteraria si ispirò a un adattamento teatrale del  dramma in versi Kong Renés Datter (La figlia del re René) dello scrittore e poeta danese Henrik Hertz, che nell’ età romantica godette di enorme popolarità. Dopo Mazeppa e Pikowaja Dama, questa è la terza opera del compositore russo che Kirill Petrenko esegue con i Berliner Philharmoniker a Baden-Baden, in un festival quest’ anno completamente dedicato ad autori di questa nazione. Durante la conferenza stampa di presentazione della rassegna, che riprendeva dopo due anni di stop, lo Chefdirigent dei Berliner Philharmoniker oltre ad annunciare una sottoscrizione avviata dai musicisti dell’ orchestra a favore dell’ Ucraina a cui lui ha contribuito con 100.000 Euro, ha sottolineato l’ importanza che un simile programma assume in un momento come quello che stiamo vivendo, in cui le musiche di autori russi vengono boicottate e cancellate dai cartelloni per una sorta di maccartismo deformato.

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Foto ©Monika Rittershaus

Iolanta, rappresentata per la prima volta al Teatro Mariinsky di St. Petersburgo poco meno di un anno prima della morte di Tschaikowsky, `è un’ opera che è sempre stata presente nel repertorio del Maarinsky e del Bolshoi di Mosca (i cui complessi ne realizzarono tre registrazioni fra il 1940 e il 1977) ma per molto tempo ha goduto di scarsa fortuna nei teatri occidentali anche se fu molto apprezzata da Gustav Mahler, che la diresse nel 1893 ad Hamburg e poi nel 1900 alla Hofoper Wien. Solo negli ultimi decenni è arrivata su palcoscenici di rango come il Teatro Real di Madrid nel 2012 sotto la direzione di Teodor Currentzis e poi il Metropolitan, dove fu messa in scena nel 2015 insieme a Il castello di Barbablù di Bela Bartók e più volte ripresa prima con Anna Netrebko, che ha eseguito l’ opera molte altre volte in tourn´ées concertistiche e l’ ha registrata per la Deutsche Grammophon, e poi con Sonya Yoncheva, protagonista di questa esecuzione a Baden-Baden e che pure ne ha realizzato un’ incisione discografica, di prossima pubblicazione. Pur con l’ handicap di un libretto drammaturgicamente un po’ debole, la partitura di Iolanta contiene numerose pagine di squisita fattura musicale, tra le quali il monologo iniziale della protagonista, l’ aria di Vaudemont e il duetto fra i due innamorati appartengono senza dubbio alle pagine più ispirate della produzione di Tschaikowsky e giustificano le riprese di un lavoro sicuramente non banale dal punto di vista compositivo e ricco di spunti melodici davvero molto notevoli.

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Foto ©Monika Rittershaus

Kirill Petrenko e i Berliner Philharmoniker avevano già eseguito l’ opera tre mesi fa a Berlino in un concerto trasmesso in streaming e da me seguito. L’ ascolto dell’ esecuzione dal vivo ha permesso di scoprire numerosi altri dettagli dell’ esecuzione condotta dal direttore austro-russo, che dopo le splendide interpretazioni di Mazeppa e Pikowaja Dama oltre che della Quinta e Sesta Sinfonia, tutte ascoltate da chi qui scrive in memorabili serate al Festspielhaus Baden-Baden, si conferma una volta di più interprete tschaikowskiano di levatura storica. In maniera completamente diversa dalla tremenda tensione drammatica evocata in Mazeppa, la direzione di Petrenko inizia con toni sommessi e una sorta di pudica discrezione. Tempi moderati, delicate sfumature di pianissimo e colori strumentali al pastello caratterizzano la prima scena, con un clima espressivo che gradualmente trapassa in un arco drammatico ricco di suspence fino all’ esplosione quasi hollywoodiana del duetto d’ amore e allo slancio espressivo della scena finale, con sonorità grandiose a sottolineare la gioia per il miracolo. I Berliner Philharmoniker hanno realizzato tutte le intenzioni interpretative del loro Chefdirigent con una prestazione semplicemente grandiosa per bellezza sonora e precisione tecnica infallibile. Dal punti di vista stilistico, Kirill Petrenko domina una materia che conosce a fondo come pochi altri e grazie al suo gusto evita sempre il rischio di cadere nel kitsch che questa musica contiene.

Sonya Yoncheva ha cantato in questa ripresa dopo essere stata sostituita da Asmik Grigorian a Berlino, causa un’ indisposizione. Il quarantunenne soprano bulgaro ha impersonato la protagonista con un fraseggio di bella intensità e una voce di buona pasta timbrica, soprattutto in un repertorio come questo che le evita gli squilibri di emissione frequenti quando la cantante di Plovdiv affronta le opere italiane. Il trentunenne tenore armeno Liparit  Avetisyan ha una voce non strabordante per volume ma timbricamente assai pregevole, e la sua esecuzione dell’ aria di Vaudemont e del duetto con la protagonista mostrava una buona classe interpretativa. Il baritono moldavo Andrei Zhilikovskhy ha cantato il ruolo di Robert con mezzi vocali solidi e ottimo fraseggio. Eccellente anche la caratterizzazione del re René d’ Anjou realizzata da quarantaduenne basso finlandese Mika Kares, una tra le voci gravi più interessanti delle ultime generazioni.  Impeccabili anche le prove del baritono viennese Michael Kraus come Ebn-Chankia, il medico arabo grazie alle cui cure Iolanta recupera la vista, di tutti gli interpreti delle parti di fianco e dei cori, che erano il Cantus Juvenum di Karlsruhe e lo Slowakischer Philharmonisches Chor. Successo trionfale per un’ esecuzione destinata senz’ altro a costituire un assoluto modello di riferimento interpretativo.


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